Attualità
L’Italia immune al terrorismo islamico. A quale prezzo?
Nel 2001 un nemico esterno riesce a colpire duramente lo Zio Sam.
Inizia la guerra al e del terrorismo di matrice islamica.
Ci saranno attentati in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Austria, Svizzera, Nuova Zelanda, Belgio.
Non in Italia. Ovviamente per fortuna. Eppure una domanda viene spontanea.
Perché l’Italia membro della Nato e culla del cristianesimo è rimasta immune al terrorismo islamico?
“11 settembre 2001 – 11 settembre 2011” by wallace39 ‘ mud and glory ‘ is licensed under CC BY-NC-ND 2.0
Di Pierdomenico Corte Ruggiero
11 settembre 2001. Per la prima volta nella storia, il territorio degli Stati Uniti è teatro di guerra. Certo, c’era stata la guerra d’Indipendenza, la guerra Civile, la guerra agli Indiani. Guerre diverse però.
Nel 2001 un nemico esterno riesce a colpire duramente lo Zio Sam.
Inizia la guerra al/del terrorismo di matrice islamica.
Ci saranno attentati in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Austria, Svizzera, Nuova Zelanda, Belgio.
Non in Italia. Ovviamente per fortuna. Eppure una domanda viene spontanea.
Perché l’Italia membro della Nato e culla del cristianesimo è rimasta immune al terrorismo islamico?
Abbiamo dei servizi di sicurezza efficienti con ottimi contatti con la comunità islamica in Italia e con i Paesi del Mondo Arabo.
La nostra politica estera è moderata. Aperta al dialogo. Ha continuato a seguire la linea impostata da Aldo Moro ed Enrico Mattei.
In Italia non esistono ghetti islamici dove può covare l’odio. Inoltre è scarso il fenomeno della radicalizzazione.
Anche se non mancano imam radicalizzati e casi di proselitismo tramite internet.
Tutte spiegazioni plausibili. Eppure un dubbio resta.
Isis ha minacciato molte volte l’Italia. In vari paesi europei hanno colpito cani sciolti armati a volte semplicemente di un coltello. Soggetti difficili da individuare e fermare.
In Italia nulla. Nemmeno negli anni del Lodo Moro l’Italia aveva avuto una tale immunità.
L’ aeroporto di Fiumicino era stato colpito due volte. Il fronte Palestinese non era unito. Quindi nemmeno Arafat era nelle condizioni di garantire piena sicurezza al nostro Paese.
Anche oggi il terrorismo islamico vive delle spaccature. Basta vedere cosa sta succedendo in Afghanistan tra talebani e Isis.
Eppure nessuno trasgredisce. L’Italia non si tocca.
Tutto ciò è frutto di una trattativa tra Stato e “padrini/padroni” del terrorismo islamico? Ovviamente nessuno può dare una risposta. Perché, se un tale accordo esistesse, sarebbe il segreto meglio custodito.
Ipotizziamo per un secondo l’esistenza di un simile accordo.
Su quali basi?
Forse le stesse basi del Lodo Moro. L’Italia garantisce il transito di terroristi ed armi a condizione che nessun atto di violenza venga compiuto nel nostro territorio.
Possibile.
Possiamo ipotizzare anche uno scenario diverso. Che segue una delle regole fondamentali di Mafia e Camorra. Non si spara dove si fanno buoni affari.
Gli affari hanno bisogno di tranquillità. Le indagini della magistratura italiana hanno evidenziato un consistente flusso illegale di denaro mediante l’uso dell’hawala.
Un sistema di trasferimento di denaro basato su una rete di mediatori. Come unica garanzia la parola d’onore.
Un sistema che funziona e che non lascia tracce. Ideale per trasferire denaro sporco. Per trasferire denaro necessario a finanziare il terrorismo.
L’Italia è il centro principale in Europa di custodia e smistamento del denaro destinato ai terroristi islamici e ad operazioni «particolari» di alta finanza ? Una domanda destinata a rimanere senza risposta.
Il nostro Paese ha forti legami commerciali con i Paesi arabi. Anche con alcuni Paesi sospettati di finanziare i jihadisti.
Rapporti commerciali a volte curiosi. Come la vicenda della Piaggio Aerospace.
Giovanni Falcone ha combattuto la mafia seguendo i movimenti bancari. I soldi.
Per i soldi si uccide. Con e per i soldi si ottiene tutto.
Anche l’immunità?
Sicuramente tutto ha un prezzo.
Il fine giustifica i mezzi. Dicono.
Ma è veramente sempre così?
RIPRODUZIONE RISERVATA ©