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Coloreremo di nuovo l’Italia?

Quello della quarta ondata pandemica da Covid-19 è uno spettro pauroso, un’ipotesi divenuta sempre più certa nelle ultime settimane, con l’incremento dei contagi a causa della variante Delta. Tuttavia secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie il tasso di contagi ogni 14 giorni, a 50 casi ogni 100mila abitanti, è inferiore all’1%, mentre resta preoccupante la situazione di altri Paesi come Spagna o Portogallo. Nel belpaese invece, coloreremo di nuovo l’Italia?

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di Alessandro Andrea Argeri.

Credit foto Alto Contraste Edgar AVC, licenza CC BY-NC ND 2.0.

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie assegna dei “colori” sulla base dei risultati dei test di monitoraggio dei contagi da Covid-19 ogni 14 giorni, i quali risultano importanti ai fini delle possibili misure adottabili dai vari Stati nella gestione della pandemia, indipendentemente dal Green Pass, a cui possono essere applicate limitazioni se necessarie. Vediamo i colori.

Verde: se il tasso di notifica a 14 giorni è inferiore a 50 e il tasso di positività al test è inferiore al 4%; o se il tasso di notifica a 14 giorni è inferiore a 75 e il tasso di positività al test inferiore all’1%;
Arancione: se il tasso di notifica a 14 giorni è inferiore a 50 e il tasso di positività al test è pari o superiore al 4%; o il tasso di notifica a 14 giorni è pari o superiore a 50 e inferiore a 75 e il tasso di positività al test è pari o superiore all’1%; o il tasso di notifica a 14 giorni è compreso tra 75 e 200 e il tasso di positività al test è inferiore al 4%;

Rosso: se il tasso di notifica cumulativo di casi COVID-19 di 14 giorni varia da 75 a 200 e il tasso di positività al test dei test per l’infezione da COVID-19 è del 4% o più, o se il tasso di notifica cumulativo dei casi COVID-19 di 14 giorni è superiore a 200 ma inferiore a 500;
Rosso scuro: se il tasso di notifica cumulativo dei casi COVID-19 di 14 giorni è 500 o più;
Grigio: se le informazioni sono insufficienti o se il tasso di test è inferiore a 300 casi per 100.000.

In ogni caso, i colori delle aree europee non corrispondono agli ordinamenti delle singole regioni italiane. Fonte: https://www.ecdc.europa.eu/en/covid-19/situation-updates/weekly-maps-coordinated-restriction-free-movement.

In Italia infatti l’Rt è in risalita. Secondo l’Istituto Superiore della Sanità (ISS) esso è aumentato a causa della variante Delta, da 0.66 a 0.91 in appena una settimana. Inoltre l’indice è stato calcolato solo in base ai casi sintomatici. Attualmente si stimano 19 contagiati ogni 7 giorni, ma se si dovesse arrivare a 50 la regione interessata tornerebbe eventualmente in zona gialla.

A tal proposito, secondo quanto annunciato dal Ministro della Sanità Roberto Speranza, per evitare un ulteriore disastro economico cambieranno i criteri per le fasce a colori delle Regioni, con particolare attenzione al numero dei ricoveri negli ospedali. Si terrà in considerazione quindi non più la percentuale dei contagi, ma il tasso di ospedalizzazione. Sicilia (0.32 rt.), Sardegna (0.31 rt.) e Veneto (0.24 rt.) hanno indicatori preoccupanti. La situazione è completamente opposta invece per Basilicata, Trento e Puglia, con rt. 0.08.

Resta importante vaccinarsi. Credit foto Christian Emmer, licenza CC BY-NC 4.0.

Anche nel resto del mondo la situazione non è rosea, anzi: per certi versi sembra peggio della nostra. In Grecia potranno entrare in ristoranti, teatri, caffè, pub, cinema, treni solo chi è già stato vaccinato. Idem in Francia, dove dopo l’appello alla nazione del Presidente Macron, in cui invitava la popolazione a vaccinarsi in massa, si è registrato un sostanziale incremento del numero di dosi somministrati. In Portogallo e Irlanda per entrare nei locali i clienti avranno l’obbligo di mostrare il Green Pass, così come in Austria, dove addirittura si pensa a misure più severe. In Germania invece le regole variano da Land a Land. Nel mentre, in Spagna ci si prepara al lockdown notturno, ovvero al ritorno del coprifuoco.  

Disinformazione, incertezza, contraddizioni: le parole chiave della situazione in cui viviamo. Possiamo togliere le mascherine all’aperto ma i casi aumentano. Si registrano contagi tra chi ho già effettuato la seconda dose di vaccino, però sono fortunatamente esclusi chi ha ricevuto vaccini ad RNA messaggero, ovvero Pfizer e Moderna. In tutto questo, con i continui cambiamenti della soglia minima d’età, non sappiamo ancora con certezza a chi somministrare Astrazeneca. Non possiamo riunirci in piazza per manifestare per i nostri diritti, tuttavia possiamo ammassarci per la vittoria dell’europeo. In pratica: bisogna osservare le regole anti Covid, salvo vittoria della Nazionale o manovre politiche in ottica prossime elezioni.

Infine, nonostante due anni di didattica a distanza, non ci sono ancora i criteri necessari per consentire agli studenti di tornare in classe. Ovviamente però, a nessuno importa della scuola, dell’abbandono scolastico, della cultura, dopo tutto gli alunni non votano.

È inutile piangere sul latte versato, lo è ancor di più continuare a versarlo, tuttavia quest’ultimo punto la politica non sembra averlo capito. Ad ogni modo, non serve più cercare di scongiurare il pericolo con timide rassicurazioni. Questo inverno il Governo sembrava averci preso la mano a “giocare ad uno” … Chissà, forse per tamponare le mancanze estive, o le vacanze della classe dirigente, torneremo a pescare la “carta 4 colori”. Ci ridurremo di nuovo a vivere solo tre mesi per recuperare tutto l’anno, col rammarico di averlo sempre saputo.

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Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).