Mettiti in comunicazione con noi

Attualità

Don Rino vuole dire messa perché “il suo capo è Dio”

Avatar photo

Pubblicato

su

di ROSA MANNETTA

Quattro giorni fa, don Rino non ha seguito le indicazioni del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.

Ha celebrato messa nella sua parrocchia davanti a nove fedeli. In particolare, il sacerdote non segue le indicazioni della Diocesi che raccomanda di trasmettere la messa in rete. A tal proposito, egli ha detto: Ma che problema ci può essere se pochi parrocchiani, per esempio ieri mattina erano meno di dieci, assistono alla messa in una chiesa grande, dove ci possono stare almeno trecento persone? La ressa che può favorire i contagio non esiste proprio. E la domenica si arriva al massimo a una cinquantina di presenze, sempre pochissime, quindi, rispetto alla capienza possibile”. E ha continuato a dire: “Il mio capo è Dio, non Conte. Io continuo a celebrare le messe, chi vuole può venire a seguirle, chi non è d’accordo, rimanga a casa”. Occorre aggiungere che sul sito della Diocesi, si legge una comunicazione intesa a sospendere le celebrazioni liturgiche pubbliche, le attività parrocchiali entro il 15 marzo; e poi si attendono le successive disposizioni del governo e in tal senso, vi saranno degli aggiornamenti. In questo contesto, poche ore fa, il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità, (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha affermato: “Abbiamo valutato che Covid-19 può essere caratterizzato come una situazione pandemica che si caratterizza con aumentata e prolungata trasmissione del virus nella popolazione generale, in cui si ritiene virtualmente inevitabile la comparsa di casi in tutto il mondo”. Questo è lo scenario terrificante di questi attimi.  Cosa significa tutto ciò? I bar al momento, sono chiusi. Le interviste al bar Maracuja, sono sospese fino al 25 marzo: uso il telefono per effettuarle. Stefania spiega: “Lo stato di pandemia è un invito agli Stati a intervenire a prendere misure restrittive per impedire il contagio. Misure in cui si chiudono tutti gli esercizi commerciali, cinema, teatri, musei,scuole. Restano aperti solo alcuni uffici pubblici e con delle regole precise. Non è solo questo. L’OMS, potrà emanare direttive e inviare équipe nei Paesi più colpiti, come in Cina, Italia e Iran. In pratica, lo stato di “pandemia”, ha più limitazioni alla vita e l’OMS, può mandare degli operatori, una specie di “Caschi Blu”, per gestire la situazione critica”. Carlo dice: “Io voglio parlare di Don Rino che in tempo di Coronavirus, non segue le linee del Decreto del Presidente Conte e celebra messa, quando è pericoloso. Ci si può contagiare con facilità. La presunzione di Don Rino è assurda. Se vogliamo sconfiggere il virus, dobbiamo stare a casa e non frequentare nessuno. La messa avremo tempo di ascoltarla in Chiesa, quando questo incubo-virus, sarà finito”. Stefania e Carlo, hanno saputo descrivere ciò che accade nel nostro Paese. Mi hanno dedicato il loro tempo al telefono e li ringrazio, perché siamo stati responsabili. A mio avviso, Don Rino è scriteriato: non è ammissibile in questo periodo di emergenza coronavirus, trovarsi a contatto con più persone in una Chiesa. Ci sono delle regole che consigliano di stare a casa per evitare la diffusione del virus stesso. Occorre tutelare la salute di ognuno di noi. Ora con la pandemia, in Italia, in futuro,  potremo avere il blocco di ogni attività lavorativa, se non riusciremo a frenare il virus. Dobbiamo entrare in questa peggiore consapevolezza. Amelia Rosselli scriveva: “Troviamo una lanterna”. Noi troveremo la soluzione del problema, se saremo uniti.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo