Ambiente
Estate 2022: anno record Europeo per gli incendi.
Nei giorni scorsi diversi roghi enormi sono divampati in Spagna, Portogallo e Francia. In Europa antropizzazione e surriscaldamento, nel 2022 hanno quadruplicato gli incendi.
DI NICO CATALANO
Credit foto: Stephen Salomons flickr
Nella torrida estate del 2022, le eccezionali ondate di caldo e gli incendi non stanno creando danni e distruzione soltanto nel nostro Paese. Nei giorni scorsi diversi roghi dalle enormi dimensioni sono divampati in vasti territori rurali di Spagna, Portogallo e Francia. Migliaia di persone, tra residenti e turisti, sono stati evacuati nella regione francese sud-occidentale della Gironda. Gli incendi hanno reso in cenere quasi diecimila ettari nella regione a sud di Bordeaux a causa dei forti venti che hanno impedito ai vigili del fuoco di domare le fiamme. In Portogallo, precisamente nell’area di Foz Coa, vicino al confine con la Spagna, i roghi hanno costretto all’evacuazione circa dodicimila persone, mentre un pilota è morto schiantandosi con il suo aereo anfibio Fire Boss nel tentativo di domare le fiamme. In Spagna, nel sud del Paese, vicino alla Costa del Sol, più di tremila persone sono state evacuate dalle loro case a causa di un grande incendio che favorito dalle elevate temperature di oltre quarantacinque gradi centigradi, ha minacciato diversi centri abitati. Fenomeni così costanti e non più episodici da spingere l’European Forest Fire Information System (Effis) della Commissione Europea, a definire il 2022 quale anno record di incendi dell’Unione Europea. Secondo le statistiche, dal primo gennaio alla metà di luglio di quest’anno, negli Stati membri sono andati in fiamme complessivamente trecento quarantaseimila ettari di aree boschive, una superficie più grande dell’intera Valle d’Aosta. Un numero enorme di ettari di bosco, foresta e selva resi cenere, pari quasi al triplo rispetto della media degli ettari interessati dall’azione delle fiamme negli ultimi sedici anni. Incendi quasi tutti di dimensioni elevate, infatti il numero degli incendi che hanno interessato una superficie maggiore di trenta ettari, dall’inizio dell’anno risulta essere circa 1750, una cifra di quattro volte più grande rispetto alla media registrata dal 2006 al 2021. Guardando alle singole nazioni, tra i 27 Paesi Ue il più colpito finora risulta la Romania, con quasi centocinquantamila ettari andati in fumo dall’inizio dell’anno a causa di oltre settecento grandi incendi. Numeri senza precedenti anche in altri Stati dell’Est Europa: Croazia (28mila ettari bruciati in 134 incendi), Bulgaria (7.735 ettari in 50 incendi) e Ungheria (5.877 ettari in 44 incendi). Nel nostro Paese, durante i primi mesi del 2022, sono andati in fumo quasi trentamila ettari, ben oltre il doppio della media 2006-2021. In Spagna, invece le fiamme hanno bruciato quasi novanta tremila ettari, il quadruplo della media registrata gli anni passati, con 277 roghi censiti. In Grecia, nazione colpita pesantemente dai roghi nel 2021, durante quest’anno sono stati poco più di quattro mila gli incendi, una cifra abbondantemente sotto la media degli ultimi 16 anni. Tra le cause dell’aumento degli incendi, la forte antropizzazione, le inconsuete elevate temperature dovute al cambiamento climatico in atto e la superficialità dell’uomo nella tutela degli ecosistemi forestali. Gli incendi, spesso di origine dolosa oltre a creare disagi per le popolazioni e contribuire alla perdita della biodiversità degli ecosistemi, rendendo in cenere gli alberi e diminuendo la loro azione equilibratrice negli scambi gassosi con l’atmosfera, contribuiscono di fatto ai cambiamenti climatici.