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Ambiente

Bari: agricoltura. Le masserie didattiche in fiera

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Redazionale

Le Masserie Didattiche di Puglia sono presìdi di tradizioni millenarie tramandate di generazione in generazione. Solo luoghi di produzione e conservazione del paesaggio rurale, ma anche di racconto, promozione e divulgazione della nostra storia e cultura, che contribuiscono, al tempo stesso, allo sviluppo economico delle comunità rurali. Sono oggi 207 le Masserie didattiche pugliesi riconosciute da una legge regionale ad hoc che, in un’ottica di diversificazione del reddito agricolo, hanno investito in formazione dedicata, in particolare, alle scuole, attraverso percorsi guidati che accompagnano grandi e piccoli alla scoperta del mondo agricolo e agroalimentare.

Nella Sala Agorà del padiglione 18, in Fiera del Levante, è stata presentata quest’oggi la prima indagine dedicata alle Masserie didattiche pugliesi, condotta dall’Università di Bari, in collaborazione con la Regione Puglia-Dipartimento Agricoltura e il Consorzio Taste&Tour, il quale promuove e coordina le attività di molte delle imprese iscritte all’Albo regionale. All’incontro hanno partecipato anche gli Istituti superiori ‘Elena Savoia’ di Bari e ‘Pavoncelli’ di Cerignola (Fg). Quest’ultimo è il primo istituto agrario pugliese iscritto nell’Albo istituito da legge regionale.

La ricerca è stata condotta su un campione di 114 aziende, pari al 54% del totale, da nord a sud della Puglia, e ha rilevato che chi gestisce un’impresa, cosiddetta, multifunzionale, ha un’età media di 36 anni, una licenza di scuola superiore e conduce un’azienda che sorge su terreni di grandezza variabile da 11 a 52 ettari.

“Questa indagine qualitativa – ha tenuto a precisare il dirigente regionale della Sezione competitività delle filiere agroalimentari, Luigi Trotta – ci consegna importanti spunti di riflessione sul rapporto virtuoso che si è instaurato tra mondo delle masserie, il sistema scolastico e l’istituzione regionale che, come è noto, si è altresì dotata di una legge che disciplina le attività delle stesse Masserie e che è ad oggi una best practice tutta pugliese”.

“La gran parte degli operatori, come si evince dai risultati dell’indagine è contenta e vorrebbe continuare questo tipo di attività -– ha spiegato il prof. Rocco Roma del Dipartimento Uniba di Scienze agroambientali e territoriali che ha presentato i risultati -. La masseria è una forma di diversificazione e integrazione del reddito agricolo ed è importante che questa possibilità resti nel lungo termine per le imprese agricole. Quello che emerge dai primi risultati è che c’è bisogno di un sostegno sia nelle questioni amministrative sia nella promozione, nel legame che c’è tra le Masserie e le scuole, specie primarie, sì da assicurare meno costi per le imprese e una costanza nella partecipazione. Tra le proposte delle imprese agricole c’è la richiesta di inserire nei programmi delle scuole primarie almeno una visita annuale alle Masserie, per consentire di consolidare un’attività, quella didattica, che è una risorsa fondamentale sia per la tenuta delle imprese stesse sia per il territorio”.

Il mondo della Scuola ha accolto da subito le attività educative delle Masserie e condiviso le finalità della legge regionale “tanto da sottoscrivere un protocollo d’intesa tra Ufficio scolastico regionale (USR) e la Regione Puglia-Dipartimento Agricoltura – come ha spiegato il dirigente USR Mario Trifilletti – che costituisce uno strumento di collaborazione a lungo termine”.

Nel corso della giornata fieristica si è tenuto anche un seminario informativo e formativo che ha messo a confronto oltre 50 docenti e dirigenti scolastici di ogni ordine e grado e 35 operatori delle Masserie Didattiche.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo