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02 Novembre 2025

6 Gennaio 1980: L’omicidio Piersanti Mattarella tra mafia e misteri italiani

Siamo ancora lontani dalla verità su quanto accaduto in quel nero 1980

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Credit foto https://www.articolo21.org/2021/06/il-delitto-mattarella-non-fu-solo-delitto-di-mafia/

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Palermo, 6 gennaio 1980. Le feste sono quasi finite.

Feste ricche di speranza. È appena finito il decennio degli anni 70.

Ricco di vivacità culturale, di lotte sociale. Purtroppo, però, ricco di morte e misteri.

Si guarda ai nascenti anni 80 con fiducia.

Nessuno può ancora sapere che il 1980 sarà anno terrificante: la strage della stazione di Bologna, la strage di Ponza/Ustica, il terremoto in Irpinia. Ma anche l’omicidio di Valerio Verbano, Angelo Mancia e del magistrato Mario Amato.

Questo quel 6 gennaio 1980 nessuno può saperlo.

Nemmeno Piersanti Mattarella. Democristiano, per molti erede di Aldo Moro, e Presidente della Regione Sicilia.

Piersanti Mattarella ha portato legalità nell’azione della Regione. Ad iniziare dagli appalti.

La grande mangiatoia dove mafia, politici e imprenditori collusi pasteggiano con denaro pubblico da anni.

Denaro pubblico che Mattarella vuole spendere, invece, in modo onesto. Escludendo ditte in odore di mafia.

Questa sua azione ha portato il plauso dei cittadini onesti. Ma anche molti nemici. Anche nel suo partito.

Nemici pericolosi. Piersanti Mattarella è consapevole di rischiare la vita.

Ma è il 6 gennaio. Giorno di festa da passare in famiglia. Anche per gli uomini della sua scorta. Che Mattarella decide di lasciare a casa a festeggiare.

Lui uscirà solo per la messa, con sua moglie, poi resterà a casa.

Salgono in auto. In chiesa, però, Piersanti Mattarella non arriverà mai. Non vivo almeno.

Un killer si avvicina all’auto e spara uccidendolo. Per poi scappare dove lo attendono i complici.

Appare subito un delitto di mafia. In realtà le indagini portano anche alla pista dell’esecutore materiale proveniente da Roma. Uno dei NAR.

Ma la pista nera non porta a nulla.

Il delitto Mattarella rimane uno dei misteri italiani.

Proprio in questi giorni è stato arrestato l’ex Prefetto Filippo Piritore accusato di aver nascosto, nella veste di funzionario della Squadra Mobile di Palermo, una prova importante. Il guanto che l’assassino perde nell’auto usata per la fuga.

Vedremo gli sviluppi di questa nuova indagine.

L’omicidio di Piersanti Mattarella non ha un movente che si può semplificare solamente in “delitto di mafia”.

Perché la mafia stessa non è entità, soprattutto in quel periodo, isolata nell’attacco alle Istituzioni democratiche. Insieme a pezzi del mondo politico, imprenditoriale e di apparati dello Stato formava una organizzazione eversiva a tutela di interessi in primis economici.

La mafia inizia come realtà rurale a tutela degli interessi dei grandi latifondisti contro le legittime richieste dei contadini.

Dopo la fine della guerra, questa organizzazione eversiva assume anche veste ideologica. In chiave anticomunista.

In realtà sempre a difesa degli interessi economici di chi, speculando, voleva arricchirsi con i finanziamenti statali destinati alla ricostruzione e allo sviluppo industriale del Meridione.

Mafia, ndrangheta, pezzi di Gladio, estremisti di destra ma non solo  e  pezzi dei nostri servizi segreti hanno formato il braccio armato di questa organizzazione eversiva. Che aveva, probabilmente, il suo cervello operativo a Roma.

La vicenda del centro SISMI Scorpione a Trapani pone molti interrogativi. Come il fallito attentato in viale dei Gladiatori a Roma il 22 gennaio 1994 https://ilsud-est.it/attualita/inchiesta/2024/01/15/la-banda-della-uno-bianca-scorpione-viale-dei-gladiatori-e-la-strage-di-bologna/.

Viale dei Gladiatori è un nome che evoca Gladio come il Teatro Balbo citato da Mino Pecorelli quando viene ritrovato il cadavere di Aldo Moro.

L’azione politica di Piersanti Mattarella non andava solo contro la mafia ma contro l’intera organizzazione. L’uso di sicari romani, se confermato, può essere letto come conferma dell’esistenza di questa organizzazione,

Come l’omicidio, il 15 luglio 1982, del vicequestore Antonio Ammaturo che ha nelle BR gli esecutori materiali ma in un contesto anche qui da sodalizio criminale multiforme https://ilsud-est.it/attualita/cronaca/2022/09/12/gli-intrighi-del-rapimento-di-ciro-cirillo-2/.

Siamo ancora lontani dalla verità su quanto accaduto in quel nero 1980.

Su Ustica nessuna verità giudiziaria. Sulla strage di Bologna sappiamo praticamente tutto ,ma manca un movente convincente. Quella strage cosa doveva provocare o meglio cosa doveva nascondere?

L’omicidio Mattarella come l’omicidio Dalla Chiesa avviene in terra di mafia ma per interessi anche “romani”. Interessi in primis economici.

I picciuli.

Dopo 45 anni, sono rimaste le stesse domande. Incertezze.

Troppe domande e poche risposte. Questo rende fragile la nostra democrazia. Senza verità non esiste vera libertà. 

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