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05 Ottobre 2025

Il massacro dei fratellini Fumu: un caso irrisolto dopo quasi cinquant’anni

Padru (Gallura), 5 ottobre 1977 — È un giorno che ha segnato profondamente la comunità di Sa Serra, frazione oggi di Padru. Quel giorno Laura Fumu, di 9 anni, e Paolo Fumu, di 7, fratello e sorella, non fecero ritorno a casa dopo aver chiesto il permesso di uscire per cercare funghi. Il loro corpo fu ritrovato più tardi, in un piccolo corso d’acqua, in circostanze che parlano di violenza, tortura e morte.

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Credit foto https://www.facebook.com/angela.marino.giornalista/posts/l-sole-brilla-sulle-foglie-verdi-davanti-alla-casa-di-felice-e-maria-fumo-a-sa-s/1357142762636536/

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

In un mondo in cui la tecnologia ci ha reso onnipotenti c’è una cosa che è quasi sempre impossibile stabilire. Quale sarà il nostro ultimo girono di vita.

Quando si è bambini nemmeno lontanamente si pensa all’ultimo giorno di vita. Una vita che appare come un grandissimo libro da colorare. Pagina per pagina.

Come per Laura e Paolo Fumu. Per loro il 5 ottobre 1977 era una delle tante pagine da colorare. Tornano da scuola e chiedono alla madre il permesso di uscire per cercare funghi. Aveva piovuto e sicuramente sarebbe stato un buon raccolto. La madre acconsente a condizione di rimanere vicino casa. Al sicuro.

Nella splendida campagna di quel paradiso che è la Sardegna. Un paradiso, però, dove una serpe velenosa e strisciante era in agguato.

Arriva l’ora di pranzo ma i bambini non sono ancora rientrati. La madre si allarma. Iniziano le ricerche.

Dopo alcune ore viene ritrovato il corpo di Paolo nel letto del rio Olchetta, supino, con pietre sul corpo, e una pietra posta sulla testa. Poco dopo si ritrova Laura, a circa 200 metri, con il volto in acqua e una grossa pietra sul capo. 

Riassumiamo gli elementi raccolti con l’autopsia e il sopralluogo

Violenza fisica e tortura: fonti giornalistiche riportano che entrambi i bambini mostrarono segni di violenza e pestaggi. Laura, in particolare, avrebbe subito anche violenza sessuale. 

Uso di pietre: sul capo di Laura e Paolo vennero trovate pietre, elemento che suggerisce un’aggressione deliberata e particolarmente crudele. 

Gli investigatori arrivano ad un ragazzo soprannominato “Totoi” inizialmente sospettato. Secondo alcune fonti, fu lui a indicare un altro ragazzo, all’epoca 13 anni, come coinvolto. Tuttavia, vista la sua età, non poteva essere imputabile per molti dei reati contestati. 

Dopo circa un anno di indagini la Procura chiuse il fascicolo senza individuare con certezza un responsabile. Nessuno è mai stato condannato per questo duplice omicidio. 

Le ricostruzioni più complete arrivano da quotidiani sardi come La Nuova Sardegna e testate locali o specialistiche di cronaca. Tra gli articoli più dettagliati:

https://www.lanuovasardegna.it/regione/2024/10/05/news/il-massacro-dei-fratellini-fumu-a-sa-serra-un-caso-irrisolto-da-47-anni-1.100594898 — ricostruisce il contesto, i luoghi, la dinamica e lo stato delle indagini. 

https://www.cronachedallasardegna.it/2025/09/28/il-duplice-omicidio-dei-fratellini-laura-e-paolo-fumu-di-nove-e-sette-anni-uccisi-in-gallura-ancora-oggi-tra-i-delitti-piu-efferati-in-sardegna/ — descrive la brutalità dei fatti, la violenza subita, e le difficoltà investigative. 

1. Movente: non è noto. Non c’è evidenza pubblicamente accertata su chi avrebbe potuto avere interesse a un simile crimine, né su un contesto che possa chiarire il perché della violenza estrema. Potrebbe essere una vendetta o il gesto di un soggetto con evidenti problemi mentali. Le pietre sul capo sono una “firma” tipica in soggetti “predatori” che battono luoghi periferici ed isolati per trovare vittime deboli. Come nel caso di alcuni omicidi a Roma negli anni 80 https://ilsud-est.it/attualita/inchiesta/2024/10/07/marcella-giannitti-e-renata-moscatelli-quando-si-muore-si-muore-soli/ .

2. Identità dell’assassino o degli assassini: nessuno è stato definitivamente imputato in via giudiziaria; le piste sono rimaste sospese. Evidentemente l’assassino poteva contare su una perfetta conoscenza dei luoghi e probabilmente non viveva molto lontano

3. Perizie e documentazione ufficiale: non sono emersi pubblicamente atti processuali completi, come verbali d’interrogatorio, relazioni mediche o perizie che siano stati resi accessibili al grande pubblico con tutti i dettagli (ad esempio tempi precisi delle aggressioni, reperti biologici, etc.). I reperti, in particolare, potrebbero essere ancora utili per il DNA.

4. Effetti del tempo: testimonianze, memoria collettiva, eventuali prove materiali hanno inevitabilmente risentito del passare degli anni. Però un soggetto capace di una simile bestiale violenza deve esser stato protagonista di episodi di violenza incontrollata negli anni. Quindi possono esserci ancora testimoni e/o vittime.

L’omissione di una verità giudiziaria ha lasciato una ferita nella comunità locale e nella famiglia Fumu. 

Le cronache locali considerano questo caso uno dei più efferati in Sardegna, non solo per l’età delle vittime, ma per la brutalità delle modalità. 

Ogni anniversario della tragedia richiama velatamente il tema della giustizia non ancora resa.

Nonostante l’assenza di un colpevole formalmente accertato, la comunità e la famiglia continuano a rivendicare:

Verità: chi ha fatto cosa, come, quando e perché.

Giustizia: anche se col passare degli anni diventa più difficile, il desiderio di riconoscimento dei danni morali, della sofferenza, è ancora presente.

Trasparenza investigativa: l’accesso a documenti ufficiali che possano chiarire le responsabilità e magari riaprire piste dimenticate.

Paolo e Laura sono in un mondo migliore. Senza serpenti velenosi. A noi che siamo rimasti qui l’obbligo di non smettere di cercare verità e giustizia.

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