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29 Settembre 2025

La NATO in conflitto cognitivo contro i suoi cittadini – ONU: Netanyahu parla alle sedie vuote

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Aree di crisi nel mondo n. 258 del 28-9-25

Copenaghen

Dopo i droni Gerbera che avevano raggiunto la Polonia, stavolta si è trattato di droni sconosciuti a gettare nel panico diversi governi europei.

Le immagini di droni che sorvolano aeroporti in Danimarca, Norvegia e persino Svezia, sono state rilanciate da ogni telegiornale della UE, ma cosa hanno mostrato?

Per prima cosa salta all’occhio che quei “droni” avessero le luci di navigazione accese, cosa del tutto anomala per dei droni militari, pertanto non si trattava affatto di droni da guerra russi, ma di droni civili.

La seconda considerazione da fare è che se si tratta di droni civili, allora occorre trarre alcune conclusioni, o la Russia dispone di una fitta rete di fiancheggiatori o spie o agenti in tutto l’occidente, tanto da procurarsi droni civili di grandi dimensioni, assemblarli e farli decollare sul territorio della NATO, cosa che sarebbe devastante per ogni ipotesi di sicurezza interna gestita dai nostri servizi, o che siano arrivati in volo dall’esterno senza essere ne visti ne rilevati da nessuno, ne da alcun sistema radar.

Noto però che nessun organo di stampa abbia preso in considerazione di porsi tali domande o di porle ai comandi militari in sede di conferenze stampa.

Le domande scomode dovrebbero essere le prime che andrebbero poste, se ciò non avviene, allora le domande scomode me le pongo io, la nostra stampa fa il suo dovere?

Oltretutto le immagini hanno mostrato tali droni sorvolare strutture sensibili, ma non il loro abbattimento.

Non è stato mostrato nemmeno un elicottero che si fosse alzato in volo per riprendere da vicino questi “droni” e tentare una identificazione.

Chi ha visto le immagini di uno di questi apparecchi a terra dopo un eventuale abbattimento? Nessuno, tutto è rimasto nell’incertezza e fissato al solo momento del loro sorvolo e dell’allarme da essi provocato, perchè?

Una prima risposta a tutte queste domande ce la fornisce l’Ammiraglio Cavo Dragone, Presidente del Comitato Militare della NATO, che in questa intervista al Messaggero ne parla apertamente.

La risposta è nell’affermazione che la NATO sia impegnata in una “guerra cognitiva”

Cosa è la guerra cognitiva: La guerra cognitiva è una forma emergente di conflitto che sfrutta la mente umana come campo di battaglia principale, mirando a influenzare percezioni, emozioni, processi decisionali e comportamenti delle persone attraverso l’uso di informazioni, tecnologie digitali, propaganda e strategie psicologiche.

A differenza delle guerre tradizionali, che si basano su armi fisiche, questa si concentra sulla degradazione della razionalità e sullo sfruttamento di vulnerabilità cognitive, spesso in modo invisibile e senza che i bersagli ne siano consapevoli.

Integra domini multipli, combinando elementi di cyberwarfare, operazioni informative, ingegneria sociale e psicologia per manipolare la cognizione umana.

Ad esempio, include la diffusione di disinformazione, narrative false e attacchi basati su dati per alterare la percezione della realtà.

Gli obiettivi non sono solo militari, ma anche civili e societari, con lo scopo di indebolire sistemi sociali, influenzare elezioni, opinioni pubbliche o decisioni strategiche.

Organizzazioni come la NATO la considerano una minaccia crescente, specialmente in un’era digitale dove social media e AI facilitano la manipolazione su larga scala, quando usata da altri, i continui richiami alla “disinformazione russa” ne è un esempio, ma ne fanno ampio ricorso quando essa deve essere impiegata a loro vantaggio.

La guerra cognitiva può includere propaganda, deepfake o campagne di disinformazione per sfruttare distorsioni cognitive.

In sintesi, la guerra cognitiva rappresenta un’evoluzione della guerra ibrida, dove il “grigio” digitale diventa il terreno per conflitti non convenzionali, e richiede difese come l’educazione alla resilienza cognitiva e regolamentazioni tecnologiche.

In questo quadro, la questione “droni”, sconfinamenti aerei, attacchi hacker, attribuiti sempre senza mostrare alcuna prova chiara o credibile della paternità di tali azioni, si inserisce completamente nell’ambito di un conflitto cognitivo portato avanti dalla NATO stessa contro i cittadini civili al fine di influenzare la percezione della realtà e far loro ritenere come ineluttabile una campagna di riarmo a causa di un imminente minaccia di attacco russo, che chiaramente non esiste, ma che deve apparire come tale.

Netanyahu all’ONU

In questa settimana si è svolta una importante sessione di discussioni all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Ha parlato Trump ed è stato involontariamente comico, un delirio narcisista totalmente scollegato dalla realtà, si attribuisce persino di aver fermato conflitti che sono ancora in corso o che nemmeno sono scoppiati, ben 7 a dire suo, e poi ascoltate pure il resto.

Durante questa sessione sono stati annunciati i riconoscimenti dello stato palestinese da parte di molti Paesi che ancora non lo avevano fatto, l’Italia, naturalmente non è tra queste, pensare che chi coraggio non ne ha se lo possa dare è un atto folle.

Come anche ritenere che chi non ha dignità possa presentarsi alle Nazioni Unite e proferire un discorso serio e credibile e difatti la Meloni, non lo ha fatto.

Ma la peggiore figura che ricordi all’ONU è stata quella del terrorista israeliano che risponde al nome di Netanyahu, criminale ricercato dal Tribunale penale internazionale per crimini di guerra e che qualcuno ritiene sia a capo di un Paese democratico…

Quando è stato il turno di parlare per Israele, la quasi totalità dei delegati presenti in sala si sono alzati e se ne sono andati abbandonando l’assemblea.

Lo squallido show dei questo figuro si è svolto mostrando dei cartelloni indegni con i quali riteneva di poter convincere qualcuno del fatto che Israele sia un Paese benedetto, pacifico, generoso, che le accuse rivolte contro di loro di sterminare il popolo Palestinese siano frutto di disinformazione operato da stati quali il Qatar o la stessa Hamas, che a detta sua sia l’organizzazione che impedisce la distribuzione degli aiuti alimentari per la popolazione.

Assurdità di questo tipo si sono susseguite per tutta la durata del suo intervento.

Purtroppo in Italia c’è chi continua imperterrito a difendere questi criminali incalliti.

Costoro sono gli stessi che stanno infamando la Freedom Sumud Flottilla di essere pagata da Soros e da Hamas e che Israele abbia diritto a fermarli quando invece il Diritto Internazionale dica esattamente l’opposto.

La Sumud Flottilla non attraverserà, se dovesse arrivarci, acque territoriali israeliane ma Palestinesi, e non esiste alcuna risoluzione ONU che affidi il loro controllo ad Israele, oltretutto agendo per scopo umanitario al fine di portare soccorso ad una popolazione affamata, il Paese affamatore non ha autorità legale per imporre un blocco che ha lo scopo di affamare la popolazione, in quanto ciò prevarica l’utilità o il vantaggio bellico che ne potrebbe derivare.

Se Israele interverrà con un ennesimo atto piratesco e criminale sequestrando imbarcazioni e persone, commetterà un ulteriore atto che ne connoterà sempre più l’operato come terrorista e al di fuori di ogni diritto.