Esteri
La Russia non risponde all’Ucraina e procede con la demolizione dell’industria bellica ucraina
Non arriva la risposta russa alle provocazioni di Kiev, L’Ucraina si ritira dai colloqui di pace, Kiev rifiuta lo scambio di salme e prigionieri di guerra. Le telefonate di Putin a Trump e al Papa

Aree di crisi nel mondo n. 246 del 8-6-25
Dopo l’attacco ucraino alla triade nucleare russa, molti , tra cui il sottoscritto, temevano la risposta russa.
Ne concitato momento dell’attacco era possibile anche una risposta nucleare.
Solo il sangue freddo del comando russo ha evitato il peggio.
Con l’analisi successiva all’attacco, e le foto satellitari pubblicate, si è potuta verificare l’effettiva entità dei danni inflitti dagli Ucraini alle forze strategiche dei bombardieri russe.
Possiamo dunque confermare il numero di 12 bombardieri tra distrutti e danneggiati.
Poteva però essere un bilancio davvero peggiore, molti droni hanno fallito il bersaglio e altri hanno raggiunto i bombardieri ma non sembra siano esplosi, non si sa per quale motivo.
Nell’aeroporto di Ryazan hanno avuto un ruolo di rilievo, nel fermare l’attacco, le difese elettroniche presenti che hanno bloccato vicino alla pista l’arrivo dei droni, che sono caduti quasi tutti vicini.
Non un gran danno materiale, ma di certo uno smacco mediatico.
La scelta di utilizzare tattiche più simili al terrorismo che al conflitto, le persone coinvolte si sono finte civili, uso di perfidia secondo il codice di guerra della convenzione di Ginevra, al fine di portare un attacco a strutture militari dall’interno del territorio russo.
Gli attacchi contro le strutture ferroviarie, portati da commandos infiltrati dal territorio ucraino, si configurano come crimine di guerra, avendo avuto come bersaglio treni civili e non convogli militari.
https://www.youtube.com/watch?v=93dsoP6ITI0&t=25s
Attacco al ponte di Kerch
Infine l’elenco degli attacchi ucraini si è concluso con un fallito attacco al ponte di Kerch.
Droni dal cielo, abbattuti, e BEC (droni acquatici) che sono esplosi uno sotto il livello dell’acqua, non è ancora del tutto chiaro se si sia trattato di un drone sottomarino o un attacco con sommozzatori che hanno piazzato cariche esplosive sulla struttura del ponte.
Infine un paio di BEC sono stati intercettati ancora al largo, diretti verso il ponte e colpiti con droni a guida autonoma, LANCET della nota fabbrica Zala.
L’attacco al ponte è quindi fallito e dopo un paio di ore di chiusura per verificare i danni e l’eventuale presenza di altri ordigni, il traffico è ripreso regolare.
Telefonata tra Putin e Trump
Il giorno 4 si sono sentiti i presidenti russo, Putin e quello statunitense Trump.
Colloquio durato circa un’ora e un quarto, in cui il presidente russo ha ribadito che la Russia dovrà rispondere con forza.
La telefonata ha toccato anche altri argomenti quali la crisi con l’Iran, per il nucleare e la necessità che la Russia medi con Teheran per arrivare ad un accordo entro breve.
Telefonata tra Putin e Papa Leone XIV
Interessante che si siano sentiti lo stesso giorno con Putin, sia Trump che il Papa.
Nella conversazione, Putin ha fatto i complimento per l’elezione a Papa, e per la disponibilità alla mediazione nel conflitto.
Il Papa ha fatto appello per un gesto di pace da parte russa e ribadito l’importanza del dialogo diplomatico.
Il Presidente Putin ha chiarito che la Russia sia aperta sia al dialogo che alla diplomazia, ma che sia Kiev a non esserlo.
Ha inoltre ribadito l’impegno costante della Russia per arrivare al ricongiungimento, ove possibile, tra i 330 bambini ancora in custodia russa e i loro familiari, missione e sforzo portato avanti da Monsignor Zuppi, e che ha già portato al rientro in Ucraina di oltre 100 bambini.
I colloqui di pace del giorno 2 giugno.
A Istanbul si sono tenuti i colloqui di pace tra russi e ucraini, non si può dire che siano andati bene.
Forse gli attacchi ucraini erano tesi proprio a spingere la Russia a ritirarsi dai colloqui, ma non lo hanno fatto.
La delegazione ucraina si è presentata in divisa, anche se militari non sono, quella russa no.
Le posizioni sono apparse molto distanti tra loro, direi addirittura del tutto inconciliabili.
Gli Ucraini sono apparsi più scollegati dalla realtà, hanno perdite molto elevate, faticano e non poco a rapire cittadini per costringerli all’arruolamento, perdono costantemente terreno.
I Russi hanno portato le posizioni di sempre, rimozione delle cause del conflitto e richiesta di forti garanzie di sicurezza limitando fortemente la capacità bellica ucraina, no alla NATO, no a eserciti stranieri su suolo ucraino, no installazioni militari, stop a ogni fornitura militare e di intelligence, denazificazione, rispetto dei cittadini di lingua russa.
Unici temi reali trattati sono stati lo scambio di prigionieri e lo scambio di salme di soldati.
La Russia si è data disponibile a consegnare 6000 salme di soldati morti nella regione di Kursk e zone limitrofe.
In questi giorni però l’amministrazione ucraina ha rigettato l’offerta, anche di cessate il fuoco temporaneo nelle zone di scambio, e ha affermato che sia impossibile che la Russia sia in possesso di 6000 salme di soldati ucraini, ovviamente negando le proprie perdite.
Peccato che da agenzia ucraina risultino almeno 400.000 dispersi di cui non si hanno tracce.
https://t.me/ICRCinUkraine/1209
Il giorno dello scambio di prigionieri e salme, 640 per 640 prigionieri e 1202 salme, gli Ucraini non si sono presentati, Zelenski ha anche annunciato che l’Ucraina si ritira da ulteriori colloqui con la Russia.
I pesanti bombardamenti russi non sono una risposta agli attacchi di Kiev.
In questi ultimi giorni si sono registrati pesanti bombardamenti su Kiev, Poltava, Dnepropetrovsk, Karkov, Lutsk, Ternopil, Odessa, Cherson, Vinnitsa, Cernigov.
Si è trattato di pesanti attacchi contro l’apparato produttivo bellico ucraino, a Kiev la fabbrica Bolscevic, i cui sotterranei erano adibiti alla produzione di droni, ora non più, gli stabilimenti Kommuna di Karkov, devastati, come anche gli stabilimenti Schereder di Ternopil, dove è esploso un deposito di armi a seguito dei bombardamenti.
La scelta russa pertanto è quella di non modificare la strategia, non rispondere ora alla scelleratezza ucraina ma di proseguire nella pressione offensiva senza dare tregua agli Ucraini.
Dnepropetrovsk
Il ministero della difesa russo ha comunicato che le forze della 90a Divisione russa sono ormai al confine di Dnepropetrovsk stabilmente ed il fronte sta oltrepassando il confine.
