19 Gennaio 2025
Simonetta Ferrero, 54 anni di mistero
Dopo dopo tanti anni siamo ancora fermi al 24/07/1971.
Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Si sente spesso dire che le prime 48 ore sono fondamentali. Certo non è da prendere come termine tassativo. Vero è che più il tempo passa minori possibilità ci sono di arrivare ad una soluzione.
Messa così non avrebbe senso parlare di casi rimasti senza soluzione per decenni. Per fortuna le indagini non sono regolate da formule matematiche. Il tempo può cancellare molto ma rimane sempre qualcosa. Sufficiente a trovare la soluzione.
I vecchi casi vanno affrontati come uno scavo archeologico. Si tirano fuori i singoli elementi passandoli pazientemente al setaccio.
Prendiamo ad esempio l’omicidio di Simonetta Ferrero avvenuto presso l’ Università Cattolica di Milano il 24/07/1971. Simonetta si è laureata nel 1968 presso l’Università Cattolica. Lavorava presso la Montedison ed era molto attiva nel volontariato. Viveva con la famiglia in Via Osoppo e non aveva legami sentimentali.
Una vita tranquilla in una Milano che tranquilla non era più. Finito il miracolo economico si avvicinava la crisi economica. Il terrorismo. Ma questo Simonetta Ferrero non poteva saperlo. E non lo avrebbe mai saputo.
La mattina del 24/07/1971 deve compiere alcune commissioni. In vista della partenza per una vacanza in Corsica con la famiglia. Deve rientrare per pranzo. Ma le ore passano e Simonetta non torna a casa. I familiari si preoccupano. Un tale ritardo non è normale. Presentano denuncia di scomparsa.
Le ricercano si concludono la mattina del 26 luglio. Il corpo viene trovato in uno dei bagni delle donne presso l’ Università Cattolica . Un seminarista, che studia presso la Cattolica, viene attirato dallo scrosciare ininterrotto dell’acqua udito oltre la porta del bagno femminile. Entra e trova il corpo.
L’autopsia stabilisce che viene uccisa tra le 11 e le 13 del 24 luglio. Con oltre 30 coltellate. Inferte con una lama lunga. Ben affilata. Ad un solo taglio. Sono presenti segni di difesa. Nessuna violenza sessuale. L’assassino probabilmente si lava nel bagno e lascia il rubinetto aperto.
Nessuno ha sentito urla o altri rumori perché quel giorno erano presenti degli operai che stavano usando il martello pneumatico.
Il primo dilemma da risolvere per gli investigatori è capire perché Simonetta si trovava in università. Forse per fare un piacere ad una amica o forse semplicemente perché trovandosi in zona ha bisogno del bagno e si reca in un luogo che conosce benissimo.
L’ assassino la vede entrare in bagno, è sabato quindi non ci sono molte persone e il rumore del martello pneumatico copre i rumori. Decide di cogliere l’occasione, sorprende Simonetta. Prova ad aggredirla. Lei si difende e quindi la uccide con decine di coltellate. Si lava e si allontana. Forse si nasconde all’interno dell’università.
Certamente conosce perfettamente i locali della Cattolica. Si muove a suo agio. Gira con un lungo coltello e non esita a colpire in un luogo pubblico. Chiaro segno di una scarsa capacità di frenare i propri istinti violenti.
Potrebbe , negli anni , aver aggredito altre donne . Lasciando tracce.
Ci furono diversi sospettati, lettere anonime e mille ipotesi.
Ma dopo dopo tanti anni siamo ancora fermi al 24/07/1971.
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