Esteri
L’ora X si avvicina
Aree di crisi nel mondo n. 153
Artemovsk
Artemovsk è la città sulla linea del fronte ormai da diversi mesi.
In questa settimana possiamo annotare due fatti.
Primo: le truppe russe sono ancora in avanzata, hanno liberato altri settori della città, completato il controllo della parte ad est della ferrovia, proseguito l’avanzata da nord, con notevoli guadagni e anche da sud con guadagni minori ma presenti.
Secondo: le forze ucraine hanno tentato ancora alcune offensive di alleggerimento a sud del fianco sinistro russo, ma senza alcun esito.
Anche dal lato nord hanno tentato di fermare e far arretrare le truppe russe ma non sono riusciti ad ottenere nulla.
Il risultato maggiore sul fianco destro russo è stato quello di catturare una sezione di strada per i rifornimenti di Artemovsk, cattura più volte tentata e mai riuscita fino ad ora, pertanto le offensive hanno indebolito lo schieramento ucraino e non quello russo.
Nella mappa si possono osservare le attuali posizioni dei due eserciti.
Vi sono due settori dove si va concentrando la resistenza ucraina, una sorta di ridotte.
La caserma militare, che di certo presenta sotterranei e strutture pensate per la sua difesa, e che finora ha retto agli attacchi russi, ve ne sono già stati due in questi giorni.
L’altra è quella della zona delle scuole e università con anche più ad ovest un ospedale che era pediatrico ora abbandonato, queste strutture hanno ruderi di palazzi che formano un intricato percorso adatto a resistere ad un attacco, sono strutture sovietiche pertanto avranno cantine e sotterranei di collegamento a datti a rifugio per scorte e soldati.
Sono la Alamo degli Ucraini.
Come potete osservare, l’analisi dell’”esperto” dell’Istituto ISPI, citato la settimana scorsa si è rivelato del tutto errato, ma non deve stupire, non sono nuovi a simili svarioni.
La Resistenza ucraina presso Artemovsk pertanto prosegue, non è stato emanato alcun ordine di ritiro, gli Ucraini si ostinano a rimanere e difendere le loro posizioni con ogni mezzo a loro disposizione e, ciò nonostante, stanno arretrando e subendo gravissime perdite.
Il resto dei fronti
Il tema principale di questa parte è sicuramente l’attesa offensiva ucraina.
Dal giorno 20 ogni giorno è buono, ma proprio in questi giorni alcune piogge hanno riportato il pesante fango sui terreni del sud del Paese, procrastinando l’eventuale inizio delle operazioni offensive da parte di Kiev.
Le recenti dichiarazioni del segretario della Difesa USA Lloyd Austin ci riportano al tema del totale dei mezzi occidentali forniti all’Ucraina, l’Italia da parte sua, oltre ai Lince e alla batteria di Samp T e molti rifornimenti di armi e munizioni, ha fornito la bellezza di 95 leopard 1 al momento in riparazione in Germania, saranno disponibili non prima di alcuni mesi, almeno altri 100 M109 rimessi in perfetta efficienza motoristica e strumentale dai nostri tecnici e probabilmente, avvalendosi di officine esterne per quanto riguarda la revisione dei motori.
Tornando ad Austin è molto interessante la sua ultima conferenza stampa che vi posto in video e in testo, a cui partecipa anche il capo di stato maggiore il gen. Milley.
Citando Austin: “ I nostri sforzi collettivi hanno fatto un’enorme differenza sul campo di battaglia e ora, in pochi mesi, il Gruppo di contatto ha consegnato più di 230 carri armati, più di 1.550 veicoli corazzati e altre attrezzature e munizioni per supportare più di nove nuove brigate corazzate . Abbiamo anche accelerato le tempistiche degli M1 Abrams per fornire all’Ucraina maggiori capacità corazzate nei prossimi mesi, e gli M1 che gli ucraini useranno per l’addestramento arriveranno qui in Germania nelle prossime settimane.”
Questo concorda con i conti che avevamo fatto nei video scorsi, ma a queste cifre vanno aggiunti di certo i 250 carri armati Abrams M1 cui accennano sia Milley che Austin, questi in effetti sono stati consegnati questa estate alla Polonia assieme ad una fornitura di circa 150 carri M1A2 nuovi, per la Polonia chiaramente, mentre i mezzi ex Marines corps M1 in calibro 105 con pezzo rigato, prelevati dalle riserve strategiche USA in quanto dismessi, saranno con ogni probabilità consegnati all’ucraina per la prossima offensiva, e non ne parlano che in termini futuri per dissimulare la decisione già presa.
Parliamo quindi di un potenziale di 500 carri armati e 1500 mezzi blindati a disposizione di questa importante e vitale operazioni oltre la quale, in caso di insuccesso o di errata valutazione delle decisioni russe, si rivelerà un disastro.
Più volte ho letto che nelle intenzioni della NATO vi sia l’idea di recuperare quanto più terreno sia possibile alla Russia per poi aprire un tavolo di trattativa.
Credo che questo rappresenti molto bene il distacco dalla realtà che accomuna i comandi della NATO, nulla infatti impone ai Russi di fermarsi in caso gli Ucraini recupero , eventualmente terreno, essi potrebbero semplicemente riprendere il conflitto con le medesime attuali modalità, imponendo gravi perdite in uomini e mezzi agli Ucraini e poi pian piano riprendersi il territorio.
Il vantaggio di questa possibilità su quella fantasiosa direi addirittura onirica, della NATO è che i Russi hanno oggi più carri armati di quando hanno iniziato il conflitto. Solo nel 2022 sembra ne abbiano prodotti 1600 nuovi e convertito molti altri delle riserve in livelli di equipaggiamento a standard superiore come i T72 convertiti allo stadio T72B3M o i T80 allo standard BVM. Stesso discorso per i blindati ed i pezzi di artiglieria, gli elicotteri ecc ecc.
Non così invece per la Difesa di Kiev che ormai ha la sua produzione nazionale azzerata, dipende i tutto e per tutto dalle consegne e dagli aiuti della NATO, nessun altro Paese sembra intenzionato a fornire aiuti.
Persino il Presidente colombiano, in visita a Washington ha deluso le aspettative di Biden dichiarando che la Colombia NON consegnerà alcuna fornitura militare a Kiev. Di fatto il Presidente Petro si è allineato agli altri Paesi sudamericani che si rifiutano di schierarsi con i Paesi della NATO.
https://www.aljazeera.com/news/2023/4/20/colombian-president-petro-meets-with-biden-in-washington-dc
La ricerca di nuove armi per Kiev presso altri fornitori ci dice che gli USA non sappiano più come sostenere il conflitto, e che il momento del duro bagno di realtà si stia avvicinando.
Tutto pertanto si gioca sull’esito di questa offensiva, che per importanza si può paragonare solo al D-Day, all’Overlord per gli USA, se fallisce le chances di una seconda pallottola da sparare sono minime, gli USA potrebbero solo limitare l’invio di carri a quelli “europei” al fine di avere una riserva di altri 250 Abrams M1 da gettare nella mischia successivamente, assieme ai leopard 1 riparati che tra l’altro utilizzano lo stesso calibro il 105 rigato.
A giudicare dal nervosismo, dalle dissimulazione mediatiche come la fuga di notizie pilotata il momento dell’inizio di queste operazioni si avvicina sempre più e avremo presto modo di verificare se quanto abbiamo immaginato si rivelerà esatto.
I segnali del prossimo scontro
Vi sono diversi segnali della vicinanza dell’inizio delle operazioni di Kiev.
Guardiamo alla Russia.
Mosca ha proibito le sfilate del Reggimento degli immortali, non le parate militari sia ben chiaro, in tutte le città russe in vista del prossimo 9 maggio giorno della Vittoria sul nazifascismo nella Grande guerra Patriottica.
Il Presidente Putin si è recato a sorpresa e di persona presso i comandi militari della regione di Cherson e presso il comando militare “Vostok” presso la regione di Lugansk, dove ha incontrato il redivivo generale Lapin.
Perchè questa visita?
La visita di persona del Presidente indica due fattori:
Primo, la totale vicinanza fiducia e sostegno del Paese nel ruolo e nell’impegno delle forze armate di fronte alla sfida che si presenta ormai prossima e decisiva.
Secondo, il Presidente si reca di persona presso i comandi perchè conferisce DIRETTAMENTE e di PERSONA con i vertici sul campo.
Avrà già avuto modo di parlare di persona anche con il comandante delle operazioni sul campo il generale Surovikin e delle operazioni più estese il generale Gerasimov.
Ma con i comandi sul campo è necessario parlare per riferire direttamente e con testimoni ordini precisi sul come poter condurre le operazioni in risposta all’offensiva, e di farlo nel modo più certo e sicuro che fosse possibile, consegnando nel contempo i medesimi ordini in forma scritta e di fronte a pochi ma selezionati testimoni.
Pertanto ritengo che vi siano pochi perchè nel seguire questa procedura, una di queste riguarda l’impiego di determinati sistemi d’arma, sistemi il cui impiego sia normalmente precluso ai comandanti sul campo.
Gli ordini del Presidente Putin pertanto potrebbero riguardare la specificazione delle condizioni che possano permettere detti comandanti a ricorrere al loro impiego, quelle condizioni e nessun altra.
In ultimo, a Kiev nei giorni scorsi si è recato il comandante in capo della NATO, il nomen omen Stoltemberg in persona, credo che a breve vedremo anche la visita di un comandante USA, come per le precedenti operazioni offensive di Kiev, Kirby, Blinken ed ora vedremo di chi sarà il turno e potrebbe trattarsi di Austin in persona.
Nel frattempo non possiamo che fare da spettatori o firmare i referendum per tentare di dare un segnale al governo, per i tempi referendari, tra raccolta firme, vaglio invio e certificazione e voto dubito che si arrivi mai in tempo, noi abbiamo già terminato la capacità di rifornire ulteriormente Kiev a mano di non recuperare in qualche modo anche i rottami superstiti dei vecchi Centauro presso Lenta, ma comunque potrebbe valere come segnale per ricompattare quel sopito movimento per la pace ormai scomparso dalle scene.
A differenza dei revisori storici che circolano abbondantemente nel nostro Paese, chi festeggia realmente e capisce il 25 aprile non potrà mai stare con la NATO e con Kiev. Buon 25 aprile di Liberazione a tutti, viva la Repubblica viva la nostra splendida e ignorata Costituzione.