Attualità
SERENA MOLLICONE, IL PROCESSO IMPROPRIO
Ricordiamo Serena Mollicone. Ricordiamo soprattutto che aspetta giustizia. Quella vera.
Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Il 15 luglio sono stati assolti, in primo grado, gli imputati per l’omicidio di Serena Mollicone. Le motivazioni della sentenza verranno depositate a metà ottobre.
Sarebbe logico e corretto aspettare la lettura delle motivazioni. Per avere dati oggettivi.
Invece no. In questi giorni il pool difensivo della famiglia Mottola ha pubblicato un libro. Libro che celebra il “capolavoro bis del segugio”. Ovviamente è lecito rivendicare successi professionali. Oggettivamente, però, non è possibile nessuna analisi senza le motivazioni della sentenza. Anche perché l’assoluzione ex art 530 comma 2 cpp è basata più sulla valutazione degli elementi portati dalla Procura, che sul lavoro delle Difese.
Esistono altri due gradi di giudizio. Il rispetto per la Corte d’Assise d’appello di Roma e per la Cassazione dovrebbe concretizzarsi nel silenzio. La vicenda processuale di Serena Mollicone verrà chiusa non prima del 2024. Che senso ha parlare ora di vittorie o sconfitte?
Il prossimo 18 settembre, ad Arce, Serena Mollicone sarà ricordata con una grande manifestazione. Con la presenza di avvocati, giornalisti, criminologi, magistrati, familiari delle vittime di omicidio, cantanti, animatori, artisti, associazioni. Bellissima iniziativa.
Serena Mollicone merita certamente di essere ricordata. Ci saranno anche interventi per analizzare e sindacare la sentenza di assoluzione? In caso affermativo che valore avranno senza le motivazioni della sentenza?
Portare la gente in piazza è sempre segno di democrazia. La piazza, però, non emette sentenze.
Bisogna dare un volto all’assassino di Serena Mollicone, questo può farlo solo un Tribunale.
Serena Mollicone verrà ricordata esattamente una settimana prima delle elezioni. Vista la serietà degli organizzatori non diventerà una tribuna elettorale. Per fortuna.
La Corte d’Assise di Cassino è diventata invisibile. I componenti del collegio giudicante sono stati insultati senza nemmeno leggere le motivazioni. Il “popolo” ha rifiutato la sentenza senza leggerla. Con quali motivazioni?
L’opinione pubblica ha maturato ostilità verso la sentenza di assoluzione sulla base di ciò che ha letto sui giornali e visto in televisione. Senza aver partecipato al processo, senza aver letto un solo atto. Che senso ha fare dei processi quando la piazza continua a sostenere esattamente il contrario? Ha senso perché la civiltà giuridica non è quella delle piazze.
“In nome del popolo italiano” non significa che le sentenze “devono piacere al popolo”. Quindi è inutile scrivere “non nel mio nome”. In nome del popolo italiano ha la funzione di ribadire l’indipendenza della magistratura. I magistrati sono soggetti solo alla legge. I rappresentanti del popolo approvano le leggi. È gravissimo affermare che “i magistrati devono assecondare la volontà popolare nel sentenziare”.
Rinunciamo alla tentazione di processi impropri e paralleli in piazza o sui social. Non servono a nulla. Dobbiamo convincere i giudici della colpevolezza o dell’innocenza non i lettori, non i followers.
Ricordiamo Serena Mollicone. Ricordiamo soprattutto che aspetta giustizia. Quella vera.
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