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Il Comitato Femminicidio in Vita denuncia l’abuso istituzionale messo in atto dai Servizi Sociali del Comune di Milano

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Redazionale

Quello che sta accadendo a Imma Cusmai ha dell’incredibile se non fosse drammatico.

Attivista per i diritti umani e presidente del Comitato Femminicidio in VITA, ha subito lo strappo violento della figlia a causa di una perizia alterata. Sua figlia, oggi ha 13 anni, ma è stata insieme alla madre, protagonista di una violenza inaudita: prelievo coatto a scuola nel 2013, incontri in spazio neutro per tre anni, affidamento ai servizi sociali del Comune di Milano, per un totale di 7 anni di inferno, questo perché la legge n. 54 del 2006 pone l’accento sulla necessitá di un “affido condiviso” anche in presenza di un genitore violento. Il collocamento dal padre -ritenuto in fase peritale immaturo e sadico- ha innescato, infatti, tutta una serie di atroci soprusi.


Imma Cusmai dichiara: “dopo 7 anni di lotta incessante, dopo aver reso pubblico questo stupro istituzionalizzato neanche l’emergenza sanitaria da Covid19 in atto è ritenuta dai Servizi Sociali di Milano una buona ragione per favorire una vera bigenitorialità nei riguardi di mia figlia. La mia richiesta di poter condividere equamente col padre il periodo di sospensione dell’attività didattica di mia figlia è stata rigettata dai servizi citati senza una valida ragione; la sentenza di I grado, confermata in appello, infatti, ha affidato all’ente mia figlia senza alcuna restrizione nella formulazione del calendario. Ritengo questo ostruzionismo un vero abuso di potere e una violazione dei diritti della “minore” sanciti da leggi e convenzioni internazionali! Rendo pubblica la mia intenzione di denunciare i servizi per abuso di potere e sottrazione di minore”.


Il Comitato seguirà con attenzione la vicenda a sostegno dei diritti della Sig.ra Cusmai e di sua figlia.

Roma, 19 aprile 2020

Comitato Femminicidio in Vita
femminicidioinvita@europe.com

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo