Cultura
Ci lascia chi non sa andarsene
di MARIANNA STURBA
Un uomo è sempre la somma delle sue esperienze e Lui, Luis Sepulveda, è: il nipote di un anarchico condannato a morte, è il nipote di una affascinante zio
anarchico innamorato della letteratura; è un giovane comunista che si fa cacciare dall’università di Mosca per “atteggiamento contro la morale” per una clandestina relazione con la sua insegnante; è il giovane soldato dell’ Esercito di liberazione nazionale in Bolivia; è il giovane Cileno che torna in patria per dedicarsi ad una cooperativa agricola mentre cerca ancora di capire il mondo dell’arte ; è il ragazzo che già membro del Partito socialista entra a far parte della guardia personale di Salvador Allende; è il giovane che si alimenta agli scritti dei giovani pensatori comunisti perché lui è fuoco e altro fuoco cerca; è il giovane uomo che nel 1973 viene arrestato e torturato per l’attentato a Salvador Allende; è l’uomo per cui si mobilità Amnesty International ed ottiene 8 anni di esilio; è l’uomo dalla grande sensibilità ambientalista che si spende per lo studio dell’impatto dell’occidente sulla popolazione di indios Shuar; è lo scrittore che lascia che gli eventi esterni dettino alla sua mano i nuovi libri come è stato per “Il vecchio che leggeva Romanzi d’amore”. Penserete che Luis è l’uomo delle grandi cause, invece come fanno tutti i grandi pensatori, è la mente geniale e l’animo sensibile che tenta di parlare anche ai bambini, alle nuove generazioni educando ad una potente fratellanza che travalichi i confini territoriali e culturali “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, che viene decretato come successo mondiale. Sulla scia di questo suo titolo acclamato arriveranno poi negli anni “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico”, “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”, “Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà”, e da ultimo nel 2018 “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa”. Per Luis era importante parlare ai bambini perché lui era il frutto del rapporto con figure significative e appartenenza culturale e useremo proprio le sue parole per raccontare il lavoro dedicato ai piccoli. “Questo libro colma un debito che durava da tanti anni. Ho sempre sostenuto che gran parte della mia vocazione di scrittore nasce dal fatto di aver avuto nonni che raccontavano storie, e nel lontano Sud del Cile, in una regione chiamata Araucanía o Wallmapu, ho avuto un prozio, Ignacio Kallfukurá, mapuche (termine formato dall’unione di due parole – mapu, terra, e che, gente – la cui traduzione corretta è Gente della Terra), che al tramonto raccontava ai bambini mapuche storie nella sua lingua, il mapudungun. Io non capivo cosa dicevano tutti gli altri mapuche nella loro lingua nativa, però capivo le storie che narrava il mio prozio. Erano storie che parlavano di volpi, puma, condor, pappagalli, ma le mie preferite erano quelle che raccontavano le avventure di wigña, il gatto selvatico.Capivo cosa raccontava il mio prozio perché, pur non essendo nato in Araucanía, nella Wallmapu, sono anche io mapuche. Sono anche io Gente della Terra. Ho sempre desiderato raccontare una storia ai bambini mapuche, al tramonto, sulla riva del fiume, mangiando i frutti dell’araucaria e bevendo il succo delle mele appena raccolte negli orti. Ora che mi avvicino all’età del mio prozio Ignacio Kallfukurá, vi racconto la storia di un cane cresciuto insieme ai mapuche. Di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà. Vi invito quindi in Araucanía, nella Wallmapu, il paese della Gente della Terra” Grazie maestro per averci insegnato a lottare per i valori in cui crediamo, grazie per averci raccontato che anche dal carcere ingiusto si può uscirne migliori, grazie per aver dedicato la tua vita a cause importanti insegnandoci nei fatti “a volare” alto, sempre; grazie perché parli ai nostri giovani senza infingimenti con il solo obiettivo di alimentare l’uomo e la donna che saranno. Ora, nel tuo nuovo viaggio, non dimenticarti di guardare la terra ed essere “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” magari sussurrandoci nelle orecchie nuove storie e spunti narrativi, nella speranza che qualcuno raccolga la tua eredità.