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Lo sport ai tempi del Covid19

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di FABRIZIO RESTA

C’è chi gioca a ping pong sul lungomare di Bari, costringendo il Sindaco a doverli cacciare, c’è chi porta il cane a fare bisogni 8 volte al giorno ma anche chi va in campagna a lavorare come se la campagna fosse immune dal virus. Ognuno cerca di fare il possibile per evadere la quarantena mentre i casi sono saliti hanno superato i 53.000. Ma andrà tutto bene…finché non vedono persone che vanno a correre. I runner sono i nuovi untori. Persino un campione di livello mondiale come Yeman Crippa, che si deve allenare per le Olimpiadi di Tokyo (ma che a mio parere si potrebbero tranquillamente sospendere o rinviare) è stato segnalato e denunciato da anonimi cittadini che ormai sono appostati come cecchini alle finestre. Ecco in che situazione siamo: i runner, che vanno a correre soli alle 5-6 del mattino ma che sono ovviamente facili da riconoscere, sono i “cattivi”; cosa importa se poi guardandoci attorno vediamo persone che passeggiano mano nella mano o che addirittura tornano dal Nord e decidono di fare il classico giro degli amici, diffondendo il covid 19 per tutto il paese (fatto avvenuto recentemente a Sammichele di Bari). Siamo in un mondo diviso in due tra ipocondriaci che hanno paura di tutto, persino della propria ombra e chi invece rasenta l’incoscienza. Siamo arrivati ad una situazione insostenibile.


Aldilà della situazione specifica, dove Crippa ha il certificato Fidal e quindi avrebbe diritto ad allenarsi negli impianti a porte chiuse ma purtroppo la provincia di Trento le ha chiuse tutte senza fare eccezioni, l’Italia sportiva è sempre più paralizzata dall’emergenza Coronavirus. Fare sport in Italia è veramente dura, è vero ma non impossibile.  I runner, ma più in generale tutti i veri sportivi (non quelli che hanno deciso di dedicare la loro vita allo sport solo dopo la quarantena) sono una categoria di persone diverse dagli altri: sono persone sensibili alle condizioni dell’Ambiente perché chi fa sport con la natura ci convive, sono persone abituate ai sacrifici perché in ogni allenamento o gara che sia, se vuoi dei risultati devi farli. Sono persone solidali perché chi fa sport, vuoi o non vuoi, appartiene ad un gruppo, che sia la squadra, che sia il compagno d’allenamento, che sia l’allenatore, l’allievo o qualsivoglia altro. Per tutti questi motivi i veri sportivi d’Italia devono essere pronti a sostenere l’ennesima dura prova: stare a casa. È un po’ una gara di resistenza.

Questo virus non è uno scherzo (In Puglia più di 600 casi. Nella Bat ci sono 32 casi, a Bari 194, Brindisi 94) e non è vero che colpisce solo i vecchi. Christian Binda, lottatore di arti marziali miste italiano, è stato recentemente trovato positivo al Covid19. Lui è un professionista, non è un trapiantato, non è un dializzato o immunodepresso né aveva patologie pregresse, eppure è stato contagiato. Ci sono stati contagi anche nella serie A di calcio, l’ultimo dei quali ha colpito il Milan ma anche all’estero la situazione è la stessa. Non è un caso se il Governo ha decretato che non sarà possibile correre all’aperto se non nelle prossimità di casa. Per questo motivo, i più grandi atleti d’Italia sono impegnati in questi giorni a sensibilizzare gli atleti ad allenarsi a casa.

Luca Anacoreta, medaglia d’argento all’Europeo di Lisbona di Brazilian Jiu Jitsu, sta proponendo su Instagram un’intervista al giorno con dei grandi campioni: Giovanni De Carolis, Bruno Frazzato e tanti altri.  Giovanni De Carolis ha parlato delle difficoltà che ha incontrato per l’allenamento da casa e di come è riuscito ad arrangiarsi. Spesso uno è abituato ad utilizzare attrezzi complessi e costosi della palestra ma in realtà è possibile allenarsi efficacemente con attrezzi semplici e 2 metri quadrati.

Cicalone, ex kickboxer e pugile romano, famoso influencer sportivo grazie al seguitissimo canale youtube “Scuola di botte” è impegnato ogni giorno su instagram a far capire ai suoi followers (la maggior parte giovanissimi) quanto sia grave il problema del covid19, leggendo e commentando i dati ufficiali dei contagi e (purtroppo) dei morti. “potrei andare a correre, nessuno me lo vieta ma ho deciso di non farlo perché da allenatore e influencer, con molti ragazzi che mi seguono, credo di avere delle responsabilità nei loro confronti e cerco di essere un modello di esempio per loro”. Il suo impegno è anche di consigliare un modo alternativo di allenarsi restando a casa. “inutile usare dei pesi, se non quelli da 1 o 2 kg; molto meglio usare degli elastici che ti permettono di creare una resistenza più naturale e non eccessiva. Un modo per sostituire la corsa è usare la corda, certo non è la stessa cosa ma per tenersi in allenamento va bene”.

Un ultimo avvertimento: usate questi canali youtube per imparare ad allenarvi con quello che potete trovare a casa. Evitate di comprarvi l’impossibile da Amazon, sia perché i corrieri non si sa da dove vengono ed evitare il contatto è sempre meglio, sia perché in questi giorni Amazon ha diramato un comunicato tramite il quale ha dichiarato che verrà (giustamente) data priorità alla spedizione di beni di prima necessità.

Quello che sarà davvero difficile affrontare è il tema di quelle professionalità particolarmente colpite dalla pandemia: tecnici, insegnanti, istruttori che purtroppo non sono mai stati destinatari di ammortizzatori sociali e nemmeno di provvedimenti a sostegno, perché il cosiddetto compenso sportivo non è mai stato considerato lavoro ma reddito diverso. Affitti e utenze da saldare e zero entrate. Tante palestre sono chiuse e purtroppo resteranno chiuse anche dopo l’emergenza. Bisogna pensare al futuro a quello che verrà nel dopo covid19 e tocca al governo intervenire e perché no? dove non arriva il governo potrebbe anche arrivarci la regione Puglia, magari con un fondo per le attività culturali dove possono rientrare anche le palestre.

Fonte foto: Corriere.it

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo