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Rinviate le Olimpiadi di Tokyo 2020

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di BARBARA MESSINA

Si è infranto il Sogno, le Olimpiadi di Tokyo 2020 non apriranno il 24 luglio, ma non saranno cancellate.

Si chiameranno sempre Tokyo 2020, ma si giocheranno nell’estate del prossimo anno, e saranno i primi giochi olimpici dell’era moderna in un anno dispari, il 2021

Anche le Olimpiadi si piegano all’emergenza coronavirus, ma non saranno cancellate. Il CIO non rinuncerà  a Tokyo 2020, ma ne ha deciso lo slittamento cambiando la data. Troppi gli interessi in gioco, troppi gli sportivi coinvolti, troppi i problemi economici in ballo per cancellare tutto, il mondo dello sport non sarebbe lo stesso senza i giochi. Certo era da giorni che si parlava di uno slittamento, che i giochi non si farebbero fatti nelle date stabilite era ormai nell’aria, ma la certezza che i giochi non inizieranno come previsto il 24 luglio 2020 è un trauma, è un triste richiamo alla realtà, con il loro slittamento siamo costretti a fare i conti con il Covid19, con la battaglia contro questo virus maledetto che ci toglie tante libertà e ora anche il sogno tutto decoubertiano di pace e libertà. La battaglia ora ci sembra più lunga e non si sa quando potrà essere vinta.  Il governo giapponese ha tentato fino all’ultimo a resistere a “non infrangere il sogno” di migliaia di atleti che da anni si preparano per la gara della vita, ha provato a tenere fede agli impegni, ai milioni di investimenti ma anche la calma e l’ostinazione Giapponese hanno dovuto capitolare al Covid19, a questa guerra non dichiarata che tutti noi stiamo combattendo senza saperlo o meglio senza rendercene davvero conto. E’ per questo che lo slittamento delle Olimpiadi colpisce, tutti noi eravamo convinti che sarebbe passata in fretta, che avremmo fatto sì dei sacrifici ma in estate tutto sarebbe tornato a posto e le Olimpiadi erano il simbolo di questa speranza, il vederle slittare all’anno prossimo, il 2021, è una doccia fredda. Il Comitato Organizzatore ha deciso per lo slittamento e il CIO ha accettato questa scelta. Sarà dunque TOKYO 2020 anche se si disputeranno nel 2021. Da quanto si legge nelle nota ufficiale. «Il Presidente del CIO e il Primo Ministro del Giappone hanno concluso che i Giochi della XXXII Olimpiade di Tokyo devono essere riprogrammati in una data successiva al 2020 ma non oltre l’estate 2021, per salvaguardare la salute degli atleti, di tutti coloro che sono coinvolti nei Giochi Olimpici e della comunità internazionale». Saranno sempre i Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020, ma saranno i primi Giochi Olimpici in un anno dispari. La fiamma accesa come da tradizione ad Olimpia, lo scorso 12 marzo resta in Giappone, a Fukuschima. E’ una situazione nuova, non c’è mai  stato un rinvio per i giochi olimpici, cancellazioni si sono avute negli anni delle due guerre mondiali ma rinvii mai. Sin dallo scoppio della pandemia l’unica soluzione presa in considerazione dal CIO è stato lo spostamento ad una data differente. Il Comitato Olimpico internazionale si era dato tempo fino a metà aprile per chiarire lo scenario, ma alla fine la pressione di molte Federazioni Sportive, dei Comitati degli atleti e le indagini poste in essere dai suoi vertici hanno scartare definitivamente il mese di Luglio, troppo rischioso. La speranza era che i giochi potessero restare nel 2020, magari in autunno, ma alla fine si è optato per il 2021, per l’estate del 2021 anche per una questione puramente sportiva visto che l’annullamento di molti eventi pre-olimpici aveva reso difficile la classificazione a molti atleti. Con il protrarsi dei giorni di contenimento e gran parte del mondo in quarantena, la preparazione all’evento per gli atleti è diventata difficile se non impossibile mentre la scelta non era più prorogabile.  Diversi i video postati da atleti di tutte le discipline, da quelli ricchi di speranza come quello postato da Alex Zanardi, a quelli ironici come quello della “mitica” Federica Pellegrini che dal letto ironizza sulla sua preparazione. Molti sono gli atleti che hanno mostrato le immagini dei loro allenamenti casalinghi, tutti, con l’idea di provare a tener fede all’impegno anche se assolutamente consapevoli di non aver a disposizione la preparazione rigorosa che serve per andare ai giochi. Molti grandi nomi, vista la cancellazione di gran parte dei tornei preolimpici, non erano ancora nemmeno ufficialmente qualificati per la competizione. Canada e Australia avevano già fatto sapere che non avrebbero mandato i loro atleti all’appuntamento estivo e molti altri paesi erano preoccupati per le proprie compagini.  Al CIO era chiesta una decisione rapida, le quattro settimane inizialmente proposte per il mondo “veloce” dello sport erano decisamente troppe, soprattutto perché per molti la preparazione era già interrotta o fortemente ridotta da settimane. Lo stesso Premier giapponese Shinzo Abe, aveva parlato più volte di un rinvio inevitabile, in questi giorni in cui il leitmotiv per milioni di persone è il distanziamento sociale era difficile pensare di mettere nello stesso luogo 11mila atleti e 20 milioni di visitatori. Portarle ad ottobre, come più volte proposto, continuava ad essere rischioso e, con le conoscenze e i dati in possesso alla data attuale avrebbe potuto rivelarsi non risolutivo. Infatti, non si sarebbero evitate né le perdite economiche né tantomeno il tempo “recuperato” sarebbe stato sufficiente per fare i tornei di qualificazione e riorganizzare la gestione. E, per lo più, se l’emergenza non fosse stata risolta si sarebbe dovuto pensare anche a un nuovo spostamento. La decisione già nell’aria era stata anticipata da uno dei membri del Comitato Olimpico Internazionale, Dick Pound, a Usa Today dove aveva parlato apertamente di uno slittamento al 2021 “sulla base delle informazioni fornite al CIO, il rinvio è stato deciso”, ha anticipato Pound, “i particolari non sono stati determinati, ma i Giochi non inizieranno il 24 luglio”. Lo spostamento di 12 mesi salva dunque TOKYO 2020 ma non evita i problemi, infatti nel 2021 erano previsti i Mondiali delle principali Federazioni Olimpiche, nuoto e atletica che dovranno essere spostati e riprogrammati. L’altra ipotesi percorribile era lo spostamento di due anni, all’estate del 2022, libera da impegni visto che i Mondiali di calcio in Quatar sono previsti per l’autunno, ma il 2022 è anche l’anno delle Olimpiadi invernali con l’impossibile divisione degli interessi pubblicitari. In ogni caso l’annullamento, nonché ultima ipotesi vagliata dal Comitato Olimpico sarebbe stata peggiore e decisamente non praticabile. Dunque la scelta ufficiale del CIO è arrivata: “Le Olimpiadi di Tokyo sono rinviate al 2021”. La decisione, sofferta, dopo una conference call tra il primo Ministro Shinzo Abe, il Presidente del CIO Thomas Bach, il Presidente del Comitato Organizzatore Yoshiro Mori e vertici dello sport giapponese, arriva con l’annuncio della resa affidato al Premier Nipponico, seguito dalla benedizione del Cio: “I Giochi non si terranno in estate ma nel 2021”. L’edizione si chiamerà comunque Tokyo 2020, per non perdere l’investimento sul merchandising e il marchio. Le Olimpiadi si fermano ma non si ferma il sogno di migliaia di atleti, appuntamento dunque all’estate 2021 tenendo ben saldi i principi decoupertiani per quanto riguarda lo sport ma contravvenendone il più importante,  per quanto riguarda il Covit19, affermando per una volta che l’importante non è partecipare ma vincere questo terribile virus e credetemi sono convinta che anche il Barone Pierre de Coubertin, questa volta, sarebbe d’accordo con me.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo