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Il Partito Comunista Americano (CPUSA): una sinistra possibile?
di MADDALENA CELANO
Nostra intervista a Joe Sims: copresidente CPUSA
Joe Sims è copresidente del Partito Comunista USA (Communist Party USA), eletto alla sua 31a Convention. Sims è nato a Youngstown, nell’ Ohio, in una famiglia di operai delle acciaierie. Ha rappresentato gli Stati Uniti nella Commissione permanente del XII Festival mondiale della gioventù e degli studenti di Mosca e ha presieduto la delegazione degli Stati Uniti al 13 ° Festival di Pyongyang in Corea. Sims ha curato, Political Affairs, la rivista teorica del CPUSA per 15 anni. É stato membro fondatore del Black Radical Congress ed è stato attivo nella sua sezione unitaria di New York. Di recente ha pubblicato saggi come Trump’s attack on American Workers, Is Armed Self-Defense the Answer to Right-Wing Terror o Lenininsm and the African American National Question.
Sims vive a New York City.
MC: In Italia, quando si parla di Trump, uno degli argomenti prevalenti afferma che la sua vittoria alle elezioni riflette un’ala destra della classe operaia americana, in particolare la classe lavoratrice bianca. Ritieni che l’analisi sia giusta? E, al di là della sua veridicità, come potrebbe la sinistra americana rispondere alla minaccia del populismo di destra?
JS: La vittoria di Trump rappresenta l’ala destra del paese, in particolare le fasce della classe dirigente e medio-alta della popolazione. È vero che la maggioranza dei bianchi hanno votato per Trump, ma questo è vero anche per gli altri candidati repubblicani. Per quanto riguarda la classe dei lavoratori, il sostegno a Trump proveniva dalle sezioni più benestanti della classe operaia. In generale, il sostegno all’amministrazione Trump è piuttosto ampio. La sinistra, negli Stati Uniti, non è organizzata in partiti politici ma è, in gran parte, coinvolta in varie organizzazioni della società civile, nei sindacati, come in associazioni per la promozione dei diritti civili, etc. La maggior parte comprende la necessità di sconfiggere l’estrema destra.
MC: La base politica di Trump è molto simile alla base del populismo di destra e ai partiti di destra in tutto il mondo. Non sono lavoratori di McDonald, né necessariamente banchieri. L’elettore di Trump ha maggiori probabilità di essere un manager regionale. È importante notare che gli Stati Uniti sono un grande Paese, con molti elettori, e quindi è facile trovare milioni di membri della classe lavoratrice che hanno votato per Trump. Con la sua campagna riuscì a convincere una parte sufficiente della classe lavoratrice a trasformare le elezioni, in quella che fu una vittoria serrata che dipendeva dai risultati di alcuni stati. Ma la maggior parte della classe operaia ha votato per Hillary Clinton o è rimasta a casa. È molto importante non sovradimensionare la componente del lavoro di Trump. L’agenda di Trump è antipopolare. Ha una base stabile di circa il 40% del paese, il che è poco. Ciò non significa che l’aspetto di Trump non abbia il suo lato spaventoso. Quello che si vede è una crescita del populismo di destra che si è verificato periodicamente nella storia del paese, quali interessi e gruppi sociali si celano dietro il populismo di destra statunitense?
JS: Credo sia piuttosto chiaro che, l’estrema destra negli Stati Uniti, sia ben organizzata e abbia importanti finanziamenti da grandi capitali, in particolare dal capitale finanziario.
MC: Alexandria Ocasio-Cortez, Rashida Tlaib e Ilhan Omar sono i nomi che risuonano maggiormente nei media egemonici, ma dietro di loro c’è una cucciolata di socialisti, in gran parte affiliati a dsa, molti con meno di 30 anni, che stanno registrando vittorie elettorali in tutto il paese.
Sebbene non abbia l’onnipresenza mediatica di Ocasio-Cortez, Bhaskar Sunkara è regolarmente convocato in CNN e in altri canali di massa per parlare del socialismo. Che cosa distingue o differenzia il socialismo americano dal socialismo europeo? In questa situazione, come si colloca il Partito Comunista Americano?
JS: I partiti socialisti, sia negli Stati Uniti che in Europa, hanno origini comuni che risalgono alla Seconda Internazionale e alle sue conseguenze. Sotto il profilo politico, la differenza è che il DSA non è per niente un partito autonomo ma opera all’interno del Partito Democratico. Sotto il profilo ideologico o strutturale, vi sono delle somiglianze: la gestione del capitalismo attraverso il riformismo invece di intravedere la necessità di gettare nuove basi per sostituire il capitalismo con un ordine sociale più equo; ma anche attraverso la lotta per portare le riforme alla necessaria conclusione logica. Speriamo che l’anticomunismo che ha guidato i socialisti, durante la guerra fredda, non sia più un fattore determinate. Noi comunisti americani collaboriamo con i socialisti su tutte le questioni in cui troviamo terreno comune e ve ne sono molte.
MC: Sanders si definisce socialista democratico. Sanders da giovane si unì alla Lega Socialista dei Giovani, il braccio giovanile del Partito Socialista degli Stati Uniti. Ma credo che la rivista Jacobin, così come alcuni settori della sinistra americana, abbiano avuto un ruolo importante nel capitalizzare la rabbia che le persone hanno provato con il liberalismo. Movimenti come Occupy Wall Street, la rivolta del Wisconsin del 2011, la recente ondata di scioperi degli insegnanti, tutti questi processi mostrano un crescente malcontento per alcuni tipi di politiche liberali democratiche. Anche Black Lives Matter, un nuovo movimento che denuncia il razzismo e la violenza contro i neri, è nato dallo scontento degli stessi politici neri eletti, che erano democratici e liberali. Jacobin è riuscito a delineare una politica di sinistra nel liberalismo regnante e affermare che questo tipo di politica è, in termini generali, una politica socialdemocratica. Per usare un cliché: l’ascesa di Sanders e il malcontento generato dalle politiche liberali hanno creato “condizioni oggettive” per far emergere una sorta di rivolta di sinistra nel centro liberale. Tuttavia, questa rivolta avrebbe potuto facilmente adottare un linguaggio più populista, come Podemos. Attualmente, quali sono le iniziative politiche e le lotte sociali che il Partito Comunista Americano promuove in questo contesto?
JS: Jacobin ha un certo ruolo, ma la crescita del sentimento e dell’organizzazione socialista è molto più ampia, più grande e profonda. È un processo oggettivo che precede la candidatura di Sanders. Il CPUSA lavora sulla base del fatto che le lotte quotidiane della classe lavoratrice e dei poveri per il diritto al lavoro, per l’assistenza sanitaria, per il diritto alla casa, contro la violenza della polizia, contro il debito studentesco e per la sicurezza ambientale, etc. siano la base su cui il vero cambiamento possa e debba essere costruito.
MC: Il razzismo, la xenofobia, il sessismo, l’omofobia e ad altre forme di odio e intolleranza proliferano sia negli Stati Uniti che in Europa. Sempre più partiti politici, compresi i partiti del governo, incitano al razzismo e alla xenofobia, dirigendo le loro campagne contro i rifugiati e i migranti. Come pensate di combattere i discorsi d’odio, l’intolleranza, la discriminazione e la violenza?
JS: La lotta contro la discriminazione e per l’unità di classe è parte unica e indispensabile della lotta per una nuova società socialista. Queste sono battaglie democratiche “di ogni classe” che devono essere sostenute a pieno titolo. Si richiedono misure compensative speciali per affrontare discriminazioni sociali che hanno una lunga tradizione storica. Ad esempio, misure compensative e azioni positive per la tutela dei neri, delle donne e per le persone LGBTQ, etc. Rifiutiamo la definizione di queste lotte come “politiche identitarie”. Ricordiamo che la classe operaia negli Stati Uniti è multi-razziale, ed è sia maschile che femminile. L’unità di classe richiede che siano affrontati gli interessi e le necessità di tutti.