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Corrado de Bari racconta la sua raccolta poetica “Le voci di dentro”
di MARIA DEL ROSSO
Nostra intervista
Corrado de Bari, scrittore e poeta pugliese, originario di Molfetta, racconta il nuovo lavoro poetico dal titolo “Le voci di dentro” pubblicato da Intermedia Edizioni.
Durante la sua carriera letteraria l’autore ha ricevuto diverse menzioni di merito, di elogio e d’ onore dall’ Istituto Poetico Internazionale e molte poesie sono state inserite in antologie poetiche.
Secondo classificato al Concorso Internazionale di Poesia di Letteratura “De Finibus Terrae” 2019 con la poesia “Tramonto” e Menzione d’onore per il libro “Le voci di dentro”.
Ha partecipato a diverse rassegne poetiche e letterarie e ogni anno i suoi libri sono presenti al Salone Internazionale del libro di Torino.
Inoltre, le sue poesie sono state premiate in diversi concorsi poetici come il Premio della critica per la poesia “Terra madre” dedicata alla sua città al Concorso Nazionale “Una voce per un aiuto” e si è aggiudicato il terzo posto al Premio Seneca 2019 con la poesia “Nessuno bussa alla porta”.
E’ coordinatore infermieristico nella Stroke-Unit della Neurologia del Policlinico di Bari.
Affianca inoltre alla sua professione il ruolo di docente Tutor di Macro-Area infermieristico presso la facoltà di medicina e chirurgia.
Da sempre impegnato nella lotta contro l’autismo e nella ricerca per il recupero dei bambini affetti da tale patologia. Pubblica con Intermedia Edizioni nel 2015 il romanzo “La forza dei fragili”, interamente dedicato a queste tematiche.
Al riguardo, il romanzo “La forza dei fragili” ha partecipato a diverse giornate culturali dedicate alla sensibilizzazione sulla disabilità dell’autismo. E’ diventato libro di narrativa nell’Istituto comprensivo “Pascoli- Battisti” e presso l’Istituto Professionale Superiore Monsignor “Don Tonino Bello” a Molfetta.
Nel 2016 la prima raccolta di poesie, “Il cuore conosce la strada” per la quale riceve numerose menzioni.
“Le voci di dentro” è la sua terza opera. Attualmente Corrado de Bari è impegnato con le presentazioni del suo libro. Il libro è stato presentato di recente al festival Libri nel Borgo Antico a Bisceglie presso le Vecchie Segherie.
Corrado, “Le voci di dentro” è la tua nuova raccolta di poesie. A chi è ispirata?
“Si è una raccolta di poesie che in questi anni ha raccolto menzioni e premi nazionali ed internazionali. La mia anima è messa a nudo. Non parlo solo di autismo, musa da sempre dei miei scritti, ma affronto temi sociali e introspettivi, comuni alla maggior parte di ognuno di noi.”
Nel libro affronti l’esperienza di essere un padre di un figlio autistico. Al riguardo, quanto la scrittura sia stata importante e catartica per superare le difficoltà e liberare le emozioni?
“Importantissima. E’ stata la mia valvola di sfogo e attraverso la scrittura ho trovato la forza di reagire agli eventi, che come ben sai non finiscono mai di sorprenderti.
E’ la stata la mia medicina migliore. Ho capito che dovevo buttare fuori tutti i miei risentimenti per arrivare alla positività che ora mi contraddistingue.”
Ci sono poesie dedicate ai tuoi genitori, simbolo del tuo forte legame con le radici, la famiglia. Quale insegnamento ti hanno lasciato e c’ è un ricordo significativo che vorresti raccontare di cui non potresti farne a meno?
“La famiglia è importante. La figura che maggiormente ha influenzato la mia esistenza è stata mia madre. Lei è stata molto presente nella mia vita nel bene e nel male. Era la mia confidente più saggia. Ho molti ricordi che mi legano a lei ma anche a mio padre. Il giorno della comunione di mio figlio Emanuele, mi fu consegnata una busta dalle miei fratelli. Mamma era scomparsa da circa un anno.
Nella busta vi era una grossa somma di denaro. Ero sbalordito e sorpreso.
All’interno c’era anche un biglietto: “Mamma è sempre con te. Sono fiero per ciò che sei diventato e per non esserti arreso alla condizione di Emanuele. Sei un “guerriero”. Puoi immaginare come mi sono sentito.”
Le tue radici sono rappresentate da “Terra madre”. Cosa ti colpisce della tua terra?
“Tutto. I suoi colori, i suoi sapori. Quando per motivi di lavoro sono stato fuori dalla mia città per dieci anni, ho provato un senso di vuoto in alcuni momenti. Mi mancava il profumo del mare, ma la cosa più strana mi mancava la lingua. Si perché il dialetto è una lingua. Molti lo sanno parlare ma pochi scriverlo.”
“Dove vanno i miei sogni” è un inno alla speranza. I sogni possono divenire terapeutici, un mezzo di salvezza e di guarigione dalle sofferenze della vita?
“Chi non sogna di avere una vita migliore. Attraverso i sogni io provo ad immaginare un mondo più bello. Concretizzo e metto in moto tutte le mie leve per raggiungere i miei sogni. Non sempre riesco a realizzarli, ma quando ciò accade, sento una forza che mi spinge ad andare avanti a non mollare, specialmente quando questi sogni me li regala mio figlio.”
“La voglia di far male”, “Il giorno della memoria”, “I bambini di Aleppo” trattano tematiche attuali e storiche. Nei tempi attuali alimentati dall’ odio in cui si punta il dito contro il diverso, lo straniero, il povero. La poesia può divenire memoria e motivare le nuove generazioni all’ esercizio dell’ ascolto, della parola e del pensiero critico?
“Assolutamente si. Non si può e non si deve dimenticare. La memoria storica deve essere per nuove generazioni campanello d’allarme per non rifare gli errori dei padri. Io credo molto nella poesia, in essa si raccoglie con poche parole l’essenza di un vissuto sbagliato o migliore che sia. Un breve racconto da un ritmo cadenzato e da una musicalità che scorre attraverso la sua lettura.”
Il tuo libro si conclude con “Un’ altra vita”. Quale pregio e difetto di Corrado de Bari
porteresti in un’ altra vita?
“Io sono un uomo con sue debolezze e con le sue virtù, un po’ come tutti. Di sicuro come pregio porterei con me la mia sensibilità, mi aiuta a guardare dove altri non arrivano, come difetto forse la mia testardaggine, per me non esistono le mezze misure.”
I tuoi libri hanno sempre ottenuto consensi da parte del pubblico. Quale rapporto hai con i tuoi lettori?
“Credo di avere un buon rapporto. Ci sono lettori che ricercano ancora i miei scritti datati. Chi mi ha posto come paladino per la lotta per l’autismo. Chi ha voluto incontrarmi di persona e mi ha apprezzato ancora di più sentendomi parlare.
Ho tanti episodi che potrei raccontare. Sono le manifestazioni di affetto e di stima che mi fanno comprendere che con il mio scrivere, che sia un romanzo o una poesia, arrivo nei loro cuori, scuoto le loro anime e lì ci rimango per molto.”
La foto è di Corrado de Bari.