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Il deserto di Rub al-Khali

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di MARIA PACE

Sabbia rossa e soffice, tramonti fiammeggianti, scenari affascinanti, immobili e remoti percorsi da carovane di nomadi e beduini. Così appare al viaggiatore il deserto di Rub al-Khali, nel bel mezzo del Nulla.

La gente del posto lo chiama anche Ar-Rimal, ossia Le Sabbie oppure Quarto Vuoto, essendo la quarta parte di tutto il territorio dell’Arabia Saudita.


Alla superba ed inquietante bellezza si contrappone un clima tra i più ostili al mondo, una profonda, assoluta aridità e la negazione alla vita. In alcune zone l’escursione termica può superare i 60°, raggiungendo di giorno i 50° e precipitando di notte fino a -10°, condizioni che di certo scoraggiano ogni forma di vita.

Ma non é propriamente così! Questa immensa distesa arroventata di sabbia, dune e barcane, in realtà permette la vita. Per sopravvivere, però, in condizioni così estreme, occorre ingegnarsi e possedere altissimo spirito di adattamento e questo vale sia per le persone che per animali e piante.

In realtà, i suoi abitanti, beduini e nomadi, occupano solo le zone marginali, poiché inoltrandosi all’interno, quest’immensa plaga arroventato, risulta totalmente disabitata ed alcune zone, perfino inesplorate.

Prima di tale totale desertificazione, però, il territorio era assai diverso. Lo dimostrano i grandi bacini salati dall’accecante biancore che intercalano le grandiose dune rosse e giallastre … dune che cambiano di forma e colore durante l’arco di una giornata a causa dell’azione del vento e della luce.

In età preislamica, fino al III° secolo d.C. il territorio era attraversato da piste carovaniere dell’incenso assai frequentate.

Caratteristici di questa plaga desolata sono gli widian, corsi d’acqua che corrono, provenienti dalle colline di Higiaz, diretti verso le zone centrali, ma che si perdono nella sabbia lungo il percorso; questo perché le piogge sono un fenomeno davvero assai raro.

Assai meno raro, invece, é la presenza del vento, che può spirare da diverse direzioni e con diversa intensità.

Un vento particolarmente potente, asciutto e torrefatto, causa di violente tempeste di sabbia e di innalzamento della temperatura, é il Sam o Sammun. Talmente potente da riuscire a dissolvere gli accecanti vapori presenti nell’atmosfera quando nella sua corsa tremenda, riesce a raggiungere le zone costiere del territorio.

Al contrario, la mancanza assoluta di vento, può favorire quel fenomeno che tutti conosciamo con il nome di Miraggio.

Che cos’é un miraggio?

E’ un fenomeno di illusione ottica dovuta alla rifrazione dell’aria.

Il sole arroventa la sabbia in assenza di vento e al suolo si formano zone di aria calda meno densa di quella soprastante. Può accadere che un raggio proveniente ad esempio da una palma, incontrando aria rarefatta tenda ad allontanarsi dalla linea diretta normale e si incurva fino a descrivere un arco concavo verso l’alto. Quando questo raggiunge il punto di incidenza massimo, si riflette totalmente e continua a propagarsi ed a rifrangersi, allontanandosi dalla linea normale.

Se un occhio lo intercetta nel suo arco ascendente, vedrà la palma capovolta come riflessa in uno stagno.

Oggi questo deserto é costantemente attraversato da viaggiatori in fuoristrada o turisti in cerca di emozioni, ma soprattutto da tecnici e scienziati per le loro ricerche petrolifere i cui proventi hanno cambiato l’economia del Paese e di conseguenza le condizioni e lo stile di vita dei suoi abitanti e lo stesso paesaggio.

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo