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Alexandra quindicenne rapita e uccisa e l’operatore: “Riagganci, abbiamo altre chiamate”
di ROSA MANNETTA
Alexandra il 24 luglio aveva fatto l’autostop per tornare a casa.
E dal 24 luglio era sparita: era stata rapita da un meccanico 65enne che non l’ha accompagnata a casa. Il meccanico Gheorghe Dinca, l’ha portata nella sua abitazione. Alexandra, mentre si trovava a casa di Dinca, è riuscita a telefonare al 112. L’agente che le ha risposto, non ha compreso la situazione grave in cui si trovava Alexandra e ha quasi perso la pazienza nel risponderle. In questi giorni, lo zio della ragazzina, ha pubblicato su Facebook, i colloqui avvenuti con l’agente e la stessa ragazzina. La ragazzina pregava per telefono: “Per favore venite presto, credo che stia tornando”. E l’agente: “Non posso stare al telefono con lei, ho altre chiamate. Calmati, la macchina è già sulla strada. Arriverà fra pochi minuti”. E gli agenti hanno localizzato dopo 19 ore la casa in cui Alexandra era tenuta prigioniera. La casa dove è stata stuprata e uccisa. Il grido di aiuto inascoltato della ragazzina ha indignato tutti in Romania. Parecchie persone sono scese in piazza a manifestare contro il governo e la protesta è stata di notevole livello, per cui, il capo della polizia è stato costretto a dimettersi. Oltre al capo della polizia, anche la ministra dell’istruzione, Ecaterina Andronescu, ha dovuto lasciare il suo incarico, dopo aver commentato: “Doveva sapere che è pericoloso andare in auto con degli estranei”. La premier Viorica Dancila ha definito che le parole della ministra sono state “irresponsabili” e quindi, ha dimostrato “incapacità di comprendere” il contesto della tragedia. E quando gli agenti sono intervenuti a casa di Dinca, dopo 19 ore, hanno trovato i resti di Alexandra e quelli di un’altra ragazza, Luiza, scomparsa mesi fa. Questo caso ha scosso la Romania. Parlo di questa notizia al Bar Maracuja, dove effettuo le mie solite interviste e noto un certo interesse. E subito interviene Silvana: “Perché è stata sottovalutata la richiesta di aiuto della ragazzina che era stata sveglia nel prendere un telefono e chiamare il 112? Come si fa a non capire? Quando si è in pericolo, si chiede un intervento”. Luigi dice: “Io non avrei chiesto un passaggio ad uno sconosciuto. Personalmente, non bisogna fidarsi di nessuno”. Carla: “Ma non è il problema di fare l’autostop. Il problema è stato il comportamento superficiale dell’agente di polizia che ha perso anche la pazienza con la ragazzina disperata in una situazione di estrema gravità”. In definitiva, la gravità è stata quella che gli agenti siano intervenuti a 19 ore dalla chiamata di Alexandra. La gravità è stata che un urlo disperato, sia stato ignorato. La gravità è stata che per evidenziare il rispetto su Alexandra, la sua famiglia, abbia deciso di diffondere il testo delle tre chiamate al 112. Nadia Campana scriveva: “Il ruscello…trascina la sua famiglia senza fine”. Noi assistiamo a questi fatti di cronaca. Assistiamo.