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Silvia Romano: si infittisce il mistero del rapimento

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di ROSA MANNETTA

Il rapimento di Silvia si infittisce di nuovi elementi: la cooperante italiana rapita sette mesi fa, in Kenya, potrebbe riferirsi a delle sue denunce in merito a casi di molestie e di pedofilia avvenuti nel Paese africano.

 

 

Silvia, poco tempo prima di sparire, aveva denunciato un prete keniano. Un volontario ha testimoniato: “Ho visto atti di pedofilia su bambini di tre, cinque, dieci anni…io a questo qua lo volevo colpire”. Il volontario che lavorava con Silvia Romano, attualmente, è in Italia e non vuole rivelarsi. Egli continua a dire:” Attirava i bambini con le monetine, le caramelle…aveva capito che ce ne eravamo accorti. Lui è un pastore anglicano che si trovava a Chakama in qualità di prete e di commissario d’esame per la scuola. Un giorno gli ho strappato una bambina dalle mani e in quel momento con me c’era anche Silvia”. La polizia di Nairobi considera varie ipotesi e tra le tante: sequestro per avere un riscatto, sequestro per farla tacere riguardo a delle accuse di pedofilia di cui la ragazza sarebbe stata testimone a Likoni. In questo avvicendamento intricato c’è anche qualcosa che non è chiaro e un investigatore keniota, racconta: “Abbiamo avuto indicazioni sul fatto che Silvia manifestasse un certo disagio nei confronti della struttura, dove secondo lei, si sarebbero verificate molestie nei confronti dei piccoli ospiti”. Questo argomento è molto interessante e lo propongo nel bar Maracuja, dove io effettuo le interviste. Silvana subito si espone: “Io ho letto che la polizia di Mombasa teme ritorsioni e un poliziotto, che vuole rimanere anonimo, ha dichiarato che la polizia stessa non è intervenuta con determinazione per indagare sul caso.  E ho letto pure che all’aeroporto di Mombasa sono spariti tutti i file su Silvia Romano: la polizia aeroportuale non ha nulla. Come mai?”. E aggiungo: “Come mai Silvia è scomparsa? I rapitori di Silvia quando hanno caricato con forza la ragazza, hanno sparato alcuni colpi di kalashnikov e poi hanno ferito almeno cinque persone”. Questa mio interrogativo, fa dire a Domenico: “Per me questa ragazza doveva starsene in Italia. Non doveva andare in Kenya. Le situazioni più pericolose se le vanno a cercare. Il volontariato si può fare anche in Italia. Non concepisco questa leggerezza. Una ragazza europea in Africa, attira curiosità in ogni caso”. Le affermazioni di Domenico sono quelle più diffuse tra i più. E non sono accettabili. I rapitori di Silvia sono dei criminali. Bisogna sperare che siano condotte delle indagini che possano chiarire questa storia e che si giunga alla verità. Una ragazza non può sparire in questo modo oscuro. E forse si vuole insabbiare il tutto. Tiziano Terzani scriveva: “Facciamo quello che è giusto”. Auguriamoci che si faccia luce su tutta la vicenda.

 

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo