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Musil: “L’uomo senza qualità”
di MARIAPIA METALLO
“Poiché possedere delle qualità presuppone una certa soddisfazione di constatarle reali
,
è lecito prevedere come a uno cui manchi il senso della realtà anche nei confronti di se stesso, possa un bel giorno capitare di scoprire in sé l’uomo senza qualità”.
Musil, attraverso l’ “azione parallela” dei vari personaggi, demolisce con ironia i vari stereotipi della realtà, facendo emergere una pessimistica analisi della società austriaca negli anni …precedenti la prima guerra mondiale e più in generale della crisi dei valori del mondo occidentale contemporaneo.
Il protagonista Ulrich Anders è “l’uomo senza qualità”: pur essendo dotatissimo e avendo infinite, disparate qualità, è infatti “un uomo che attende”, che non sa o non vuole agire, ovvero che “non osa” darsi all’azione. E’ l’uomo in crisi, quale si profilava nel primo decennio del secolo: comincia a dubitare della realtà, ovvero avverte la profonda, incolmabile distanza tra la realtà circostante e il proprio spirito. E’ l’uomo che resta indietro nel tempo, agognando un’immobilità o un immobilismo che lo paralizza, appunto perché la realtà comincia a fargli paura: in effetti, la situazione del protagonista (come parecchie altre circostanze che lo riguardano) è autobiografica, ed è nel contempo la situazione dell’Austria, Paese sconcertante e polivalente, accozzaglia di razze e di nazioni, immobile insieme e mobilissimo, puntigliosamente burocratico e percorso da strane libertà di pensiero, accentratore e conservatore, eppure pieno di contraddizioni liberaleggianti…