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27 Gennaio 2025

Cronache trampiane: chi non teme e sostiene l’America First

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Credit foto https://www.defenseone.com/policy/2022/07/biden-arming-ukraine-play-tie-some-america-first-gopers-say/374977/

Di Fulvio Rapanà

Scordatevi il luogo comune  che Trump è il cattivo e Biden il buono, sono uguali ma a trampone  gli piace fare lo spaccone mentre Biden è più subdolo o come va di moda adesso è più “political correct”. Ambedue  condividono  una propensione per un protezionismo economico che combina tariffe, sanzioni e disposizioni “Buy America” o “America First”, sostituzione delle catene di forniture , riallocazione sul territorio Usa della produzione nazionale ed estera, scetticismo verso gli accordi commerciali multilaterali.  I sostenitori di Trump, a differenza di quelli di Biden, applaudono il ritorno a un atteggiamento di spavalderia , che enfatizza la durezza, che cerca vantaggi concreti da qualsiasi impegno estero con la minaccia e si concentra sulla conclusione di accordi bilaterali con un unico vincitore: quello che ha la pistola sul tavolo. Anche  Trump dichiara di voler aiutare l’Ucraina o proteggere Taiwan, minimizza i cambiamenti climatici e promuove la difesa della democrazia e dei diritti umani ma sempre nell’ottica e nella convenienza di “Buy America ” o “First America”. Trump spesso descrive gli alleati degli Stati Uniti come free riderscrocconi che non pagano” che si arricchiscono sotto la protezione degli Stati Uniti e sottolinea “l’ingiustizia” dei deficit commerciali con paesi come la Cina o l’EU più che concentrarsi sui nodi del sistema americano che producono questi deficit. Nell’agenda di Trump i primi “altri” da colpire sono in sequenza: gli immigrati irregolari, i gay,  il governo danese, il governo panamense, il Canada, il Messico i paesi che compongono i Brics, che mettono insieme il 40% del mondo, la Cina a intermittenza. Non da meno Biden se ne è andato emanando una serie di ordini esecutivi contro 140 aziende cinesi e russe, fornendo gli ultimi 7 mld di $ in armi a Israele e 15 all’Ucraina. Come dice Flaiano “una costante della destra è incolpare della propria incapacità e cialtroneria …”gli altri”. Non sfiora nè a Biden nè a Trump  l’idea che i mali dell’America, la cui industria di punta è ancora quelle del gas e del petrolio come agli inizi del ‘900, sta nelle strutture o storture del “sistema americano”  che dopo un breve periodo di capitalismo governato è ri-passato ad uno selvaggio in cui  Biden promise  di voler mettere ordine nei sistemi bancario ed assicurativo, riformare attraverso l’antitrust il settore tecnologico dell’ hi-tech e dei media  e sopratutto fargli  pagare più tasse senza riuscire a concludere nulla se non chiudere  Tik Tok “perché è di proprietà cinese” facendo finta di non sapere  che  le due società che vanno per la maggiore nell’economia Usa sono Nvidia e TMSC guarda un po’ fondate da cinesi…di Taiwan..ma sempre cinesi!!.

Tik Tok che è di proprietà cinese ma tecnologicamente ha depositato i dati dei 170 mln. di utenti americani nei server di Oracle che ha più volte certificato la sicurezza dei dati rispetto alla possibilità di intrusione del Partito Comunista Cinese  ma non è bastato. Nel 2019 Trump ha emesso un decreto per chiudere l’App ma perse le elezioni e nel 2020 ha passato il problema a Biden che ancora più subdolo non volendo metterci la faccia ha preferito farsi approvare una legge bipartisan  entrata in vigore  il giorno prima dell’insediamento di Trump. Questo  molto meno ideologico di Biden volendo seguire una regola primaria del sistema capitalistico che “come per il maiale” non si butta mai nulla, ha emanato un ordine esecutivo presidenziale  e  riattivato l’app rinviando la decisione definitiva di 75 giorni ” il tempo per sistemare le cose, prima che i divieti della legge entrino in vigore, in modo che si possa raggiungere un accordo per proteggere la nostra sicurezza nazionale. Il mio pensiero iniziale è una joint venture  in base alla quale nuovi proprietari, aziende americane, detengono una proprietà del 50% ” senza specificare l’altro 50%  chi lo dovrebbe detenere. Ha detto di avere parlato con Xi Jinping:  “abbiamo concordato di lavorare insieme per trovare una soluzione”. Sui giornali più che gli articoli giornalistici valgono i commenti dei  lettori :” già da tempo si parla di un compratore per Tik Tok compreso Musk che è sempre presente” e ancora :” Trump avrà detto ai soggetti coinvolti nella questione “Mi metto contro la legge, contro la Corte Suprema, contro gran parte del mio partito< Repubblicano>  vi faccio fare un affare e scusate a me?” gli avranno risposto nel modo corretto e Trump ha svoltato”,  ovviamente sono illazioni di lettori !!!.                                             Non sono solo i trampiani stretti a non avere timori del Trump 2, ce ne sono molti altri. Interessante l’articolo pubblicato il 7 gennaio 2025 su Foreign Affaire di Bilahari Kausikan, ex Segretario permanente del Ministero degli Affari Esteri di Singapore, dal titolo: ” Chi ha paura dell’America First? Cosa può insegnare l’Asia al mondo sull’adattamento a Trump”. L’autore indica  una strada ritengo molto corretta sulle modalità con cui trattare con la nuova amministrazione Usa e  scrive: “ In gran parte dell’Asia, dal Giappone e dalla Corea del Sud e del  Sud-est asiatico una seconda amministrazione Trump non solleva le stesse forti emozioni o timori che suscita in Occidente. Per questi paesi, c’è molta meno preoccupazione per le tendenze autocratiche di Trump e il suo disprezzo per gli ideali internazionalisti liberali. La regione ha a lungo condotto relazioni con Washington sulla base di “interessi comuni piuttosto che di valori comuni”. Un simile approccio si adatta perfettamente alla politica estera transazionale di Trump perché implica il “bilanciamento dei benefici reciproci” piuttosto che il sostegno dell’ordine internazionale liberale”. Mi sembra un’ottima indicazione da seguire per l’Europa nel rapportarsi con trampone . Come fa attualmente molta parte dell’Asia,  l’Europa dovrebbe trattare con gli Usa non più come alleata ma come partner per  un “ordine basato su regole  e non su valori comuni”. Emulando le nazioni  asiatiche, i paesi occidentali dovrebbero imparare a trattare con Washington non come una superpotenza alleata con una volontà quasi illimitata di difenderli, ma come un equilibratore, uno stabilizzatore  esterno che userà le sue forze in modo discriminatorio per promuovere prima gli interessi americani. Su questa posizione o quasi ci sono i sostenitori  culturali dell’ America First organici al sistema trampiano. In un articolo, su Politico.com,  Thomas PM Barnett   senza mezzi termini, andando al sodo della questione, scrive Volete un futuro in cui il Canada diserta l’alleanza con gli Usa per associarsi  all’ UE (!!!) , che la Russia governi  l’Artico e la Cina governi l’America Latina? Questo sarà il risultato predefinito della non-azione…. Europa e Stati Uniti, con il ritorno di Trump, sono destinati a completare il loro consapevole distacco come due celebrità egocentriche la cui carriera non ha più bisogno di coincidere…. Trump ha sostenuto a lungo che sia l’Europa che il Canada “devono” all’America ingenti somme di denaro (!!!) per averli difesi per decenni dalla minaccia sovietica/russa. Ora Trump lascia intendere che l’America merita la Groenlandia come compensazione per quel debito strategico, sostenendo che faremo un lavoro migliore nello sviluppo e nella difesa della Groenlandia di quanto non sia mai riuscita a fare la piccola Danimarca”. Non pensavo che il Marchese del Grillo avesse tanti discepoli anche a distanza di 200 anni  in paesi insospettabili. L’articolo descrive al meglio l’ottica esclusiva degli Usa su cui c’è molto da eccepire. Primo: sono entusiasta dell’evidenza che per l’attuale amministrazione Usa considera  l’Europa come o peggio  della  Cina e della Russia, “il Canada che diserta per l’UE!!”. Erano 50 anni che aspettavo questa conferma. Secondo: mi sembra evidente che tutti queste politiche imperialistiche fatte di sanzioni e dazi da una parte e di annessione di territori sovrani dall’altro sono un chiaro segno di debolezza e di sfiducia nelle proprie possibilità di mantenere allo stato attuale una leaderchip planetaria. Tre: nessuno deve somme all’America per la difesa né  per altri servizi resi all’Europa o alla Groenlandia o al Canada. Gli Usa hanno basi aeree e navali, ordigni nucleari e presidi di truppe in tutto il mondo nel loro precipuo e primario interesse di spostare un eventuale ma remotissimo confronto militare con la Russia/Unione Sovietica e/o con la Cina su  territori distanti dal suolo americano. Quattro: nessuna annessione territoriale può competere con la posizione della Russia sul Mare Artico con i suoi 12000 chilometri di affaccio. Quinto: la Cina sta’ estendendo la propria presenza in sud America e Africa non creando basi militari o fomentando colpi di stato ma investendo trilioni di dollari in infrastrutture civili di proprietà degli stati su cui sono costruiti con l’obiettivo di espandere e rinforzare il commercio globale frutto delle capacità  produttive e manifatturiere della propria economia. Sesto:il deficit commerciale degli Usa che nel 2024 è stato di 980 mld.$, rispetto all’avanzo commerciale di 250 mld  $ dell’Europa e di 1.000 mld. $ della Cina,  è “ingiusto” solo in quanto gli Usa  vivono molto al di sopra delle loro possibilità, e il disavanzo  sarebbe stato ancora più disastroso se non fosse stato che il prezzo del petrolio e del gas che gli Usa vendono all’ Europa  a un prezzo artificiosamente molto alto, rispetto a quello che la Merkel, per conto di tutta l’Europa, pagava alla Russia. E in Europa ci si illude di poter trovare una soluzione con Trump, che come hanno sempre fatto gli americani, ha già messo la pistola sul tavolo

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