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Editoriale

Ansia democratica

Se anche solo una decina di anni fa qualcuno avesse immortalato Maurizio Gasparri intento ad impartire lezioni di moralità in politica, l’ilarità avrebbe decisamente preso il sopravvento. Ancora di più, il riso incontrollato sarebbe accresciuto all’aumentare della consapevolezza che il Gasparri risultasse convincente nella parte di moralizzatore.

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Credit foto https://www.dire.it/05-04-2024/1027795-bari-conte-no-a-primarie-pd-ci-dica-perche-non-sostiene-laforgia/

di Lavinia Orlando

Se anche solo una decina di anni fa qualcuno avesse immortalato Maurizio Gasparri intento ad impartire lezioni di moralità in politica, l’ilarità avrebbe decisamente preso il sopravvento. Ancora di più, il riso incontrollato sarebbe accresciuto all’aumentare della consapevolezza che il Gasparri risultasse convincente nella parte di moralizzatore.

Giunti ora all’anno Domini 2024, possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che il Partito Democratico sia riuscito nell’ardua impresa di rendere il Gasparri di turno un campione di purezza politica, dispensatore di buone regole di condotta a vantaggio di un Pd in forte crisi. “Le vicende di Bari e di Torino raccontano il degrado morale in cui si trova il partito democratico…politica di arroganza e di clientelismo per gonfiare i propri consensi…il Pd faccia una riflessione su quello che i suoi amministratori hanno fatto in questi anni… degenerazione di una certa parte della politica”, sono state queste le dichiarazioni del senatore, già fedelissimo di Silvio Berlusconi, a commento delle vicende giudiziarie che da settimane ormai colpiscono i democratici baresi.

Duole constatare che, nonostante si tratti di Gasparri, sarebbe del tutto ottuso dargli torto. Chiunque a Bari e dintorni ha avuto modo di constatare l’eccessiva “apertura alare” che, da Emiliano in poi, ha caratterizzato le scelte della classe dirigenziale democratica, nonché la presenza di portatori di voti di dubbia origine, tra i candidati, poi eletti, ed i relativi entourage. E a nulla vale la giustificazione addotta dal Governatore pugliese, ossia che, senza tali ingressi, la sinistra non avrebbe mai e poi mai potuto vincere le elezioni e governare per così tanti anni. Peccato che la storia lo smentisca sonoramente, dal momento che entrambi i mandati del suo predecessore Nichi Vendola non si sono concretizzati con la medesima modalità, bensì mantenendo una coerenza valoriale di fondo, pur con una serie di problematiche soprattutto durante il secondo mandato.  

Quello che risulta significativo circa lo stato in cui versa il Pd pugliese è presto rappresentato: il partito è giunto, nel giro di meno di un mese, a quota tre indagini, condite da intercettazioni che non lasciano adito a dubbi. Perlomeno con riferimento alle modalità poco ortodosse nel procacciarsi i voti. Ciononostante, è stato necessario l’intervento a gamba tesa di Giuseppe Conte per risvegliare la Segretaria del Pd Elly Schlein.

E duole davvero constatare che un tempo, neanche troppo lontano, sarebbe bastato il solo odore di un interessamento della magistratura a far muovere i quadri del partito. Anzi, senza giungere all’aspetto giudiziario, sarebbe stato sufficiente ascoltare gli elettori per agire. Ora, nonostante il Pd sia nelle mani di una giovane che ha vinto proprio grazie all’auspicio di tanti simpatizzanti democratici di abbandonare le vecchie logiche, le conseguenze politiche di arresti ed indagini sono arrivate con fin troppo ritardo e la risposta della segreteria romana non è stata così reattiva come ci si aspettava.

Il rinnovamento tanto proclamato a parole avrebbe dovuto concretizzarsi in ben altro modo. Al contrario, è stato necessario constatare ed in parte tollerare la presenza di un capogruppo regionale, di un’assessora regionale e di tanti altri amministratori locali indagati, oltre che subire una pesante frattura, non si sa quanto sanabile, col Movimento Cinque Stelle, prima che Schlein agisse.

Sarebbe, dunque, il caso che, invece che dare addosso ai pentastellati per avere apparentemente e temporaneamente rotto con i democratici, li si ringraziasse per aver dato una scossa a segretaria e compagni. Quand’anche la mossa di Conte sia dettata da intenti speculativi, ben venga tale scelta, senza la quale è lecito temere che davvero nulla, nel Pd pugliese ed in quello nazionale, sarebbe accaduto.

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