14 Luglio 2025
Visitare Cuba è un crimine?Come gli Stati Uniti puniscono chi non si allinea: estorsioni, ricatti e rappresaglie contro la libertà di viaggio
Crimine è isolare, punire, estorcere. Crimine è il bloqueo.E chi tace… è complice.

Di Maddalena Celano
Nel 2024 (e anche gli anni precedenti) ho visitato Cuba. Un viaggio voluto, cercato, amato: per esplorare, conoscere, sostenere un popolo che da oltre sessant’anni resiste all’assedio economico, politico e mediatico dell’imperialismo statunitense.
Nel 2025, ho deciso di recarmi in Nicaragua per motivi culturali e di studio. Ma durante la preparazione del viaggio di ritorno verso l’Italia, mi è stato imposto un vero e proprio ricatto istituzionale (lo stesso ricatto a cui sono stata sottoposta nel 2021 e nel 2022): non posso transitare dagli Stati Uniti, perché ho visitato Cuba. Sono automaticamente esclusa dal programma ESTA e obbligata a pagare un visto da 170 euro, con tempi incerti e senza garanzie.
Una rappresaglia politica mascherata da sicurezza. Una punizione economica contro chiunque osi relazionarsi con Cuba.
L’ESTA negata: l’internazionalizzazione della repressione
Dal 12 gennaio 2021, il governo degli Stati Uniti ha reinserito Cuba nella lista nera degli “Stati sponsor del terrorismo” (SST). Una classificazione arbitraria, senza prove, priva di qualsiasi fondamento giuridico secondo il diritto internazionale. Questo provvedimento – adottato sotto Trump e mai ritirato da Biden – impedisce a chiunque abbia visitato Cuba dopo quella data di viaggiare negli USA con l’ESTA, anche per un semplice scalo aeroportuale.
Il sito ufficiale della U.S. Customs and Border Protection (CBP) lo conferma:
> “Salvo limitate eccezioni, un viaggiatore che risulta aver visitato Cuba dal 12 gennaio 2021 in poi non ha diritto al Visa Waiver Program (ESTA) e deve richiedere un visto.”
(fonte: CBP – Visa Waiver Program FAQs)
La trappola burocratica: una doppia estorsione
Chi prova a fare domanda ESTA e viene respinto perde i 25 euro pagati. Per proseguire il proprio viaggio deve richiedere un visto B1/B2, pagando ulteriori 170 euro e affrontando un’intervista consolare. Il tutto senza nessun rimborso, né spiegazione chiara al momento della domanda.
Nel mio caso, ho ricevuto l’approvazione provvisoria dell’ESTA, solo per scoprire successivamente che era revocata a causa dei viaggi a Cuba. A quel punto, nessuna compagnia aerea ti imbarca per gli Stati Uniti, nemmeno per un semplice scalo.
Parliamo quindi di una misura punitiva extraterritoriale che impone costi aggiuntivi e disagi enormi a cittadini europei che non hanno violato alcuna legge del loro Paese.
Un sistema che viola i diritti umani
Il diritto internazionale tutela la libertà di movimento e la non discriminazione basata su motivazioni politiche. Il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici (art. 12) stabilisce che:
> “Ogni individuo è libero di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio.”
(fonte: OHCHR, International Covenant on Civil and Political Rights)
Imporre restrizioni indirette, costi esorbitanti e barriere invisibili a chi visita Cuba non ha nulla a che vedere con la sicurezza. È una forma di repressione ideologica e vendetta politica.
Silenzio europeo, complicità occidentale
Nonostante questa misura colpisca cittadini dell’Unione Europea, nessun governo europeo ha reagito. Nessuna opposizione pubblica. Nessuna richiesta di chiarimento a Washington.
La UE ha firmato un accordo di dialogo politico e cooperazione con Cuba (PDCA, 2016), ma non difende i propri cittadini quando vengono puniti per rispettare quello stesso accordo.
> “L’UE rifiuta le misure unilaterali a danno dei cittadini europei che esercitano la libertà di movimento.”
(fonte: Delegazione UE a Cuba – Posizione ufficiale sul blocco)
In pratica, però, nessuno protegge i viaggiatori europei dalle rappresaglie statunitensi.
Cuba come simbolo: la resistenza e il diritto al dissenso
Visitare Cuba oggi è un atto politico, anche se si va per turismo. Lo è perché significa rompere il monopolio della narrazione, significa affermare che un altro mondo è possibile, che la solidarietà non è reato, e che i popoli sovrani hanno diritto a scegliere un modello diverso da quello neoliberale.
Che si tratti di cultura, cooperazione medica, educazione, ecologia o indipendenza, Cuba è un laboratorio di alternative.
Ed è proprio per questo che viene punita.
Una denuncia necessaria
Oggi mi trovo costretta a rivedere l’intero piano del mio rientro in Italia, a causa di una legge americana che non mi riguarda e che ignora ogni principio di reciprocità o equità diplomatica.
Ma non posso restare in silenzio.
Questo non è solo un mio problema.
È il problema di centinaia di cittadini europei che ogni anno visitano Cuba, spesso per motivi umanitari, culturali, accademici o semplicemente affettivi, e si trovano poi sottoposti a un sistema di penalizzazione politica mascherata da burocrazia.
Visitare Cuba non è un crimine.
Crimine è isolare, punire, estorcere. Crimine è il bloqueo.E chi tace… è complice.
