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L’Italia di Basket U17 ormai è una potenza mondiale: dietro solo agli Usa. Achille Lonati ad Ilsudest

L’Italbasket under 17 si laurea Vice-Campione del Mondo, sconfitta solo dagli alieni statunitensi. Achille Lonati, miglior realizzatore azzurro, nonchè una delle stelle emergenti del basket nostrano, ci ha concesso un’intervista

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto: Olimpia Milano

La nazionale italiana di basket under 17 continua a stupire. Solo un anno fa, agli Europei under16, questi ragazzi ci regalarono un eccellente secondo posto, sconfitti solo dalla Spagna. Non paghi, quest’anno hanno superato se stessi, classificandosi al secondo posto ai Mondiali di Istanbul, arrendendosi al Sinan Erdem Dome solo davanti ai giganti americani, che dal 2010 vincono ogni edizione ma si sa: il basket americano è di un altro pianeta. Parlare della finale sembra inopportuno. Troppo il divario tra le squadre, come lo è sempre quando si parla di Usa contro qualunque squadra: superiore sui raddoppi sul portatore, in palle recuperate (10 già nel primo quarto) e più in generale, in tutte le possibili statistiche. Per gli azzurri restano le sette vittorie e una finale giocata comunque al massimo delle loro possibilità: questi ragazzi il cuore ce l’hanno messo senza mollare mai la presa. Questa Nazionale fa ben sperare per il futuro perchè oltre ad avere grandi qualità, ha dimostrato una notevole maturità e resilienza, considerando che la partenza ai Mondiali non è certamente stata idilliaca: due sconfitte contro Argentina e Turchia ma poi il riscatto e la scalata verso il secondo posto, conquistato con i denti in una semifinale dove i padroni di casa della Turchia sono stati letteralmente sovrastati. Elementi trainanti di questa squadra, prima di tutto il ct, Giuseppe Mangone, eletto miglior allenatore del Mondiale, Maikcol Perez che è entrato nel primo quintetto della manifestazione, Diego Garavaglia, nel secondo miglior quintetto della manifestazione (12 punti per lui in finale contro Team USA) ed Achille Lonati, guardia creativa, miglior realizzatore con 20 punti ed un 6/6 dalla lunga distanza. Per lui una doppia vittoria, dato che un anno fa non aveva potuto giocare la finale under16 per colpa della caviglia. La partita che non scorderà mai sarà sicuramente l’ottavo contro l’Australia, dove ha realizzato ben 11 punti, risultando il più decisivo per il risultato.

Achille, dopo le sconfitte con Turchia e Argentina questo secondo posto sembrava un miraggio. Cos’è cambiato?

Inizialmente queste due sconfitte ci hanno un po’ demoralizzato, siamo arrivati a Istanbul sapendo di poter competere per una buona posizione nella classifica finale e perdere le prime due contro squadre sulla carta inferiori non é stato rassicurante. Sinceramente però continuavo a credere nelle nostre potenzialità e son sempre rimasto fiducioso. Il punto di svolta però é stato sicuramente il dialogo, dopo le prime due partite c’é stato un giorno di riposo e ne abbiamo approfittato per parlarci chiaramente come squadra e mettere in luce le problematiche; da quel momento in poi il nostro mondiale é cambiato.

La partita contro l’Australia è stata forse la partita chiave della svolta e la in particolare la tua migliore prestazione. L’Australia, normalmente fortissima a livello giovanile era imbattuta e con alcuni elementi di primo livello. Una gara fatta sempre rincorrendo gli aussies ma poi, ai tempi supplementari hai preso in mano tu la situazione: 11 punti.

L’Australia aveva un’ottima squadra con giocatori talentuosi e molto fisici. Nel prima quarto siamo rimasti attaccati ma a inizio terzo periodo subiamo un brutto parziale che ci porta a -19, da quel momento proviamo il tutto per tutto “sporcando la partita”, cercando di usare difese differenti per cercare di confondere gli avversari in fase d’attacco. Riusciamo a pareggiarla nei tempi regolamentari e vincere poi nell’overtime nel quale ho fatto 11 punti che hanno decisamente aiutato la squadra a vincere. Sinceramente non la definisco la mia miglior partita, nonostante il grande tempo supplementare, siccome nei tempi regolamentari avevo fatto molta fatica a esprimere il mio gioco e trovare punti, tuttavia sono molto felice della mia risposta nell’overtime e del fatto che sono rimasto in partita nonostante la difficoltà dei primi 4 periodi.

Forse il tiro più importante è stato quello a 32 secondi dalla fine. Hai tentato la tripla. Se avessi sbagliato, l’Australia avrebbe avuto il possesso per vincere la partita ma non hai sbagliato. Ci vuole una certa dose di coraggio per prendere certi rischi ma in fondo è quello che differenzia un buon giocatore da un campione

Ripensando a quel tiro mi viene sempre un sorriso, mi ricordo perfettamente quel momento. Ceccato era raddoppiato a metà campo allora io mi sono spaziato in ala per accorciare il passaggio e nella mia mente già sapevo che se mi fosse arrivata la palla avrei tirato, Ceccato é riuscito a liberarsi del raddoppio passandomi la palla e io senza pensarci due volte ho tirato chiudendo definitivamente la partita. Prima di quel tiro avevo realizzato due triple consecutive quindi ero in piena fiducia e sapevo che quella palla sarebbe entrata.

Usa troppo forti, si sapeva. Però il fatto che il ct ct, Giuseppe Mangone sia stato eletto miglior allenatore del Mondiale la dice lunga. Ci puoi parlare del tuo rapporto con il ct?

Mangone, insieme a tutto lo staff, é stato molto bravo a gestire il momento di difficoltà iniziale a seguito delle due sconfitte, non ci ha addossato colpe e ha cercato di trovare il buono che era stato fatto anche nelle due sconfitte. A livello individuale mi ha spronato molto, é un allenatore molto sincero quindi se fai qualcosa male te lo dice in faccia, io non mi sono lasciato abbattere ma ho preso le sue parole come motivazione.

Comunque contro gli Usa non hai certo sfigurato: 20 punti e 6/6 da tre

Contro gli Usa nonostante l’andazzo della partita ho cercato sempre di rimanere concentrato e di non darmi per vinto, e alla fin fine ho fatto una buona partita realizzando 20 punti con 6/6 da tre punti.

Giocare la finale contro gli Usa per te è stata un po’ una vendetta contro il destino, dato che l’anno scorso contro la Spagna eri infortunato

Si purtroppo l’anno scorso non ero riuscito a scendere in campo nella finale dell’europeo contro la Spagna a causa di un infortunio al tendine d’achille che mi ero procurato in semifinale. Questa quindi era la mia prima finale di una competizione con la maglia dell’Italia ed é stata una grande emozione.

Secondo posto agli Europei l’anno scorso, secondo posto ai Mondiali ora. Dove volete arrivare?

Siamo sicuramente un’ottima annata che è riuscita a togliersi grandi soddisfazioni, per il momento cerchiamo di goderci gli ultimi anni di nazionali giovanili e poi ovviamente sogno la nazionale maggiore e magari anche di condividerla con qualche compagno di questa annata.

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo