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Riflessioni sullo scandalo migranti nel Cassinate
di PIERDOMENICO CORTE RUGGIERO
La parola scandalo è abusata, in Italia viene spesso usata.
Anzi, allo scandalo siamo abituati, tanto che alla fine di scandaloso rimane solo l’indifferenza. Eppure negare la più elementare assistenza ai migranti che trovano rifugio in Italia, è scandaloso. Questo è successo nel Cassinate, una recente indagine della Procura della Repubblica di Cassino, ha scoperto un sistema di arricchimento illecito, sulla pelle dei migranti. Anzi, un presunto arricchimento illecito, la presunzione di non colpevolezza non deve essere negata a nessuno. Il sistema era semplice, le cooperative invece di spendere i fondi pubblici per dare vitto, alloggio e assistenza ai migranti, usavano i soldi per arricchimento personale. Auto di lusso, ville. Tutto questo con la complicità di funzionari addetti al controllo e di politici locali. L’indagine della Procura di Cassino, parte da un articolo della giornalista Angela Nicoletti.. Nessuno, prima, si era chiesto perché tanti “negri” giravano per le vie di Cassino, come in tante città italiane, chiedendo cibo, abiti. Lo facevano perché erano costretti, perché le cooperative negavano loro cibo, abiti, alloggi decenti. Cibo, abiti, alloggi, pagati con i nostri soldi. Soldi che sono stati rubati a noi, da italiani come noi. Nel capolavoro il giorno della civetta, Sciascia dice una grande verità italiana, la bocca si trova sotto il naso per mangiare più che per parlare. In Italia, ovunque giri denaro pubblico, si mangia. L’accoglienza dei migranti, per molti è un grande affare. Tranne che per i migranti. Il problema non è il “negro” che non rimane a casa sua, il problema siamo noi che non siamo capaci di essere onesti a casa nostra. Se tutto il denaro sparito in tangenti e ruberie varie, fosse stato veramente impiegato per lo sviluppo del meridione, il Sud Italia oggi sarebbe come la Svizzera. Siamo il paese della corruzione e del garantismo di facciata. Un amministratore locale, coinvolto nell’inchiesta della Procura di Cassino, si rifiuta di dimettersi, attende fiducioso il processo, continuando a gestire pubblico denaro. Ovviamente ha il diritto di rimanere al suo posto, ha diritto alla presunzione di non colpevolezza. Però. Esiste un grosso però. Prendiamo non un politico, ma il solito italico fesso qualunque. Il nostro fesso qualunque durante una lite condominiale si becca una denuncia per aggressione e lesioni. Viene iscritto nel registro degli indagati, ha quindi i famosi carichi pendenti. Da quel momento risulterà positivo ad ogni controllo in banca dati delle forze dell’ordine con le conseguenze del caso. Rischia di non trovare lavoro. Passa qualche anno, il nostro fesso qualunque viene assolto, niente aggressione, nessuna lesione. Lui però non ha potuto beneficiare di quella presunzione di non colpevolezza, che in Italia non vale per tutti. L’indagine della Procura di Cassino, ha ricordato che i veri problemi italiani, sono problemi antichi. Scarsi controlli nella spesa pubblica, corruzione elevata, la scarsa attenzione dell’opinione pubblica italiana. L’italiano medio diventa un leone contro il migrante che chiede l’elemosina per strada, diventa pecora davanti al politico, al funzionario pubblico, che ruba denaro della collettività. Non siamo più capaci di guardarci allo specchio. Questo è il vero scandalo.
Credit foto https://www.isnews.it/cronaca/64480-soldi-e-feste-per-politici-e-imprenditori-scarafaggi-per-i-migranti-la-verita-dell-inchiesta-choc-sull-accoglienza.html