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Banche e misteri. Da Sindona a David Rossi
di PIERDOMENICO CORTE RUGGIERO
Le Banche. Croce e delizia. Meccanismo insostituibile dell’economia. Raccolgono risparmio da investire in prestiti alle aziende e privati. Il finanziamento per l’acquisto della macchina nuova, il mutuo per la casa, il prestito per le spese impreviste. Questo è per noi la banca. Non sono, ovviamente, tutte rose e fiori. Difficoltà di accesso al credito, spese di gestione alte, interessi alti. Spesso, troppo spesso, le banche si comportano come quello “che ti presta l’ombrello quando splende il sole, per riprenderselo quando piove”. Le banche hanno un ruolo cruciale, anche nell’economia criminale. Le attività illecite, producono enormi quantità di denaro. Denaro che deve essere ripulito, per poi essere investito e custodito. Un percorso che passa necessariamente per le banche. Banche italiane e straniere. Stesso percorso per tangenti e fondi neri di partiti politici, grandi aziende pubbliche e private. La storia italiana racconta vicende di malavita, fiumi di denaro, banche, poteri oscuri. E di morti misteriose. Come quella di Michele Sindona e la sua Banca Privata Italiana. Sindona è uno sconosciuto commercialista di provincia, quando incontra Lucky Luciano, boss mafioso con forti legami negli Stati Uniti. Luciano affida a Sindona, denaro della mafia da ripulire. Diventerà la specialità di Michele Sindona. Ripulire enormi quantità di denaro. Sindona diventa molto potente, sia in Italia e sia negli Stati Uniti. Ha contatti stretti anche con lo IOR Vaticano. John Volpe, ambasciatore americano in Italia, definisce Sindona “Uomo dell’anno”. Ma l’anno finisce presto. Per Sindona iniziano i guai. Grossi guai. L’impero si sgretola. La Banca Privata Italiana fallisce. Come commissario liquidatore, viene nominato Giorgio Ambrosoli, una persona onesta. Ambrosoli è deciso a fare luce sulle attività illecite di Sindona. Ambrosoli è un pericolo per Sindona, che assolda un killer. Ambrosoli viene ucciso ma la fine di Sindona arriva comunque. Nel marzo 1986, si trova nel carcere di Voghera, per scontare la pena per l’omicidio di Ambrosoli. Sindona conosce molti segreti. Forse pensava di usarli per alleggerire la propria posizione. Per non correre rischi, qualcuno decide di offrirgli un caffè corretto. Al cianuro. Finisce così la vita di Michele Sindona. Come quella di Gaspare Pisciotta.
Altra morte misteriosa è quella di Roberto Calvi. Il 17 giugno 1982, viene trovato impiccato a Londra, sotto il Ponte dei Frati Neri. Calvi era diventato il padrone del Banco Ambrosiano. Il Banco Ambrosiano, era una importante banca privata cattolica. Fondata a Milano nel 1896, raccoglieva i risparmi della ricca borghesia milanese e delle diocesi. Una banca dalla gestione prudente e oculata. Fino al 1975, quando, dopo una folgorante carriera, Roberto Calvi diventa presidente. Il Banco Ambrosiano diventa centro di riciclaggio e investimento di denaro di provenienza illecita. Calvi, stringe rapporti con lo IOR, la P2, faccendieri, malavita. Dal Banco Ambrosiano partono, anche, le tangenti che finiscono nelle casse dei partiti politici. Poi arriva il crack, il Banco Ambrosiano è in crisi. Calvi non può più restituire i miliardi di miliardi che doveva ripulire. Viene ucciso a Londra. Ignoti mandanti ed esecutori, dopo 36 anni.
Misteriosa è la morte di David Rossi, responsabile Comunicazione del Monte dei Paschi di Siena. Il 6 marzo 2013, Rossi precipita da una delle finestre della banca. Morte classificata come suicidio. Rimangono diversi elementi di dubbio. Gli orari, le ferite sul corpo, il contenuto di alcune mail inviate poco prima di morire, la possibile presenza di altre persone. Nel 2013 Monte Paschi è travolto da uno scandalo giudiziario e finanziario, con risvolti anche politici. Rossi era a conoscenza di informazioni utili per i magistrati? Non ha retto al peso della situazione o è stato ucciso? Le banche sono un settore nevralgico. A forte rischio di infiltrazioni criminali. La via da seguire è quella tracciata da Giorgio Ambrosoli. Controlli costanti, approfonditi, con rigore e onestà. Perché una nazione sana non può reggersi su solitari atti di eroismo, necessita di una costante e generalizzata azione di rigoroso rispetto delle regole. Senza eccezioni o daltonismo politico.
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