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Jack Savini riporta l’Italia di pallamano ai Mondiali dopo 28 anni. “Sono sicuro che avremo la possibilità di disputare un torneo di livello”

Jack Savini protagonista dell’impresa storica dell’Italia di Pallamano. La vittoria sul Montenegro vale la qualificazione ai Mondiali dopo 28 anni.

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto e video: per gentile concessione di Jack Savini

“A volte ritornano” era il titolo di un libro di Sthephen King. Quello però era un horror, oggi questo è il titolo di una favola: quella dell’impresa della Nazionale di Pallamano che dopo quasi 30 anni bissano l’unica partecipazione dell’Italia ad un Campionato Mondiale. Impresa storica quella dei ragazzi del coach Riccardo Trillini che hanno battuto squadre molto più quotate come Turchia (con una folle rimonta casalinga dopo il -9 dell’andata), Belgio ma soprattutto il Montenegro nella cornice, che sa di favola, Morača Sport Center di Podgorica, dove la Pallamano la si respira da sempre in ognuno dei suoi 6000 posti. Qui, l’Italia, spinta dal pubblico, dopo aver vinto l’andata a Conversano per 32-26, si è imposta in Montenegro per 34-32, trascinati da Umberto Bronzo (13 reti all’andata e 8 al ritorno) e Simone Mengon (8 reti anche per lui), con una prova di squadra incredibile. Potevano venire a difendere il risultato e invece gli azzurri sono venuti per vincere, imponendo il loro gioco e conquistando con i denti il pass Mondiale, nonostante l’infortunio di Marrocchi dopo soli tre minuti. Se a Bronzo e Mengon va lo scettro dei migliori realizzatori, il premio del miglior giocatore, per noi ma non solo, va a Jack Savini, 25 anni, centrale del Cassano Magnano, jolly e pedina inamovibile per il DT Riccardo Trillini. Per lui 6 reti, forse quelli più pesanti per l’ecopnomia dell’incontro e tanto olio di gomito sul campo. La fase finale dei Campionati Mondiali si svolgerà dal 14 gennaio al 2 febbraio tra Croazia, Norvegia e Danimarca. Il sorteggio si svolgerà il 29 maggio in Croazia.

Jack complimenti per questa grande impresa. Siete ai Mondiali come nel 1997. Tu allora non eri neanche nato

Dopo 28 anni l’Italia parteciperà di nuovo ai Campionati Mondiali e per noi questo è un traguardo fantastico. Molti di noi non erano ancora nati e ciò fa capire quanto il nostro movimento stesse aspettando un risultato del genere. 

Avete spiazzato tutti. Anche chi pensava che sareste andati in Montenegro a difendere

Agli occhi di molti il risultato è stato una sorpresa, noi sapevamo quanto il Montenegro fosse una squadra di assoluto livello ma da subito ci siamo messi nell’ottica di poterli battere sfruttando i loro punti deboli. Dopo la partita d’andata abbiamo trovato la consapevolezza di essere anche più forti di loro, e la chiave per il ritorno penso sia stata proprio pensare di batterli a casa loro e ne è venuta fuori una partita praticamente perfetta. 

L’infortunio di Marrocchi dopo soli tre minuti poteva destabilizzarvi ed invece avete continuato a dominare finendo il primo tempo con un vantaggio consistente: 17-13

Chi segue la nazionale sa quanto Pablo sia stato importante per noi in questi anni, sia dentro che fuori dal campo. Siamo stati bravi a non farci demoralizzare dal suo infortunio e a seguire quello che ci eravamo prefissati, e nel primo tempo abbiamo giocato a un’intensità difensiva e offensiva incredibili.

Secondo trempo come il primo con un’Italia volta all’attacco, almeno fino al 25-20. A quel punto giustamente, avete controllato la partita anche se Bronzo non lo si riusciva proprio a fermare

Man mano che passavano i minuti nel secondo tempo ci rendevamo conto di essere un passettino sempre più vicini al traguardo. Abbiamo continuato tutti ad esprimere un livello molto alto di gioco che ci ha permesso di trovare sempre gol ed energie da parte di qualcuno, tra cui Umberto che tra andata e ritorno ha segnato addirittura 21 gol. E poi è scoppiata la festa di pianti finale.

Da essere una squadra che temeva persino le pre-qualificazioni ora siamo ai Mondiali. Tu che hai giocato in Francia e Spagna, puoi dirci come ci si è arrivati a questo risultato?

Per anni abbiamo sfiorato una qualificazione all’europeo e sapevamo che mancava sempre meno all’obiettivo. Siamo maturati come squadra e come gruppo, ma anche dal punto di vista individuale il fatto che sempre più giocatori facessero esperienze anche ad alto livello all’estero ci ha aiutato davvero tanto. Di giocatori di livello in Italia ce ne sono tanti ma sulla cartina dei mercati europei facciamo ancora fatica ad avere l’appeal che viene dedicato ad altri giocatori. 

Ora i Mondiali. Al di là dei risultati credo che la priorità sia quello di restare costantemente nell’elite mondiale. che ne pensi?

E’ presto per pensare ai Mondiali perché ancora ci sembra un sogno quello che è accaduto la settimana scorsa. Sono sicuro che avremo la possibilità di disputare un torneo di livello che ci permetterà in futuro di partecipare a sempre più competizioni internazionali. Speriamo possa essere l’inizio di una nuova pallamano italiana in Europa e nel mondo.

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo