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Editoriale

Fino a quando la sinistra continuerà a comportarsi da destra

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Credit foto https://www.tanadelcobra.com/kamala-harris-e-donald-trump-le-ragioni-del-nuovo-sorpasso-elettorale/

di Lavinia Orlando

La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi non ha rappresentato una sorpresa. Questo non solo e non tanto per le condizioni oggettivamente proibitive in cui si è trovata a competere la democratica Kamala Harris, chiamata ad affrontare, a pochi mesi dalle consultazioni, una campagna elettorale fino all’istante precedente condotta dal Presidente Biden.

Non risulta, tuttavia, così assurdo immaginare che si sarebbe raggiunto lo stesso risultato anche in presenza dell’originaria sfida Trump – Biden, essendo le ragioni della sconfitta democratica da ricercarsi altrove.  

Un razzista, suprematista, misogino, negazionista, antiabortista, omofobo che raggiunge nuovamente la vetta del Paese più potente del mondo, per la seconda volta dopo il quadriennio dal 2017 al 2021, non è circostanza così paradossale. Nonostante quanto già avvenuto durante il primo mandato di Trump e quanto seguito in relazione alla successiva sconfitta subita dal medesimo contro Biden. O, forse, proprio grazie alle nefandezze pronunciate e compiute in questi ultimi anni.

Un candidato che nega il cambiamento climatico, nonostante gli autentici disastri che siccità e maltempo continuano a provocare in giro per il mondo, e valuta i dazi come strumento per salvaguardare la propria economia e che vince, tra l’altro con un notevole scarto nei confronti della candidata democratica, è, purtroppo, quanto di più immaginabile potesse accedere.

Tale esito, del resto comune a quanto già accaduto in tanti altri Stati, non è altro che il frutto delle scelte sociali ed economiche poste in essere dalle sinistre in giro per il mondo. E fino a quando le sinistre medesime continueranno a portare innanzi politiche di destra, liberali, poco attente alle esigenze delle classi meno abbienti, inclini alle richieste del privato e delle grosse aziende a scapito del bene collettivo, le destre continueranno inesorabilmente a vincere.

Ciò che l’esito di queste ultime elezioni statunitensi dovrebbe insegnare è che la difesa dei diritti civili, per quanto imprescindibile e fondamentale, non può andare slegata dalla tutela dei diritti sociali. Se questi ultimi continueranno ad essere relegati in secondo piano, le classi meno abbienti e le c.d. minoranze, per quanto irreale possa sembrare, si affideranno al candidato che, almeno a parole, assicuri loro tutela in termini economici, indipendentemente dal trattamento minacciato con riferimento ai diritti civili.  

Verrebbe da dire che di solo ambientalismo e diritti civili si finisca per morire. La circostanza che le c.d. élite culturali fossero a favore di Harris al contrario delle classi meno abbienti molto più vicine a Trump è il chiaro segnale di quanto appena affermato. I democratici statunitensi, analogamente a quelli italiani, sono lontani dalle fabbriche, dalle problematiche che attanagliano i lavoratori dipendenti, dalle periferie, da tutti quei contesti in cui la sofferenza è predominante.

Un po’ come in Italia, laddove Elly Schlein, proprio in concomitanza con la disfatta democratica statunitense, ha pensato bene di incontrare Mario Draghi  per disquisire di massimi sistemi, gli omologhi statunitensi sembrano – il che significa, perlomeno in campagna elettorale, essere – molto più vicini alle famose star hollywoodiane che alla working class. A fronte di un Trump che ha propinato soluzioni semplicistiche, forse scarsamente efficaci, magari poco condivisibili, ma chiare, per risollevare le sorti economiche delle classi medie, Harris non ne ha parlato o, ammesso che l’abbia pure fatto, nessuno lo ha compreso. Lo stesso dicasi per altre tematiche calde, come l’atteggiamento USA rispetto ai conflitti mondiali, laddove il Trump pacifista ha avuto la meglio su di una Harris molto più guerrafondaia.

Stante quest’ultima disfatta, non sarebbe male, per i democratici di tutto il mondo, tentare un cambio di vedute e ritornare ad occuparsi di chi, originariamente, ne appresentava l’autentico zoccolo duro.

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