Mettiti in comunicazione con noi

Politica

Chi ha ucciso il cavalluccio?

Il cadavere rinvenuto in pieno centro città, da mesi la scena del delitto è al vaglio degli inquirenti (satira esclusiva vietata agli inclusivi).

Avatar photo

Pubblicato

su

Scena del delitto di Ippo Horsemann, età sconosciuta, dal 44 a.C. è abbandonato lì come le carcasse delle balene spiaggiate

di Alessandro Andrea Argeri

Turi, 4 marzo 2024 – Tragedia a Turi, dove da dicembre 2023 i carabinieri sono sulle tracce di ignoti per l’assassinio di Ippo Horsemann, il cavallino delle giostrine in pieno centro città. Le associazioni animaliste sono insorte, si parla già di “cavallicidio”, con avvallo della Crusca ad inserire il neologismo nel vocabolario della lingua italiana. Secondo alcune voci, in tempo di elezioni comunali Ippo avrebbe avuto intenzione di candidarsi per il posto di assessore, perfettamente in linea con la pratica romana inaugurata da Caligola. Per altri invece si tratterebbe di un lontano parente di Bojack Horsemann venuto apposta da Hollywood per godersi il turismo pugliese; tuttavia, questa ipotesi è stata subito scartata perché il paese non ha mai puntato attivamente sul turismo nonostante si trovi in Puglia.

La procura ha aperto un’indagine a carico di ignoti; forse l’assassino avrebbe agito col favore delle tenebre. Questi i primi punti fermi dell’indagine coordinata dall’antimafia in merito al delitto consumato in villa. Il cavallo non era legato ad alcuna cosca, forse avrebbe urtato gli interessi della coltre di caffè, per questo i carabinieri del nucleo investigativo hanno scartato la pista passionale, mentre è concreta l’ipotesi di un regolamento di conti: siccome Ippo era una delle poche attrazioni per i bambini, in passato sarebbe stato accusato di corrompere i giovani perché predicava il gioco invece del rispetto dell’unica vera divinità: la ciliegia. Un’azione pianificata dunque, non l’istinto di un momento.

Tanti gli interrogativi legati al caso di Ippo Horsemann. Quale credibilità ha un comune incapace di aggiustare persino una giostrina rotta da mesi in pieno centro? Come dovremmo risollevare un paese-dormitorio se non siamo in grado nemmeno di preservare gli spazi pubblici? Soprattutto: quali provvedimenti hanno adottato in questi anni le varie giunte comunali se il paese da anni sembra in decadimento? Queste le domande poste dai maligni, i sostenitori di Ippo. Noi invece, siccome i rappresentanti pubblici non hanno mai responsabilità, riponiamo ferma fiducia nelle accorte politiche della magnificentissima amministrazione comunale, oltre che nell’amore degli stessi cittadini per la cosa pubblica, quotidianamente dimostrato dallo stato delle campagne, dalla mancanza di veri luoghi di cultura, dal modo in cui non vengono tutelati i prodotti locali sebbene siano la principale fonte di economia, dalla rinuncia alle cooperative, alle costruzioni, fino alla stessa agricoltura.

In realtà, la situazione del comune di Turi è specchio di tanti altri piccoli comuni italiani lasciati alla Divina Provvidenza. Secondo il noto filosofo lussemburghese Johan Immanuel Luxemburg, Ippo in realtà si sarebbe suicidato per dare un messaggio squisitamente politico: invitare i cittadini alla quiete, alla calma, a muoversi il meno possibile per la comunità perché ad agitarsi nelle sabbie mobili si rischia solo di affondare più velocemente.

Intanto ora a via di rimanere lì il cavalluccio della villa potrebbe anche diventare una reliquia storica sull’esempio delle grandi città, come quei ruderi trasformati in attrazioni turistiche, se non sbaglio un tempo erano chiamati cantieri incompleti, ora “ci vogliono i soldi del Pnrr”. Qualora fosse così, potremmo candidare Turi patrimonio Unesco, sempre se non diventerà prima una di quei borghi fantasma risalenti al secondo dopoguerra, oppure la nuova Yarnam di Bloodborne 2, o ancora il nuovo set per l’ultima idea di Christopher Nolan. Le idee ci sono, sicuramente ci aspetta un radioso futuro, in fin dei conti “Cristo si è fermato ad Eboli”, noi abitiamo un po’ più giù.

Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).