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Esteri

Torna l’incubo del terrorismo wahabita sulla Siria

L’attacco devastante delle milizie di Al qaeda e filoturche contro la Siria.

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Aree di crisi nel mondo n. 225 del 30-11-24

Damasco

Nello stesso giorno dell’inizio del cessate il fuoco tra Libano ed Israele, è partita una potente offensiva da parte delle formazioni terroriste ed estremiste wahabita in Siria.

Al Qaeda alla riscossa

L’offensiva è guidata dal “Fronte di Al Nusra” capitanato dalla formazione più numerosa, Hayat Tahrir al Sham, sigla che costituisce il rebranding della famigerata Al Nusra ovvero Al Qaeda in Siria.

Non si tratta di “ribelli siriani” come vengono dipinti nei telegiornali del mainstream, ma di formazioni composte da veri e propri mercenari del terrore di molte nazionalità che convergono qui richiamati dal salafismo.

Sono tagliagole della peggiore specie, fanno ampio uso di droghe quali il Captagon per sostenersi durante le offensive e sopire paura e stanchezza.

Hanno compiuto negli anni, innumerevoli massacri nei territori da loro occupati, sono emersi dopo il loro ritiro dai territori recuperati dall’esercito siriano.

Fin dall’inizio del conflitto siriano, è emerso chiaramente che queste formazioni, Al Nusra come le FSA, oggi SNA, gruppi principalmente guidate da formazioni turcodirette, quali Jaysh al Islam, Ahrah al Sham, Nour al-Din al Zenky, il Fronte del Levante ed altre formazioni, fossero controllate dalla Turchia e agissero sotto la guida e l’indirizzo della NATO al fine di scardinare lo stato Siriano ed istituire al suo posto uno stato controllato indirettamente dagli USA al fine di rimuovere le basi russe ivi presenti.

L’operazione militare di Al Qaeda in Siria

La data stessa dell’inizio di questa operazione, il cessate il fuoco del conflitto israelo libanese, non è affatto casuale.

In questi mesi è stato accuratamente preparato il piano di attacco, addestrati i gruppi, inviato molto materiale bellico ( nei video appaiono divise nuove, equipaggiamenti moderni, mezzi nuovi quali moto e pick-up) droni FPV, esattamente identici a quelli usati dagli ucraini.

L’offensiva israeliana contro il Libano, con la conseguente presenza massiccia di forze armate nel nord del Paese, ha richiesto lo spostamento di numerose unità dell’esercito siriano verso il settore centro sud, al fine di prevenire Telaviv in eventuali attacchi alla Siria.

Questo però ha comportato lo spostamento di importanti formazioni armate dal nord del Paese.

La mappatura, della regione operata di certo da satelliti militari, ha permesso alle forze NATO ed israeliane di individuare i settori più vulnerabili, pianificare gli spostamenti e le penetrazioni in profondità delle forze di invasione ( i terroristi) in modo da scombinare le difese siriane, che non avevano profondità strategica, e causarne il collasso nella regione.

Cosa che è puntualmente avvenuta.

I gruppi armati qaedisti si sono proiettati dietro le sottili difese siriane e sono dilagate nelle retrovie, costruendo un vero e proprio sfondamento delle difese di Aleppo.

Le truppe siriane si sono ritirate abbandonando anche materiale che non poteva essere spostato velocemente, compresi carri armati.

Sul posto è arrivato il generale Al Hassan, già comandante della 25a Divisione operazioni speciali, in precedenza nota come Unità Tigre o Tiger Forces.

Ha potuto prendere visione della situazione e è sua la decisione di ripiegare il più velocemente possibile tutte le unità dell’esercito verso una linea da lui stabilita e dove dovranno confluire le divisioni da sud, al fine di creare una difesa su posizioni difendibili e fermare l’avanzata salafita.

Lasciare quindi sfogare l’impeto offensivo dei qaedisti per poi affrontarli con gruppi sufficientemente forti da affrontarli.

Questa scelta ha già comportato la cessione di quasi tutta Aleppo ovest e gran parte della regione a sud.

L’intervento curdo

Dalla regione di Raqqa si stanno muovendo le formazioni curde legate alle SDF.

Forse memori di quando l’esercito siriano si è mosso in loro difesa contro proprio gli stessi tagliagole turcoguidati, che avevano invaso prima il cantone di Afrin e si stanno dispiegando lungo l’autostrada M4 dove le FSA(SNA) stanno attaccando la base aerea di Kuweires.

L’aeroporto di Aleppo lo avevano raggiunto ma l’attacco in forze dai miliziani di HTS li ha respinti fuori e lo hanno conquistato, ora tentano di difendere la parte nord di Aleppo dove si trova il quartiere curdo di Sheyq Maqsud, ma il numero e la velocità delle forze di HTS li travolgeranno di certo, inoltre il corridoio che hanno preso non appare molto stabile e rischiano di essere chiusi in sacca.

Altro aspetto inquietante è rappresentato dall’enclave curda di Tal Rifat dove si sono rifugiati i Curdi a seguito della pulizia etnica turca nel cantone di Afrin, pulizia passata inosservata dall’Occidente.

Non ritengo pertanto che un intervento curdo potrà contenere l’avanzata dei terroristi nel nord del Paese.

Homs e Hama

La velocità dell’avanzata anche verso sud è impressionante.

Le avanguardie HTS hanno già raggiunto la periferia di Hama, un grande centro urbano, strategico per mantenere aperte le vie di comunicazione con il nord.

Temo sia tardi per tenerla.

Homs segue a ruota.

Nove sono le forze corazzate e quelle della 25a divisione al momento? Nessuno riesca a capirlo.

Si trovano credo nel sud del Paese e prima che si spostino e dispongano in ordine di battaglia tutto il nord del Paese sarà in mano dei terroristi e si aprirà un tremendo bagno di sangue tra i civili cristiani e sciiti.

Temo che il compito dell’esercito siriano sarà davvero impervio e durissimo.

Sempre ammesso, e prego Dio che non accada, che si riesca a creare una linea di difesa sufficientemente forte da reggere.

Il problema è che il fronte è già vastissimo e la mobilità che mostrano di padroneggiare è devastante.

Si comprende bene come solo l’esercito russo riesca a bloccare queste strategie elaborate principalmente dai Britannici e che ora padroneggiano anche questi pericolosissimi tagliagole.

Hama al momento è già data per caduta, la via per Homs pertanto, è aperta.

Non riesco a trovare motivi di ottimismo, sebbene il mio carattere ne sia propenso.

Il destino del popolo siriano è appeso ad un crine di cavallo sottilissimo.