Esteri
La situazione in Russia dopo il voto alle politiche
Intervista ad Anastasia Baibikova, membro del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa.
Intervista ad Anastasia Baibikova, componente del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa
di Stefano Orsi
Dato il particolare momento storico, ci ho pensato parecchio prima di contattare Anastasia Baibikova, membro del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa, Segretaria del Comitato Centrale del Komsomol* della Federazione Russa, già deputato della Duma dell’Oblast di Belgorod, attualmente assistente della Frazione del PCFR presso la Duma di Stato della Federazione Russa.
Conosco l’attuale situazione in Russia indirettamente, ho letto molti articoli su quanto accaduto durante gli anni 90, in cui venne demolita l’URSS per costruire al suo posto una società ordo-liberista con a capo, non la politica, ma un ristretto numero di oligarchi che presero in mano tutti i comparti industriali e minerari del Paese.
La Russia di oggi ancora fa i conti con quell’oscuro periodo da cui, oltretutto, lo stesso attuale Presidente Vladimir Putin è emerso.
Negli ultimi 20 anni il Paese è cambiato molto, sotto alcuni aspetti, ma nel fondamento del modello economico è rimasto ancorato al “palo” del liberismo.
L’intervista che vi propongo oggi cerca di far emergere quel malcontento che rimane nascosto dai media mainstream russi.
La voce dei ceti meno agiati del Paese e sui quali si riversa più di tutti il peso delle sanzioni economiche occidentali, con l’aumento dei prezzi dei generi di prima necessità non compensato dagli stipendi.
Uno spaccato quindi della società russa che spiega bene l’aumento sostanzioso di consenso del Partito comunista in Russia che si conferma seconda forza politica nei consensi del popolo russo.
Un momento storico particolare del Paese, in cui le esigenze di stabilità di fronte ai pericoli di attacchi esterni sempre più concreti costringono il governo a scelte difficili per poterle affrontarle al meglio.
S.O.:
Alle ultime elezioni politiche il PCFR ha registrato un ottimo risultato. Secondo Lei, quali sono i fattori alla base di questo successo?
A.B.:
Il PCFR non ha mai tradito se stesso, agisce in modo coerente con i propri principi.
Sui temi in discussione, tanto a livello federale che locale, nelle assemblee rappresentative ha sempre espresso posizioni in sintonia con la volontà popolare.
Un momento molto importante si è avuto nell’estate dell’anno scorso, quando è stata modificata la Costituzione su iniziativa del Presidente Putin.
Il PCFR ha proposto propri emendamenti, tra i quali la nazionalizzazione delle risorse naturali, e non ha sostenuto quanto proposto dal Presidente. Allo stesso tempo non abbiamo votato contro il cosiddetto “azzeramento” del mandato presidenziale, il che è stato accolto molto positivamente dall’opinione pubblica, anche d’opposizione, del nostro Paese.
La frazione del PCFR è stata l’unica a non temere di esprimersi in modo onesto.
Rispetto agli altri partiti c’è un’altra grande differenza: noi siamo gli unici ad andare tra le persone e a portare le persone in strada.
Penso agli incontri da noi organizzati, alle riunioni aperte, alle manifestazioni e quando questo è stato vietato, ufficialmente a causa della pandemia, allora abbiamo organizzato incontri diretti con i cittadini. Immediatamente prima delle elezioni la autorità hanno tentato di far passare l’idea della vaccinazione obbligatoria.
Ancora una volta, la frazione del Partito Comunista è stata la prima e l’unica a sostenere che la vaccinazione deve essere volontaria e non si possono, per questo motivo, licenziare le persone o privarle del diritto allo studio.
Lo stesso processo di ammissione delle candidature per le elezioni della Duma di Stato non è stato corretto, nostri candidati non sono stati autorizzati a registrarsi.
E le persone lo hanno visto e hanno capito perché questo stava avvenendo: le autorità hanno paura dei comunisti.
Paradossalmente questo ha reso il Partito Comunista ancora più popolare in un’ampia fascia della popolazione.
E infine merita un accenno il conteggio dei voti.
Io mi occupo di elezioni da molto tempo e ormai posso dire con certezza che, rispetto a come viene impostata una campagna elettorale, la cosa principale è come si svolgono i conteggi.
C’è stato un numero enorme di falsificazioni.
L’attuale elite del capitalismo russo si è impossessata del potere e non vuole cederlo a nessuno e a nessun costo!
Va anche precisato che nella maggior parte delle regioni siamo stati comunque in grado di difendere i nostri voti.
S.O.:
Lei ha menzionato il capitalismo…
A questo proposito, come vivono oggi le persone in Russia e ci sono differenze significative tra le grandi città come Mosca e le province?
Ci sono buoni servizi, scuole, ospedali?
A.B.:
Le persone non solo in Russia, ma in tutto il mondo, dove regna il capitalismo, vivono sempre peggio.
Il principio di fondo è che i ricchi diventano sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri.
Questo è emerso ancora più chiaramente durante la pandemia.
Molti lavoratori hanno perso il proprio impiego, gli studenti il proprio lavoro part-time.
Molti tirano avanti grazie a prestiti e mutui, il che complica la situazione.
La situazione del sistema sanitario è molto critica.
Per molto tempo, le autorità hanno cancellato (in senso letterale) ospedali e poliambulatori.
Con il pretesto dell’ottimizzazione della spesa, sono stati cancellati interi reparti specializzati in ampie zone del nostro paese, si è ridotto il numero dei posti letto.
Nei territori il Partito Comunista della Federazione Russa si è sempre opposto a tali azioni.
Dove siamo riusciti a sollevare la popolazione contro la chiusura di questa o quella struttura sanitaria siamo riusciti a difenderla, almeno in parte.
In generale, siamo entrati nella pandemia in una situazione di carenza tanto di posti letto quanto di specialisti.
In alcuni luoghi potremmo dire di gravissima carenza!
Quanto alla differenza tra la provincia e Mosca, questa è davvero grande.
A partire dai servizi più elementari, potremmo dire con un proverbio russo: “a Mosca ne hanno già abbastanza del grasso” (ndt: proverbio senza un equivalente italiano).
Mentre a Mosca viene sistemato più volte un manto stradale, in molte altre regioni non ci sono nemmeno le strade!
Per quanto concerne le retribuzioni, a Mosca queste sono significativamente più alte.
Ecco perché molte persone si trasferiscono, senza rendersi conto che anche gli affitti a Mosca hanno prezzi stellari.
E così, spesso, l’intera retribuzione viene spesa per l’affitto di un appartamento.
Non posso dire che ci sia un grande squilibrio tra scuole e asili.
Nei territori, secondo me, su questo versante non è andato tutto perduto, ma la medicina, come ho detto sopra, soffre.
Considerando che sono rimasti pochi specialisti nelle regioni, e che anche tra loro molti scelgono di trasferirsi a Mosca, nella capitale il livello delle cure mediche e della diagnostica è significativamente più alto.
Qui abbiamo le attrezzature e il personale necessari.
Il problema si concentra nei territori periferici.
S.O.:
Anastasia Anatolievna, quali sono oggi le condizioni di vita dei lavoratori in Russia? Il livello di democrazia sostanziale di un ordinamento è determinato dalla possibilità di partecipare alla vita politica e alle decisioni collettive da parte dei lavoratori e delle organizzazioni che li rappresentano: qual è la situazione in Russia da questo punto di vista?
A.B.:
Ma quale democrazia?
Le restrizioni sulle assemblee e sui comizi vengono inasprite ogni sei mesi.
Ormai è difficile organizzare anche un singolo picchetto: ti verranno immediatamente a prendere.
Persino esprimere in pubblico una semplice critica adesso significa ricevere una multa o una misura temporanea!
Per i giornalisti è difficile svolgere il proprio mestiere.
Scrivere la verità sta diventando pericoloso.
Puoi essere registrato come agente straniero o, peggio ancora, perseguito.
Nelle università si effettuano continui sopralluoghi e controlli, contro l’estremismo.
Nella sostanza, se muovi critica contro il Governo, rischi di essere bollato come estremista.
In questa situazione molte persone preferiscono evitare problemi, non vogliono rischiare di perdere il lavoro, a maggior ragione in tempi difficili, tengono stretto il proprio posto all’università.
Da qui una reazione, una presa di posizione come cittadini piuttosto debole.
Per i sindacati è molto difficile lavorare.
Parlo dei sindacati indipendenti, non di quelli filo-governativi, ovviamente.
La pressione è molto forte.
Per quanto riguarda la politica russa, la legge che cambia più di frequente è la legge sulle elezioni.
Le autorità fanno di tutto per complicare il processo di formulazione delle candidature e di controllo.
Quindi i sindaci non sono più eletti dalla popolazione, per candidarsi alla carica di governatore della regione è necessario passare un filtro, raccogliere le firme di deputati a diversi livelli.
E ovviamente l’opposizione non ne ha così tanti.
Il processo di voto stesso è ora di 3 giorni. Per due notti, i voti espressi dalle persone restano incustoditi.
Ed è estremamente difficile trovare persone che svolgano la funzione di osservatori saltando tre giorni di lavoro.
Da qui le falsificazioni.
E in più si è aggiunta l’ultima innovazione: il voto elettronico a distanza.
Lampante quanto accaduto a Mosca.
Nei seggi elettorali moscoviti dove si è votato con le modalità tradizionali hanno vinto 8 candidati del Partito Comunista della Federazione Russa, ma dopo la pubblicazione dei risultati del voto elettronico il PCFR ha perso.
In sostanza, ora le autorità saranno in grado, con una semplice modalità manuale, di impedire l’elezione di avversari fastidiosi.
Il Partito Comunista ha intentato cause legali, sono in corso procedimenti.
Un team di programmatori ci ha supportato e ha dimostrato le falsificazioni nel voto elettronico.
Insomma, di vera democrazia non si sente neanche l’odore…
S.O.:
Secondo Lei, quali saranno i principali temi di discussione durante l’ottava legislatura della Duma di Stato?
A.B.:
Personalmente non posso fare previsioni, ma è già stata approvata in prima lettura la legge di bilancio, nella quale la componente sociale segna il passo rispetto alle spese per gli apparati di sicurezza e a quanto funzionale alla propaganda.
S.O.:
Alla luce del quadro attuale, quale definizione Lei adotterebbe per descrivere l’attuale ordinamento socio-politico della Federazione Russa?
A.B.:
Feudalesimo.
- Komsomol: Gioventù Comunista dell’Unione Sovietica, oggi organizzazione giovanile del Partito Comunista della Federazione Russa.
Ringrazio Anastasia Baibikova per la gentilezza e cortesia.
Ringrazio l’amico Fabio Camillo per la traduzione delle domande in russo e delle risposte in italiano.
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