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Inchiesta

Maurizio Polisena, l’altro mistero di Arce

Se parliamo di Arce parliamo di Serena Mollicone. Un tragico mistero che ancora oggi attende soluzione. Moltissimi italiani conoscono e riconoscono il volto sorridente di Serena Mollicone.

Pochi anzi pochissimi si ricordano di Maurizio Polisena. Ucciso ad Arce nella mattinata del 28 maggio 1998.

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foto google maps elaborata dall'autore

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Se parliamo di Arce parliamo di Serena Mollicone. Un tragico mistero che ancora oggi attende soluzione. Moltissimi italiani conoscono e riconoscono il volto sorridente di Serena Mollicone.

Pochi anzi pochissimi si ricordano di Maurizio Polisena. Ucciso ad Arce nella mattinata del 28 maggio 1998.

Polisena era una guardia giurata che lavorava presso un istituto di vigilanza di Cassino.

Quella mattina, insieme ad un suo collega, trasporta oltre 900 milioni di lire su una Opel Corsa non blindata e con i colori d’istituto.

Una somma ingente difesa da solo due guardie su un veicolo non blindato. Un vero invito per i rapinatori. Che  non tarderanno.

Polisena e il suo collega arrivano ad Arce. Devono consegnare 100 milioni di lire al locale ufficio postale. L’Opel Corsa raggiunge il cortile interno dell’ufficio postale, posto sul retro. Mentre parcheggiano l’auto le guardie giurate notano degli operai che stanno facendo dei lavori nei pressi dell’ingresso di servizio dell’ufficio postale di Arce. Tutto nella norma. Così sembra.

Il collega scende con il sacco contenente il denaro ed entra nell’ufficio postale. Maurizio Polisena rimane solo.

Ha il tempo di accorgersi che quelli non sono operai. Hanno brutte intenzioni e sono armati. Uno dei rapinatori si avvicina ad un metro e mezzo dalla vettura portavalori. Polisena tenta una reazione ma viene fulminato da una fucilata. I rapinatori agiscono con ferocia e freddezza. Prendono i 740 milioni di lire che erano nella Opel Corsa e prendono la pistola di Polisena che era senza vita.

Poi fuggono con una Fiat Croma che risulterà rubata in Toscana. Usano la vettura per pochi km, viene abbandonata nei pressi del cimitero di Arce in corrispondenza del trivio formato dalla strada per Sora, dalla strada per Ceprano e dalla Casilina.

Accorrono i carabinieri. Anche quelli di Arce comandati dal Maresciallo Mottola, oggi imputato per l’omicidio di Serena Mollicone.

Secondo i testimoni i rapinatori erano  tre. Uno zoppicava. Vengono raccolte impronte digitali, Dna e capelli.

Gli investigatori sospettano che i rapinatori si siano sottoposti ad un intervento di chirurgia plastica e che abbiano trovato rifugio nei pressi di Arce per far calmare le acque.

Le indagini sono imponenti. Condotte da Polizia e Carabinieri. I rapinatori sono dei professionisti. Forse hanno agito sotto effetto di stupefacenti. In realtà la mente che organizza il piano è molto lucida e dimostra perfetta conoscenza dei luoghi: un posto dove i banditi possono mimetizzarsi da operai, con la possibilità di avvicinarsi alla Opel Corsa senza essere visti.

Freccia gialla: rapinatori travestiti da operai Freccia blu: Opel Corsa

Dell’omicidio di Maurizio Polisena gradualmente non si parla più. Viene ricordato nel 2001 dai giornalisti che scrivono dell’omicidio di Serena Mollicone. Non viene dimenticato dalla sua città, Ceprano, dalla sua amata famiglia e dalla tante persone che lo stimano.

Restano diverse domande. Come facevano i rapinatori a conoscere l’entità della somma trasportata? Perché scelgono proprio Arce? Certo potevano raggiungere velocemente la Casilina e la strada per il casello di Ceprano della A1. Non aveva senso, però, tentare di raggiungere Ceprano con l’allarme scattato velocemente vista la vicinanza della caserma dei Carabinieri di Arce. Dovevano, quindi, avere un supporto logistico (un nascondiglio sicuro e insospettabile) e informativo in zona.

Quella tra Arce e Fontana Liri era una zona ritenuta sicura per la “grande” malavita organizzata. In una villa di Fontana Liri il 3 agosto 1996 i carabinieri arrestano Vincenzo Buccafusca figura di spicco della mafia e artefice degli accordi tra mafia, camorra e ‘ndrangheta,

Chiudiamo con una domanda sperando di dare presto una risposta. Maurizio Polisena e Serena Mollicone sono caduti nella stessa rete di complicità?

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