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Inchiesta

Ahmed Ali Giama, Emanuela Orlandi e “Arancia Meccanica”

La tragica vicenda di Ali Giama è stata utilizzata per scrivere il copione di “Mario l’americano”?

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Credit foto https://www.amica.it/gallery/arancia-meccanica-foto-film-protagonisti/?item=18

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Nella notte tra il 21 e il 22 maggio 1979, a Roma in via della Pace, qualcuno brucia vivo Ahmed Ali Giama. Fuggito dalla Somalia, finito a vivere e morire a Roma da senza dimora. Già alla fine degli anni 70 il disagio sociale a Roma era una vera emergenza. Non solo nelle periferie. Il centro di Roma vedeva la massiccia presenza di senza dimora, tossicodipendenti, spacciatori, prostitute, sfruttatori e di giovani pericolosamente annoiati. Con una nutrita presenza di migranti più o meno regolari.

In questo contesto muore Ali Giama. Dei testimoni vedono tre ragazzi e una ragazza fuggire dal luogo dell’aggressione a bordo di due moto. Un’ora dopo tre ragazzi e una ragazza vengono fermati in via dei Fori Imperiali, sono a bordo di due moto. Sia il loro abbigliamento e sia le moto corrispondono alla descrizione dei testimoni.

Una ragazza di “ottima famiglia; un ragazzo che lavora nel forno di famiglia; uno studente e un disoccupato. Vengono arrestati e processati. Condannati in primo grado, assolti in appello e dalla Cassazione. Non sono stati loro ad uccidere Giama.

Un delitto sicuramente a sfondo razzista, di giovani annoiati. Non erano anni facili per gli africani che vivevano a Roma. Il 20 luglio 1980 due giovani, poi arrestati, gettano una bottiglia incendiaria nel bar Rosy’s in via Goito, poco distante dal bar dei genitori di Mirella Gregori. Il bar Rosy’s era frequentato da cittadini africani.

Cosa collega Ali Giama alla vicenda di Emanuela Orlandi? Delle “coincidenze” e alcune valutazioni.

Quando “Mario” chiama casa Orlandi dice che il ragazzo che vende profumi è del rione Parione. Sempre “Mario” dice di aver fatto il fornaio in passato. Uno dei giovani arrestati per l’omicidio di Ali Giama viveva al nel quartiere Parione e faceva il fornaio. Inoltre i testimoni che vedono i quattro ragazzi fuggire, sentono uno di loro dire ad alta voce “okay”. Sono tutti particolari ampiamente riportati dai giornali dell’epoca. Il tristemente famoso “americano” che chiama casa Orlandi, usa spesso e fuor contesto la parola “okay”.

Il copione preparato per “Mario l’americano” prende ispirazione da quanto letto sui giornali sulla vicenda di Ali Giama? O l’hanno vissuta più da vicino?

Bisogna fare una valutazione anche di tipo sociologico e geografico. Molto si è indagato sul Vaticano molto poco su Piazza Navona. Vicinissima a via della Pace e al rione Parione. Piazza Navona nel 1983 mostrava tutto il campionario umano. Dal turista al predatore sessuale, dall’artista allo spacciatore. Soprattutto molti ragazzi e ragazze. Sia dal centro che dalla periferia. L’apertura della metro A nel 1980 aveva cambiato anche la geografia sociale di Roma. I giovani della periferia possono raggiungere con più facilità il centro. Ricostruire le amicizie di Emanuela Orlandi trascurando questa nuova mobilità sociale è un grave errore.

Tra le tante piste seguite per la scomparsa di Emanuela è stata un trascurata quella che parte dai fatti del Circeo nel 1975 e passa anche per la morte di Ali Giama. Gli assassini del Circeo erano giovani della “Roma bene”, con famiglie benestanti. Avevano tutto ma non valori morali. Personaggi spinti dalle dinamiche ben descritte nel film “Arancia Meccanica” di Stanley Kubrick del 1971 e nel film “Salò o le 120 giornate di Sodoma” di Pier Paolo Pasolini del 1975. Desiderio di potere, di possedere, di umiliare, con forti perversioni sessuali.

Emanuela Orlandi è caduta vittima, forse con la complicità di qualcuno di cui si fidava da tempo, di una dinamica di gruppo/solitaria del tipo “Arancia Meccanica”? Non possiamo escluderlo. Non possiamo escludere che la sua sorte sia stata simile a quella di Rosaria Lopez.

Probabilmente la verità è nascosta nelle vie del rione Parione. Dove Emanuela ha incontrato il suo destino fatale. Negli anni è stata cercata ovunque ma non nei dintorni di Piazza Navona. Le indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi sono state concentrate sulla criminalità organizzata, l’inflazionata Banda della Magliana, mai sui figli della “Roma bene”. Contesto che invece ha visto, ad esempio, la morte di Josè Garramon.

Credit foto archivio L’Unità

Sulla scomparsa di Emanuela Orlandi le indagini continuano. Abbiamo invece totalmente dimenticato Ahmed Ali Giama. Non ha avuto giustizia. Un senza volto. “Arancia Meccanica” non è finzione, lo dimostra la tragica morte di Ali Giama che aveva l’unica colpa di esistere.

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