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Inchiesta

Elezioni Federali 2017

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di MARIA GRAZIA CITO

Si vota domenica per il Bundestag tedesco


Due eventi senza precedenti: Merkel candidata per il quarto mandato consecutivo e un  partito di estrema destra per la prima volta in Parlamento

Domenica 24 settembre 61,5 milioni di tedeschi saranno chiamati alle urne per eleggere i membri del nuovo parlamento federale. Otto i partiti principali: CDU/CSU (Unione Cristiano-Democratica/Unione Cristiano-Sociale) con a capo Angela Merkel, cancelliera dal 2005 candidatasi per il suo quarto mandato, SPD (Partito Socialdemocratico), guidato da Martin Schulz, ex presidente del Parlamento Europeo, La Sinistra, I Verdi, il Partito Democratico-Liberale e AfD (Alternativa per la Germania), partito di destra radicale nettamente euroscettico. Quest’ultimo è stato fondato nel 2013 e stando ai sondaggi raggiungerebbe il 12%, quota che gli permetterebbe di superare la soglia di sbarramento e ottenere per la prima volta seggi in parlamento.

Il sistema elettorale tedesco è proporzionale e si caratterizza per il voto disgiunto: un primo voto per esprimere la preferenza del singolo candidato e un secondo voto per scegliere il partito. È quest’ultimo, in particolare, a determinare i rapporti di forza tra i vari partiti e quindi le grandi coalizioni.

Secondo gli ultimi sondaggi la Merkel potrebbe dormire sonni tranquilli, dati i 16 punti di distacco dall’avversario Schulz. Tuttavia la CDU ha perso numerosi consensi rispetto alle scorse elezioni, consensi che sembrano essere confluiti nell’AfD, tanto che un titolo dello Spiegel recita “Angela Merkel: madre dell’AfD”.

La politica contraddittoria della cancelliera sulla questione profughi prosegue nel suo nuovo programma elettorale, il quale prevede il potenziamento dell’agenzia Frontex al fine di proteggere i confini europei. La SPD, invece, difende una posizione più orientata al sostegno dei richiedenti asilo e propone, in caso di vittoria, di finanziare l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e di mantenere la doppia cittadinanza per la prima e la seconda generazione di immigrati.

Il motto di Schulz “È tempo di equità” si traduce nei punti nodali del suo programma: pari stipendi per uomini e donne, pari opportunità nell’istruzione, stop all’innalzamento dell’età pensionabile, riduzione del divario tra ricchi e poveri, democrazia. Tutti buoni propositi che la stampa ha criticato per esagerata astrattezza. Sempre in caso di vittoria, Schulz promette di abbassare a 16 anni l’età minima per votare alle elezioni federali.

Completamente innovativo è, invece, il programma elettorale dei Verdi, i cui punti essenziali vanno dall’attenzione ai cambiamenti climatici alla salvaguardia degli animali e della natura, dal supporto alle famiglie monogenitoriali alla legalizzazione dell’uso personale e della coltivazione privata di Cannabis.

Preoccupante, infine, il programma dell’AfD in cui si legge: “aumentare il tasso di natalità, proibire l’aborto e le coppie omosessuali, rinforzare massicciamente Polizia e Magistratura, chiudere le frontiere”. L’AfD rifiuta il multiculturalismo, come morte della società moderna. La cultura tedesca, la lingua, l’identità devono essere conservate. Non promuove la lingua politicamente corretta e la libertà di espressione su Internet” e ancora “i cittadini dell’UE che vivono in Germania devono essere esclusi da tutti i benefici sociali per quattro anni”.

Diverse le associazioni che in Germania si stanno impegnando a sensibilizzare i giovani affinché vadano a votare, perché non succeda come in Inghilterra al referendum per la Brexit, o negli Stati Uniti alle scorse elezioni presidenziali, dove il mancato voto dei giovani ha probabilmente contribuito all’ascesa della destra populista e xenofoba.

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo