Attualità
Ebrahim Raisi ed Enrico Mino, elicotteri e nebbie
Restano solo nebbie ed incidenti.
Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Il Presidente della Repubblica islamica dell’Iran Ebrahim Raisi è morto. L’elicottero su cui viaggiava è caduto nella regione di Tabriz nei pressi della strada per Khoilar-Kalam.
Nessun sopravvissuto. Raisi volava su un elicottero Bell 212. L’elicottero presidenziale era scortato da due elicotteri. Di fabbricazione russa del tipo Mil17.
Probabilmente l’incidente è stato causato dalla fitta nebbia in una zona montuosa.
Incidente quindi. Eppure qualche osservatore si è posto questa domanda, di tre elicotteri perché proprio e solo quello di Raisi si schianta contro la montagna? Le risposte possono essere molteplici.
In Italia una domanda simile è senza risposta dal 31 ottobre 1977. Quel giorno il comandante generale dei Carabinieri Enrico Mino arriva in Calabria.
Deve effettuare, tra le altre cose, un volo per ispezionare le zone dove aumentare in contrasto alla malavita.
Alle 14.45 dall’eliporto di Bellamena, alla periferia di Catanzaro partono due elicotteri AB205 dei Carabinieri.
Il primo a partire è pilotato dal capitano Gasparri che conosce bene la zona. Pochi minuti dopo decolla l’elicottero con a bordo il Generale Mino. A pilotarlo il colonnello Luigi Villardo che comanda il centro elicotteri dei carabinieri di Pratica di Mare. Come secondo pilota il tenente Francesco Cerasoli.
Nei pressi del Monte Covello, tra Rosarno e Vibo Valentia, i due elicotteri devono affrontare condizione meteo proibitive. Un violento temporale, con scarsa visibilità.
L’elicottero pilotato dal capitano Gasparri effettua una deviazione per aggirare la zona di maltempo. Invece dell’elicottero dove viaggia Mino si perdono le tracce. Ultimo contatto radio alle ore 14.55.
Dopo ore di ricerche il relitto dell’elicottero viene ritrovato. Ritrovati anche i sei cadaveri dei militari a bordo. Muore così Enrico Mino.
Incidente. Eppure il capitano Gasparri non riesce a capacitarsi “Conoscendo la zona ho fatto una deviazione per aggirare il blocco di nuvole più dense. Credevo che anche il collega che mi seguiva avrebbe fatto lo stesso, difatti gli avevo messo al fianco il tenente Cerasoli che è pratico della zona come me. Cerasoli consiglierà certamente al pilota di aggirare le nuvole, mi sono detto. E invece non capisco perché non l’abbia fatto”.
Errore umano, avaria della strumentazione, sabotaggio? Rimane la versione ufficiale. Incidente.
Rimangono anche i dubbi tenendo conto che Enrico Mino aveva conoscenza della penetrazione della loggia P2 nelle Forze Armate e nelle Forze dell’Ordine. Mino aveva espresso timori in una conversazione con Marco Pannella e aveva incontrato Mino Pecorelli.
Quello di Mino non è l’unico strano incidente che ha toccato i vertici dei Carabinieri.
Il 27 aprile 1969 muore il Generale Carlo Ciglieri. Ex comandante dei Carabinieri e comandante della Terza Armata.
Muore in un incidente stradale. Strano incidente. Ciglieri è alla guida di una Alfa 1600 con targa Roma A-58988 intestata alla Terza Armata. Imbocca un rettilineo lungo e largo della statale 47 Cittadella-Padova. A pochi km da Padova.
La vettura, improvvisamente e senza segni di frenata, sbanda sulla destra. Urta una pianta e si capovolge. Ciglieri viene sbalzato fuori dalla vettura. Viene portato in ospedale dove muore.
Il Generale Ciglieri era in borghese e non aveva documenti. Nell’auto c’erano due borse. Scomparse nel nulla.
Malore? Guasto meccanico? Attentato? Nessuna certezza. Ciglieri, quando era al comando dell’Arma, ha gestito il dossier Manes sul “Piano Solo” e il tentativo di colpo di stato nel 1964.
Nel 1969 Ciglieri comanda la Terza Armata. Riattivata nel 1952 per affrontare, fuori dalla catena di comando Nato, un eventuale conflitto con la Jugoslavia. Pochi i reparti a disposizione.
Si è ipotizzato che in caso di conflitto la Terza Armata avrebbe gestito gruppi di civili armati ed addestrati per operazioni di sabotaggio. Civili con tendenze neofasciste e anticomuniste.
Ipotesi. Resta il fatto che pochi mesi dopo la morte di Ciglieri, precisamente il 4 ottobre 1969, da Trieste inizia una serie di attentati che tormenterà il Nord Est per decenni e forse legati anche a “Unabomber”.
Carlo Ciglieri ed Enrico Mino perdono la vita alla vigilia di due eventi che cambiano la storia d’Italia. L’attentato di Piazza Fontana del dicembre 1969 e il rapimento di Aldo Moro nel marzo 1978. Coincidenze? Forse.
Restano solo nebbie ed incidenti.
RIPRODUZIONE RISERVATA ©