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Professionisti della lotta alla violenza di genere: pericolosi come quelli dell’antimafia (Parte prima)

Esistono i professionisti della violenza contro le donne molto più interessati alla carriera da professionisti che non a quella della lotta alla violenza di genere, un po’ come i professionisti dell’antimafia, che Sciascia aveva con largo anticipo previsto si sarebbero formati nella società siciliana.

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Il 1522 è il numero verde dedicato alle donne che hanno bisogno di aiuto, perché vittime di violenza fisica o psicologica o di una qualche forma di stalking. Il numero dovrebbe rappresentare un ulteriore ausilio affinché situazioni drammatiche non sfocino nelle tragedie che hanno occupato, a buon diritto, le cronache degli ultimi anni del nostro paese ed è il medesimo da qualunque posto d’Italia si chiami. Gli addetti provvedono poi a fornire a chi ne faccia richiesta, il recapito del centro antiviolenza più vicino. 

Si tratta dunque di uno strumento ulteriore volto a sostenere le donne in difficoltà e sarebbe auspicabile ve ne fossero molti, forse molti di più e questo è tanto più evidente quanto concretamente si provi a servirsi di tali mezzi previsti dal nostro ordinamento. 

Si pensi ad esempio ad una donna vessata psicologicamente da un marito alcolista o tossicodipendente, che le ruba i danari ed i pochi ricordi preziosi raccolti in una vita intera. Non senza timori e titubanze, durante l’ennesima lite chiamerà le forze dell’ordine, che cercheranno di calmare il clima incandescente,  ascoltando anche colui il quale fomenta ne è la causa. Non conoscono di cosa sia capace e se l’aguzzino sia un abile dissimulare, così gli agenti andranno via convinti che la situazione non sia così violenta da richiedere ulteriori interventi. La donna che li ha allertati sa bene che non è così ed anzi, una volta rimasta sola col marito dovrà respingere l’ira che la sua richiesta di aiuto ha provocato. Si domanda come farebbe a sopravvivere nel caso lo dovesse denunciare. Sa infatti che prima di giungere ad una sentenza il suo aguzzino potrebbe restare nella sua stessa casa ed il rischio per la vita della donna aumenterebbe esponenzialmente. Ma sa che deve trovare una soluzione, perché qualcosa le dice che non reagire a tutta quell’ aggressività non può che far peggiorare la situazione ed ha senz’altro ragione, perché la sola cosa certa è che far finta di niente non calma un essere violento, ma al contrario ne aumenta la furia sadica e persecutoria. Dunque reagire è il solo imperativo da non perdere mai di vista. La donna comporra` finalmente il 1522 e le daranno il numero a cui far riferimento nella sua città. Chiamerà anche quello. Le risponderanno sempre donne gentili e disponibili e le fisseranno un appuntamento, (non importa se un mese dopo), durante il quale potrà esporre il suo caso. Questa donna è sola nella sua battaglia. Tutti: parenti, amici, forze dell’ordine, la scoraggiano ma lei sa che suo padre, i suoi amici, i suoi fidanzati l’hanno rispettata e proprio non le va giù di essere trattata come uno straccio, una cosa inutile e senza importanza, buona solo ad essere umiliata e maltrattata. Si reca fiduciosa all’appuntamento con l’avvocato e l’assistente sociale. L’ascoltano con pazienza e lei è contenta. Le fissano però un nuovo incontro per il mese successivo e si domanda se le persone con cui ha parlato comprendano che rischia tutti i giorni la propria incolumità e che sarebbe meglio intervenissero con maggiore celerità, ma sembrano gestire la sua vicenda come parte di un iter burocratico e niente più. La donna sospetta già che durante il nuovo incontro non ci saranno novità di sorta ed anzi, stavolta ad accoglierla non troverà giovani e volenterose assistenti, ma figure dallo sguardo cinico ed abituato a non fare sconti. Si domanderà perché essere duri e cinici con chi già soffre per le vessazioni di chi dovrebbe amarla, perché fare un mestiere che richiede empatia, se la sola cosa che si riesce a comunicare è il disinteresse e la lontananza dalla sofferenza altrui. E soprattutto si domanda perché un’intera città tributi a simili personaggi gli onori che spettano solo ai benefattori del genere umano. Il tempo perso e la svogliatezza di certe facce le raccontano che esistono i professionisti della violenza contro le donne molto più interessati alla carriera da professionisti che non a quella della lotta alla violenza di genere, un po’ come i professionisti dell’antimafia, che Sciascia aveva con largo anticipo previsto si sarebbero formati nella società siciliana e che di fatto crebbero come un partito, con un proprio potere ed  interessi da difendere dopo la morte di Falcone e Borsellino.

(Fine prima parte)

Rosamaria Fumarola 

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Giornalista pubblicista, scrittrice, critica jazz, autrice e conduttrice radiofonica, giurisprudente (pentita), appassionata di storia, filosofia, letteratura e sociologia, in attesa di terminare gli studi in archeologia scrivo per diverse testate, malcelando sempre uno smodato amore per tutti i linguaggi ed i segni dell'essere umano