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ANGELA CELENTANO PRIGIONIERA DELL’OSCURITA’

Non si può descrivere la dolorosa attesa di genitori che hanno un figlio scomparso.
Non si può descrivere la dolorosa attesa di Catello e Maria Celentano. Genitori di Angela Celentano. Sono 26 anni che attendono il ritorno di Angela.

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Di Pierdomenico Corte Ruggiero

La paura più grande per un genitore è perdere un figlio. A molti di noi è capitato, da piccoli, di smarrirsi. Probabilmente ricordiamo ancora la faccia dei nostri genitori quando siamo stati ritrovati.

 Un misto di felicità e paura. Ricordiamo ancora la loro reazione: pianti, abbracci e qualche salutare buffetto.

 Perché avere un figlio significa costruire il tuo mondo intorno a lui. Non si può descrivere la dolorosa attesa di genitori che hanno un figlio scomparso.

 Non si può descrivere la dolorosa attesa di Catello e Maria Celentano. Genitori di Angela Celentano. Sono 26 anni che attendono il ritorno di Angela.

 Tutto inizia sabato 10 agosto 1996. Per Angela e la sua famiglia è una giornata di festa. La comunità evangelica, a cui appartengono, organizza una giornata di svago. Un picnic sul Monte Faito. Una consuetudine che si ripete ogni anno. Intorno alle 10 e 30 Catello, Maria e le loro tre bambine salgono in auto e raggiungono il Monte Faito. Dove trovano il resto della comitiva. Una quarantina di persone, tra adulti e bambini.

 Il luogo scelto per il picnic è sempre lo stesso ogni anno: il centro ippico dismesso. Quel 10 agosto, però, il posto è occupato da numerose famiglie. Decidono quindi di cercare un altro luogo. Scelgono un punto vicino al centro sportivo.

Gli adulti iniziano a preparare il pranzo, i bambini giocano. Il posto è sicuro, i genitori si sentono tranquilli. Una pattuglia dei carabinieri ha effettuato da pochi minuti un giro di controllo. Tutto sembra tranquillo. Un luogo pieno di tanta gente spensierata. In realtà qualcuno ha brutti pensieri.

 Verso le 12 i bambini più piccoli, tra cui Angela, pranzano. Poco prima delle 13 Angela è tranquillamente con i suoi genitori. Poi il nulla. Angela non si trova più. Scatta l’allarme.

 Arrivano subito le Forze dell’Ordine, i Vigili del Fuoco, l’Esercito, i volontari. Per quattro giorni e quattro notti le ricerche battono palmo a palmo Monte Faito. Vengono usati i cani, un elicottero militare dotato di infrarossi. Vengono ispezionati pozzi e dirupi. Niente, Angela non si trova.

 Iniziano le indagini. Si sospetta un rapimento. Vengono interrogati i genitori, i partecipanti al picnic, i conoscenti della famiglia Celentano. Si ricorre a pedinamenti e intercettazioni. Si sospetta che due ragazzini presenti al picnic possano essere reticenti. Però sono solo sospetti, non arrivano prove concrete.

 Una cosa però viene stabilita. A vedere per ultimi Angela sono due bambini. Uno dei due dichiara di aver visto due uomini, uno dei quali con il codino, portare via Angela su una macchina. Le indagini durano anni, battendo varie piste. Senza risultato.

 Poi nel 2010 una svolta. Una donna manda una mail alla sorella di Angela. La donna dice di essere messicana e di chiamarsi Celeste Ruiz. La sedicente Celeste Ruiz sostiene di riconoscersi nella foto di Angela Celentano. Invia anche una sua foto.

Effettivamente la somiglianza è notevole. Iniziano le indagini per individuare Celeste Ruiz. In Messico, viene individuato il computer da cui è partita la mail. Di Celeste, però, nessuna traccia. Nessuna traccia perché Celeste Ruiz non esiste. La mail era opera di un mitomane.

Resta l’angosciosa domanda, cosa è successo ad Angela? L’ipotesi più logica è il rapimento. Un rapimento probabilmente preparato da tempo. Il luogo era molto affollato e sorvegliato dai tanti adulti presenti, in più la pattuglia dei carabinieri che passa poco prima della scomparsa.

 Bastava un grido della bambina per mettere tutti in allarme. Inoltre, una bambina di tre anni non viene mai lasciata sola. I rapitori hanno avuto fortuna e hanno sfruttato una casualità o c’è stato qualcosa per nulla casuale? Probabilmente bisogna cercare un soggetto conosciuto dalla bambina ma che non ha destato sospetti, forse per la posizione sociale o l’età.

Dopo 26 anni, tutto è fermo a quel 10 agosto. I genitori di Angela ancora cercano e aspettano. Noi abbiamo il dovere di cercare e di aspettare con loro.

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