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20 Luglio 2025

Cassino da bere ma non ai minorenni

I giovani vivono molto del loro tempo per strada. Per strada bisogna portare la prevenzione e l’insegnamento.

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Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Erano gli anni 80. L’Italia viveva il suo secondo boom economico.

Così sembrava. La realtà era diversa. Un boom che si reggeva, molto, sul debito pubblico. Che negli anni 90 avrebbe presentato il conto.

Questo, però, negli anni 80 non si sapeva o meglio si faceva finta di non sapere.

L’Italia correva forte. Tanto bastava.

Di questo nuovo boom economico dai piedi d’argilla la capitale era Milano.

Città del fatturato, delle nuove tecnologie. La città di tendenza e delle tendenze. Che lavora, guadagna e vuole divertirsi. Ben rappresentata da Guido Nicheli.

La “Milano da bere” prendendo in prestito lo slogan di una fortunata pubblicità.

Poi arrivati gli anni 90 è iniziata una lunga quaresima che dura ancora oggi.

Finita la grande ed incontrollata spesa pubblica per le città e i paesi di questa nostra acciaccata Italia sono aumentati i problemi.

Ai sindaci il compito  di garantire, anche, uno sviluppo economico non sempre facile.

Sfruttando le risorse locali. Turismo, cultura. E la movida.

La strada seguita anche da Cassino. La Città Martire. Con un grande patrimonio culturale, storico e religioso.

Trascurato per diversi decenni quando si è preferito puntare sull’industrializzazione. La Fiat di Piedimonte San Germano rappresenta quell’epoca.

Ora, però, questo settore è in crisi. Con prospettive incerte https://ilsud-est.it/attualita/2024/09/16/stabilimento-stellantis-di-piedimonte-san-germano-abbiamo-dimenticato-la-storia-e-ora-raccogliamo-i-cocci/.

Naturale, quindi, la scelta di puntare su altro.

Il Corso principale di Cassino è stato reso pedonale. Creando la location ideale per eventi culturali. E non solo.

Dove passare anche momenti di relax bevendo qualcosa in compagnia.

L’intenzione di rendere Cassino una città frizzante, vivace. Nello spirito della “Milano da bere”.

Non tutto, però, è filato liscio.

Diversi episodi di violenza. Spaccio di droga.

In più l’allarmante fenomeno del consumo di alcolici da parte di minorenni. Con tanto di corsa disperata in ospedale https://www.ciociariaoggi.it/news/cassino/309415/liti-in-strada-e-alcol-ai-minori-e-caos.html.

Attenzione, Cassino non è un far west e casi simili succedono in quasi tutte le città italiane.

Detto ciò Cassino è un interessante caso da studiare.

Una città dove tutti si conoscono, o così credono, dal forte tessuto sociale. Eppure non è rimasta indenne.

Perché? Certamente sottovalutazione. Difficoltà nel capire giovani che corrono, che bruciano i tempi.

Nelle famiglie manca spesso autocritica. La scuola è “alla speriamo che me la cavo” da decenni.

Un giovane oggi ha accesso ad una enorme quantità di informazioni . Che non è educato a gestire.

L’unica soluzione che sappiamo trovare è militarizzare il territorio. Ma non basta. “Blindare” il centro città non significa eliminare il problema ma spostarlo nelle strade periferiche o in altre città.

Non bisogna commettere l’errore di tenere pulito e ordinato il soggiorno lasciando nel disordine le altre stanze. Perché chi vive in stanze disordinate e trascurate può avere difficoltà a riconoscere l’ordine.

Nel caso dell’alcol venduto ai minorenni si parla di linea dura. Multe e chiusure ai locali che vendono alcolici ai minorenni.

Giusto ma rischia di risultare inefficace. Ci sono maggiorenni, che per amicizia o lucro, comprano alcolici per poi rifornire i minori. Questo avviene anche ad una certa distanza dai punti vendita.

In una comitiva difficilmente manca il diciottenne che può comprare ciò che vuole e poi spartirlo con chi per legge non potrebbe fare ciò che vuole.

Ottima l’azione delle forze dell’ordine ma come abbiamo visto fatta la legge trovato l’inganno.

Serve aggiungere altro.

È necessario mostrare i rischi e gli effetti di un uso incontrollato di alcolici.

Serve portare nelle strade della movida la testimonianza di ex alcolisti. I pareri dei medici. Presidi della Croce Rossa, ad esempio, per distribuire materiale informativo e alcol test.

I giovani vivono molto del loro tempo per strada. Per strada bisogna portare la prevenzione e l’insegnamento.

Partendo, come esperimento, da città come Cassino. La provincia deve tornare ad essere laboratorio di idee e soluzioni.

Lo Stato non deve mettere per strada solo poliziotti e carabinieri. Ma anche insegnanti, medici, psicologi.

Per non assistere al tragedia di ragazzi e ragazze che perdono la loro vita in un bicchiere.

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