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07 Luglio 2025

Putin fa un bagno di realtà a Trump

l’esito della chiamata tra Trump e Putin e la situazione del conflitto

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Immagine generata dall'autore mediante AI e di libero uso

Aree di crisi nel mondo n. 250 del 6/7/25

Alessandria

Siamo giunti alla 250a puntata di Aree di crisi nel mondo, un importante traguardo, il materiale in questi anni, purtroppo, non ci è mancato.

Ringrazio di cuore tutti i lettori che in questi anni ci hanno seguiti e la redazione de IlSudest che ci ospita da così tanto tempo. Quest’anno sono 10 anni di collaborazione.

Washington

Si è svolta una importante chiamata da parte di Trump al Presidente russo Vladimir Putin.

Chiamata da poco più di un’ora.

Da subito è parso evidente che non fosse andata come Trump si aspettava.

Probabile avesse buone aspettative, il giorno prima aveva annunciato un blocco parziale alle forniture belliche a Kiev, principalmente però mirate ad alcuni specifici armamenti, quali i sistemi di difesa aerea, missili stinger, ATGM, e proiettili di artiglieria di precisione (Gli Excalibur) oltre a bombe plananti lanciabili anche da terra.

Forse Trump sperava di imbonire la presidenza russa, ma così non è stato.

Hanno parlato di vari argomenti, ma arrivati all’Ucraina lo stop è stato netto.

La posizione USA, è ancora ferma sulla richiesta di un cessate il fuoco e questo nonostante il fatto che già molte volte, la Russia abbia chiarito che per arrivare a fermare il conflitto si debba solo affrontare il tema delle cause che lo hanno scatenato.

Dovendo ammettere quindi tutto un lungo elenco di colpe che l’occidente ha, avendo causato lo scoppio di questo conflitto, Trump ancora cerca di evitare l’argomento.

La Russia ha dunque fatto un bagno di realtà all’amministrazione USA, che deve guardare ai fatti e bloccare ed eliminare ogni passo fatto dall’Occidente contro la Russia in questi decenni per poter aspirare alla pace.

Non ad un cessate il fuoco, quello ci sarà solo al termine delle trattative, ma ad una pace duratura basata sull’eliminazione delle cause del conflitto.

Non è chiaramente un passaggio facile, soprattutto da digerire per Trump, in quanto con una faciloneria e sbruffonaggine allarmanti, dichiarava più volte di poter mettere fine ai combattimenti in un solo giorno, sono ormai passati oltre sei mesi.

Perché lo stop ad alcuni armamenti.

La ragione appare semplice, il recente conflitto contro l’Iran ha obbligato i soli USA ad usare circa un centinaio di missili Thaad, sommati ad un altro centinaio lanciati da Israele sono oltre 200 corrispondenti ad oltre 1,5 miliardi di dollari e equivalenti ad oltre 4 anni di produzione.

https://www.haaretz.com/israel-news/security-aviation/2025-07-01/ty-article/.premium/500-missiles-200-interceptors-5-billion-shekels-numbers-behind-irans-attacks-on-israel/00000197-c712-da1d-a5ff-e716a0680000.

Un vero e proprio disastro che non tiene ancora conto della mole di missili Patriot utilizzati, degli Arrow, dei David Sling, e della immane molte di missili del sistema Iron Dome, stiamo parlando di migliaia di missili per fermare i 500 lanciati dall’aggredito Iran.

Gli USA hanno impiegato almeno il 20% delle loro scorte nella difesa di Israele.

https://en.topwar.ru/267576-haaretz-ssha-ispolzovali-porjadka-100-raket-perehvatchikov-thaad-dlja-zaschity-izrailja-ot-atak-irana.html

Dovendo ripristinare i missili lanciati, per non lasciare sguarnita Israele, tale consumo sale al 40%.

Non ho dati sul sistema Patriot, ma credo non sia troppo lontano da questo limite avendone inviati molte scorte a Kiev in passato.

L’articolo del Washington Post riporta alcune dichiarazioni di Trump: “Stiamo dando armi, ma ne abbiamo date così tante”, ha detto. “Sapete, Biden ha svuotato il nostro Paese dando armi, e dobbiamo assicurarci di averne abbastanza per noi stessi”.

https://www.washingtonpost.com/politics/2025/07/03/trump-putin-zelensky-russia-ukraine

Potrebbe anche trattarsi di una tattica negoziale, ma credo che sia dovuta alle analisi sul conflitto con l’Iran che hanno evidenziato come il fuoco regolare e continuo di Teheran contro Israele avesse drasticamente esaurito la capacità difensiva del Paese, nonostante i pesanti aiuti da terra, cielo e navi che l’Occidente ha garantito, alle intercettazioni dei droni partecipavano caccia , USAF, RAF, aviazione francese e della Giordania, in mare c’erano almeno tra unità navali US NAVY, con il sistema AEGIS, anche loro hanno esaurito le scorte, non so se il loro contributo sia stato calcolato nei costi.

La revisione delle scorte necessarie pertanto avrebbe portato a prendere decisioni drastiche perché agli attuali livelli di produzione, gli USA non riescono a produrre, sebbene li abbiano estesi al massimo, più di 45 missili Thaad all’ANNO!sufficienti per 4 giorni di lanci da parte iraniana.

Non c’è più “trippa per gatti” quindi.

La guerra in Ucraina procede.

Le difficoltà di Kiev si accentuano sul terreno.

Mosca avanza su più fronti.

Se a Sumy i rinforzi inviati stanno riuscendo a tamponare la situazione, ma occorre considerare le perdite che stanno subendo per capire fino a quando, altrove invece le truppe russe sembrano accelerare.

Cherson

Le forze ucraine avrebbero spostato nella regione fino a 7 brigate di rinforzo a causa delle manovre russe lungo il fiume che li ha portati a sminare ed occupare molte isole verso la foce.

Zaparoje

La battaglia per Kamyanske è in corso, i russi sono avanzati liberando circa ¾ della cittadina.

Malinovka è stata interamente conquistata da Mosca.

Velika Novosolka

Dopo la perdita di Kamar, gli Ucraini si sono progressivamente ritirati da altri villaggi Zirka, Pereboudova, Shevchenko, Tolstoi (oggi), Piddubne (oggi), attualmente il fronte si è spostato a nord di Myrne e a sud di Voskresenka. Qui gli Ucraini presenti hanno chiesto ripetutamente di potersi ritirare ma gli è stato negato dal comando.

Pokrovsk

L’aggiramento a nord procede.

I Russi avanzano oltre le due città di Pokrovsk e Mirnogrod conquistando Razine, Novotorezke dove si combatte, un’altra Myrne, Popov Yar e Poltavka.

Kostyantynovka

I combattimenti proseguono intensi sul fronte sud dove si sono concentrate molte forze di Kiev.

Dal settore di Dzerzinsk i Russi avanzano verso Bila Gora.

Chasov Yar

Qui stiamo avendo una pericolosa accelerazione, i Russi in breve tempo hanno completato la liberazione di Chasov Yar, hanno conquistato Mykolaivka, Stupochki ed ora si sono proiettati verso la città conquistando anche Predtechyne, sono a circa 3,5 km dalla periferia di Kostyantynovka.

Lymansky (Krasny Lyman)

Rintuzzati tutti i contrattacchi ucraini, i Russi riprendono diversi settori ceduti nell’assorbire la reazione di Kiev.

Kupyansk

I Russi stanno aggirando la città senza entrarvi, la isolano avanzando ad ovest della periferia, hanno preso sia Moskovka che in seguito Sobolovka, restano due sole vie di accesso a Kupyansk , la strada che conduce a Grushovka, molto vicina ad essere raggiunta, e la P-79, scomoda per i rifornimenti.

Di sicuro gli Ucraini tenteranno una potente azione di contrasto alla manovra russa assaltando le posizioni avanzate di Mosca prima che consolidi le posizioni e divengano maggiormente difendibili.

Bombardamenti sulle infrastrutture ucraine.

Gli ultimi giorni sono stati pesantissimi per i cieli ucraini.

Oltre 800 droni sono stati impiegati dai russi in soli due giorni, 520 l’altro ieri.

Kiev ha visto devastare le sue fabbriche convertite ad uso bellico con i soldi occidentali.

Oltre ai droni sono stati impiegati diversi missili anche gli ipersonici Khinzhal.

Sono state colpite oltre a Kiev: Zhytomyr ( distrutta una fabbrica di missili, era una fabbrica di mobili polacchi), Kirovograd, Mykolaiv, Odessa, Poltava, Kremenchuk, Sumy, Karkov, Chernigov, Chuguev vicino a Karkov.

Colpito da più testate missilistiche l’aeroporto di Starokostantinov.

L’impiego di tanti missili e droni sta causando gravissimi danni alle infrastrutture produttive ucraine, che per sopperire alle carenze di consegne da parte NATO, avevano convertito produzioni civili ad uso bellico grazie agli aiuti finanziari occidentali, tale copertura, aveva asserito pochi giorni fa Zelensky, copriva circa il 40% del fabbisogno bellico di Kiev, se prosegue così la sua demolizione entro breve l’Ucraina tornerà a livello di giugno del 2022 con una produzione azzerata e senza però gli arsenali occidentali da cui attingere.