28 Aprile 2025
El Salvador: dalla guerra civile al carcere continentale — la distopia autoritaria di Bukele al servizio dell’impero
Il piano carcerario salvadoregno è stato sostenuto anche da Biden, Obama e Bush.

Di Marlene Madalena Pozzan Foschiera
Introduzione: quando l’inferno si traveste da ordine
Ciò che sembrava la fine delle maras si è trasformato nella normalizzazione del terrore di Stato. El Salvador, un piccolo paese dell’America Centrale, segnato da guerre, neoliberismo e violenza sociale, è diventato la vetrina di un progetto globale di repressione e controllo. Nayib Bukele, il giovane che prometteva cambiamento, oggi è il volto latino del nuovo autoritarismo digitale.
Ora, con Trump tornato alla presidenza degli USA, El Salvador si prepara a qualcosa di ancora più grottesco: un deposito per prigionieri esportati dagli Stati Uniti, immigrati e cittadini considerati “indesiderabili”.
Un paese devastato: guerra, neoliberismo e maras
- Guerra civile (1980–1992): oltre 75 mila morti, con sostegno USA contro il Frente Farabundo Martí.
- La pace promessa diventa neoliberalismo brutale: privatizzazioni, distruzione dei servizi, narcotraffico penetrante.
- Le maras nascono come risposta alla totale esclusione.
- La dollarizzazione (2001) elimina la sovranità monetaria e facilita il denaro sporco.
L’ascesa di Bukele: dal marketing alla tirannia
- Ex pubblicitario, ex FMLN, espulso nel 2017 per autoritarismo e misoginia.
- Eletto presidente nel 2019. Nel 2021 controlla l’Assemblea e rimuove i giudici.
- Impone uno stato di eccezione permanente e arresta oltre 75 mila persone senza processo.
- Costruisce il CECOT, il più grande carcere delle Americhe, trasformato in show repressivo.
- Diventa l’idolo della nuova destra globale: il “dittatore cool”.
La prigione del mondo: il progetto Trump (e non solo)
- Il piano carcerario salvadoregno è stato sostenuto anche da Biden, Obama e Bush.
- El Salvador diventa “carcere esternalizzato” per gli USA.
- Trump vuole espellere non solo immigrati, ma anche statunitensi “inadeguati”: poveri, tossicodipendenti, oppositori.
- Bukele accetta: la prigione come nuovo business geopolitico.
🔗 Fonte
Narcotraffico, dollaro e ipocrisia
- La dollarizzazione favorisce il riciclaggio.
- Bukele ha arrestato migliaia, ma ha negoziato con i capi delle maras, secondo il El Faro.
🔗 El Faro – Bukele ha negoziato con le maras - La repressione è selettiva: poveri incarcerati, ricchi intoccabili.
Un popolo silenziato, un modello esportato
- La popolarità di Bukele si fonda sulla paura e sul marketing digitale.
- Il suo modello ispira Milei, Noboa, Netanyahu e altri autoritari.
- Ma non è successo, è sottomissione: l’algoritmo sopra la coscienza, la cella al posto della cittadinanza.
Conclusione: anche il futuro può essere riscritto
El Salvador è lo specchio del mondo che i potenti vogliono imporci: ordine senza libertà, carcere invece di giustizia.
Ma ogni distopia si costruisce con bugie e rassegnazione. E ogni popolo porta in sé la scintilla della dignità.
Non esiste prigione capace di rinchiudere il sogno di un popolo libero.
La distopia vince solo se stiamo zitti. Oggi, abbiamo scelto di parlare.
