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07 Aprile 2025

IL CASO DEL RIARMO COME OPPORTUNITA’ POLITICA PER L’EUROPA

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Credit foto https://www.youtube.com/watch?v=97iIX8ljWJ0

Di Fulvio Rapanà

Trump e il resto della sua Amministrazione hanno più volte apertamente ed esplicitamente dichiarato il disprezzato per l’Europa che sembra essere ancora più forte a  porte chiuse. Lo si è capito quando,  il ” branco di cialtroni”, come li apostrofa il falco John Bolton,   ha reso possibile la pubblicazione di parti di una discussione tra alti funzionari dell’amministrazione Trump, svoltasi sull’app di messaggistica Signal , relativo all’attacco pianificato dagli USA contro gli Houti in Yemen. Nella chat si leggono  commenti che qualificano gli europei come “parassiti geopolitici”  o ” scrocconi seriali”. I contenuti della chat sono stati pubblicati su The Atlantic , il cui direttore è stato dilettantisticamente incluso nella conversazione, e si legge tra l’altro :     VanceVice Presidente: “Non sopporto di dover salvare di nuovo gli europei, queste azioni <gli attacchi  agli Houti> giovano molto di più all’Europa che agli Stati Uniti”;       Pete Hegseth , Segretario alla Difesa, “Condivido pienamente il tuo odio per gli scrocconi europei È PATETICO”; Stephen Miller, un importante collaboratore di Trump, rincara:       “sia l’Egitto che l’Europa dovrebbero compensare gli Stati Uniti per l’operazione ma  l’Europa non ci remunera, allora perché lo facciamo? Se gli Stati Uniti ripristinano con successo la libertà di navigazione a caro prezzo, è necessario che in cambio venga estratto un ulteriore guadagno economico”.                                                                                               

In una intervista al quotidiano online  Politico.com  il falco conservatore  John Bolton,  ex ambasciatore degli USA all’ONU e consigliere per la sicurezza di Bush J. e nel Trump 1,  afferma: ” avere commesso un errore così clamoroso di far entrare nella chat del gruppo di difesa nazionale un soggetto estraneo indica chiaramente che sono un branco di cialtroni . Dal dialogo si capisce che il governo degli Stati Uniti è formato da persone che non hanno capito nulla del ruolo dell’America. Noi abbiamo interessi strategici in tutto il mondo e  dobbiamo proteggerli. I liberali affermano che lo stiamo facendo per il bene della democrazia nel mondo. Non è corretto. Lo stiamo facendo in gran parte perché è nel nostro interesse farlo, che qualsiasi minima quantità di ordine ci sia nel mondo ci avvantaggia. È vero che molti dei nostri alleati non sopportano la loro giusta quota di oneri, ma non lo stiamo facendo per loro. Lo stiamo facendo per noi. E se non lo facciamo noi, nessun altro lo farà per noi”.                                                                              Non c’è bisogno di essere Bolton per capire che la relazione Transatlantica cosi come  è stata per 80 anni è finita nel disprezzo e nell’indifferenza e non tornerà mai più anche perché ha  radici in un sentimento non maggioritario ma diffuso nell’elettorato repubblicano. Se ne fa interprete il signor Vance che il mese scorso ha pronunciato un discorso, a una conferenza sulla sicurezza a Monaco, in cui ha messo in discussione i valori della democrazia di una Europa  a rischio di “suicidio di civiltà”. Come ha commentato François Heisbourg, analista francese ed ex funzionario della difesa, sul Le Figaro ” Non si tratta di spendere di più per le spese militari e dare a Trump una sorta di vittoria, nel  discorso  Vance dice esplicitamente che “non condividiamo più gli stessi valori”.                                                           

                     Le istituzioni Europee e la crisi                                                       

                                                La leaderchip europea è alla ricerca di una soluzione univoca ad una serie di problemi che ora si aprono nella vita politica, economica e militare dovuta all’abbandono da parte degli Stati Uniti dell’alleanza Transatlantica. Non sarò io certamente a dare le dritte ma una serie di riflessioni su ciò che sta accadendo e sui risvolti potenzialmente positivi della situazione per l’Europa è certamente possibile fare.                           Come si dice in gergo “le fiches sono tutte in aria e bisogna spettare che cadano tutte per verificare dove cadono” per indicare che la situazione è in divenire e l’eccletticità di Trump la modifica tutti i giorni. A tutt’oggi ci sono già delle certezze da cui ripartire: l’Europa è il più grande mercato mondiale con un bilancia dei pagamenti attiva per 600 miliardi di euri;  il nemico dell’Europa Istituzione , come è sempre stato, sono gli Stati Uniti e non la Russia; la Cina non rappresenta una minaccia né militare né economica per l’ Europa ma è una grande opportunità con cui  confrontarci senza pregiudizi.                         

  La Strada dell’Europa                                                                                                                   

  Gli Usa hanno sempre lavorato in modo subdolo per impedire che l’Europa finisca di essere una serie di nazioni spesso uno contro l’altra per diventare un continente formato da popoli che condividono valori, istanze e aspettative con Istituzioni Comunitarie che regolano una parte rilevante della vita e delle attività  degli stati membri e dei suoi cittadini. Come disse Delors “una superpotenza del diritto e della democrazia che attragga le migliori istanze e i migliori cervelli da tutto il mondo”. Questo è l’obiettivo che deve  indicare la strada da percorrere. Intanto riportare  l’Ucraina e la Russia, che sono popoli europei, il più presto possibile, e dopo la firma di un trattato di pace, nell’orbita dell’Europa. Lo possiamo fare meglio degli Stati Uniti   che hanno solo la soluzione militare. Inglobare l’ Ucraina in un accordo di partenariato economico con la Comunità Europea come prologo decennale ad un ingresso nell’Unione economica  escludendo qualsiasi contesto militare o strategico. Con la Russia ripristinare l’accordo Merkel  dello scambio fra energia a basso costo con tecnologia e riaprire il Nord Stream 2.  La Russia non è mai arrivata in Europa se non trascinata da noi a seguito di Napoleone o Hitler. I famosi cosacchi in Piazza San Pietro è una boutade della disinformazione democristiana e della destra.                                                                                 ReArmEurope                                                                                                                                           

E’ da tempo che si sente parlare di guerra non perché sia alle porte ma per far entrare nella testa dei cittadini europei la ineluttabilità dell’aumento delle spese militari. Il progetto di ReArm, di cui tanto si discute e che spacca sia la destra che il centro,  la sinistra è totalmente contraria, prevede un aumento del debito comunitario e  degli investimenti fuori bilancio, degli stati membri,  per ammodernare e rinforzare le struttura di difesa. Personalmente sarei d’accordo solo per le spese militari comunitarie con lo scopo della creazione di una forza armata comunitaria. Dico sarei perché prima di arrivare a quella militare ci sono da risolvere  questioni  politiche  che ritengo più urgenti e rilevanti. Primo: finanziamento comunitario per ammodernare e mettere sotto un unico comando europeo l’arsenale atomico francese e inglese; due: investimenti solo per progetti d’arma , come quello del nuovo caccia di 6à generazione, in cui la maggioranza dell’azionariato sia di aziende europee;  tre: sgombero dal suolo europeo delle armi atomiche di qualsiasi tipo che sono sotto un comando non europeo; quattro: dare un termine di sfratto di 2…3 anni delle basi USA presenti sul suolo europeo compreso Ramstein; cinque: creazione di una piattaforma tecnologica, militare e civile,  al 100% europea; sei: creare una agenzia europea, tipo l’NSA americana,  responsabile della sicurezza interno/estero e della cybersicurezza; sette: realizzare insieme ai BRICS, e aperta a chi ci vuole stare,  una piattaforma per le transazioni bancarie/finanziarie ,  alternativa alla SWIFT basata sul dollaro. Per realizzare questo le Istituzioni Europee hanno necessità di consenso  con una comunicazione che scavalchi i governi nazionali, sempre vincolati da questioni ideologiche e di contrapposizione politica, e vada direttamente sui cittadini.                   Ad una più attenta analisi il progetto di ReArm Europe si rileva un bluff  con cifre sbandierate quasi in stile trumpiano. Chi ci crede che la Francia o l’Italia o la Gran Bretagna aumentino ulteriormente i loro deficit per finanziare il ReArm, o che Putin possa essere scoraggiato da una Europa con qualche sistema d’arma in più diviso in 27 eserciti. Oltretutto una forza di difesa europea ha la  necessità di una centralizzazione politica e istituzionale maggiore. Anche ad avere un esercito formidabile chi avrebbe l’autorità democratica di mandarlo in guerra? il processo decisionale intergovernativo dell’UE implica esattamente che nessuno ha l’autorità democratica per prendere una decisione di questo tipo . Al  vuoto politico istituzionale dobbiamo aggiungere i danni sociali derivanti dall’aumento delle tasse o anche  peggio dallo spostamento di risorse e fondi dalla fatiscente e traballante infrastruttura sociale  con  ricadute anti-democratiche,  alimentate in tutto il continente dalle forze di  destra  che coglierebbero al volo l’occasione di una peggiore congiuntura per attaccare le Istituzioni Europee. Assolutamente no a questo  di progetto così come presentato dalla Von der Leyen . Assolutamente no a finanziare progetti di neo-industrializzazione europea basata sulla difesa, assolutamente no a nuove tasse per finanziare le difese nazionali,  assolutamente no a ridurre il welfare a favore della difesa. Se i vertici militari e politici nazionali, della Nato e dell’UE hanno tanta paura di Putin e di un futuro senza l’ombrello di difesa USA mettano da parte gli egoismi e gli interessi nazionali e utilizzino al meglio i fondi che i 27 stati più la Gran Bretagna già  spendono per la difesa, che sono il doppio o il triplo di quelli spesi da Putin, per rimettere ordine e riorganizzare le forze armate nella direzione della realizzazione di una forza di difesa europea unica. Se così non sarà opporsi agli egoismi piccolo imperialisti degli staterelli europei fatti sul benessere dei cittadini.  

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