19 Gennaio 2025
Cuba e la sua Pratica Umanitaria: Un Giubileo di Speranza e Libertà
Con questo gesto, Cuba continua a camminare lungo il sentiero della sua rivoluzione umanitaria, confermando che la sua lotta per la giustizia e per il benessere del suo popolo non si ferma mai, anche nei momenti più difficili.
Di Maddalena Celano
Nel contesto del Giubileo Ordinario del 2025, Cuba ha fatto un gesto di grande rilevanza, riaffermando il suo impegno verso i principi di giustizia e umanità. Come segno di rispetto per la dignità umana e di fedeltà alla sua tradizione giuridica, il governo cubano ha deciso di rilasciare oltre 10.000 persone che stavano scontando pene detentive, con il riconoscimento delle modalità legali che permettono la concessione di benefici carcerari.
Questa decisione, che ha visto il rilascio di 553 persone all’inizio di gennaio 2025, si inserisce in un processo già avviato tra il 2023 e il 2024, che ha coinvolto migliaia di prigionieri. Non si tratta di una mera amnistia, ma di un atto ponderato e basato sul rispetto per il sistema giuridico cubano, che prevede la revisione di ogni caso con attenzione al valore umano e alla giustizia sociale. L’analisi di ciascuna situazione è stata condotta con scrupolo e in conformità con le leggi nazionali, a garanzia che le libertà concesse siano frutto di un processo equo e in linea con i principi di legalità.
Questa iniziativa non è un caso isolato. Da anni, il governo di Cuba ha seguito una linea coerente di rispetto dei diritti umani attraverso il proprio sistema giudiziario, che, pur non privo di sfide, ha sempre cercato di rispondere alle necessità di giustizia e di reintegrazione dei detenuti nella società. In questo senso, la decisione di liberare oltre 10.000 persone non è solo un gesto simbolico, ma un’azione concreta che testimonia la profondità dell’impegno cubano per una società più giusta, che non dimentica mai il valore di ogni individuo.
Questo gesto si inserisce anche in una cornice diplomatica che ha visto Cuba e il Vaticano intrecciare legami costruttivi e rispettosi. Il presidente Miguel Díaz-Canel, attraverso la sua visita a Roma e gli incontri con Papa Francesco, ha ribadito l’importanza del dialogo tra Cuba e la Santa Sede, che ha anche mostrato una sincera solidarietà nei confronti del popolo cubano. La lettera inviata dal Presidente a Papa Francesco, comunicando la decisione di liberare numerosi prigionieri, è stata accolta positivamente, rafforzando il legame di affetto e comprensione tra le due istituzioni.
In questo contesto, Cuba ha dimostrato che la sua politica giuridica non è solo orientata alla sicurezza, ma anche al riscatto umano. La decisione di liberare i prigionieri, quindi, non è solo un atto amministrativo, ma un segno di speranza per tutti coloro che credono nella possibilità di un cambiamento positivo attraverso la giustizia sociale. In un mondo dove molte politiche penali sembrano dimenticare la dimensione umana della pena, Cuba ci ricorda che ogni individuo ha diritto a una seconda possibilità, che non può essere separata dal concetto di dignità e di speranza per il futuro.
Con questo gesto, Cuba continua a camminare lungo il sentiero della sua rivoluzione umanitaria, confermando che la sua lotta per la giustizia e per il benessere del suo popolo non si ferma mai, anche nei momenti più difficili.