Mettiti in comunicazione con noi

Società

ALBERTO MANZI, A SCUOLA DI DIGNITA’

“Fa quel che può. Quel che non può non fa”.

Pubblicato

su

Credit foto https://www.erickson.it/it/mondo-erickson/articoli/nascita-nuova-scuola/

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Un maestro, un televisore, un quaderno, una matita e delle mani tremanti. Gli ingredienti della trasmissione televisiva Rai “Non è mai troppo tardi”. Grazie a questa trasmissione, dal 1960 al 1968 oltre un milione di italiani ha imparato a leggere e scrivere. Una vera rivoluzione culturale. Esempio sempre più raro di servizio pubblico.

Tutto ciò è stato realizzato grazie al maestro Alberto Manzi. Un maestro unico per molti aspetti. Che ha conosciuto la guerra e la lotta per la libertà. Che ha iniziato ad insegnare in un carcere minorile, dove ha avuto la dimostrazione che l’istruzione è un potente strumento di riscatto sociale.

Manzi era laureato, poteva avere incarichi più importanti a livello universitario. Invece ha scelto per tutta la vita di essere il maestro Manzi.

Saper leggere e scrivere è fondamentale per l’esistenza stessa della democrazia. Leggere significa apprendere, avere quindi tutti gli elementi per formulare pensieri e opinioni. Scrivere permettere di condividere il proprio pensiero. Non sono quindi capacità che hanno solo una valenza pratica e personale. Sono il collante della democrazia.

L’Italia degli anni 60 era in pieno boom economico. Non per tutti. Molte le sacche di disoccupazione e analfabetismo. Specialmente al Sud. “Non è mai troppo tardi” è un tentativo per diminuire certe disparità.

Alberto Manzi non è stato solo un grande maestro. Ha saputo essere anche un rivoluzionario, un ribelle. Non ha accettato le valutazioni scritte da dare agli alunni. Venne sospeso per questo. Aveva intuito il pericolo. Una scuola fredda e concentrata solo nel giudicare. Negli anni la burocrazia ha invaso la scuola.

Ora abbiamo una scuola in grande difficoltà. Carente in personale e strutture. Soprattutto carente in idee ed entusiasmo. Troppi alunni rimangono indietro, troppi imparano poco.

Abbiamo smarrito quel “non è mai troppo tardi”. Che senso aveva insegnare ad una persona oramai anziana a leggere e scrivere? Aveva senso perché restituiva dignità. Niente più croce per firmare, niente più testimoni per gli atti ufficiali. Le persone piangevano nel vedere la propria firma. Perché erano finalmente come gli altri. Erano nati nuovamente.

La scuola come indispensabile strumento per superare disparità ed ingiustizie. La penna come strumento di realizzazione personale. Questo deve essere nuovamente attuale.

La scuola per anni è stata solo fabbrica di diplomi. Il pezzo di carta spesso vuoto di sapere. Con il risultato di avere una società sempre più vuota. Così lontana da quel 1960.

Il maestro Alberto Manzi ha quest’ultima lezione da darci, “imparare nuovamente a pensare”. La più importante. Prima che sia veramente troppo tardi.

RIPRODUZIONE RISERVATA ©