Esteri
La Germania in contropiede
Attivismo Francese per crisi USA-Russia, Difficoltà francesi sul teatro africano, La diplomazia russa in piena attività, La visita di Orban in Russia, La Germanai segna un punto importante prendendo in contropiede gli USA.
Aree di crisi nel mondo n. 103 del 6-2-2022
La Germania in contropiede
Settimana di grande impegno diplomatico europeo questa appena trascorsa.
L’attivismo francese
La Francia appare tra i paesi più attivi diplomaticamente.
Il Presidente Macron si appresta ad una serie di incontri legati alla crisi tra gli USA/NATO e la Russia.
La Francia così come la Germania, capisce bene cosa vi sia in ballo, e i rischi che l’Unione corre nel lasciarsi trascinare in un conflitto con la Russia.
Anche le eventuali sanzioni economiche rappresenterebbero un dramma per la nostra economia, non tanto direttamente con la Russia, ma con tutti quei Paesi che di certo intratterranno comunque rapporti con Mosca e che dovrebbero necessariamente subire sanzioni a loro volta.
L’unione Europea entrerebbe in una rischiosa spirale di sanzioni che finirebbe con isolare lei piuttosto che i bersagli preordinati.
La UE non se lo può permettere e meno che mai in questa fase.
Domani il Presidente francese si recherà quindi a Mosca.
Macron discuterà con Putin di una possibile via per la de escalation della situazione di crisi.
In settimana ha parlato anche con l’ucraino Zelensky, e poi lungamente con il Presidente USA Biden.
Di ritorno da Mosca, il giorno 8 si recherà a Kiev per informare il Presidente Zelensky di quanto discusso con il presidente russo.
Al ritorno da Kiev si fermerà a Berlino per incontrare il Cancelliere tedesco Scholz e anche il premier polacco Duda.
Sarà il secondo incontro con Scholz nel giro di dieci giorni.
Macron ha due obbiettivi principali, uno è evitare la crisi ed il secondo è quello di presentarsi come guida dei Paesi della UE ricostruendo una immagine forte in vista delle prossime elezioni presidenziali.
Non giova affatto per lui la situazione di sostanziale ritiro delle influenze francesi dall’Africa del Sahel, dove le sue ex colonie, si stanno finalmente emancipando dal controllo di Parigi, trovando in Mosca e Pechino dei partner più convenienti ed affidabili.
L’attivismo di Parigi avrà un esito positivo per Macron solo nel caso in cui gli USA non riuscissero a causare la guerra tra la Russia e l’Ucraina, cosa che ad oggi sembrano fortemente motivati a causare.
Le difficoltà francesi in Africa
LA situazione francese in Mali è nota.
Parigi, indispettita per l’autonomia decisionale del governo ad interim di Bamako, ha imposto sanzioni contro questo Paese afflitto dalla guerra contro i terroristi ISIS, Parigi si dimostra ancora una volta miope, le sanzioni altro non fanno che dimostrare quanto abbiano ragione i governanti maliani nel volersi liberare dell’ex padrone coloniale che ha imposto in questi decenni una economia che ha sempre più indebolito le possibilità di emancipazione del Paese del Sahel.
Bamako si è rivolta a Mosca per avere ragione dei terroristi, forte dei buoni risultati ottenuti in Repubblica Centroafricana, Mosca ha accettato di aiutare il Mali.
Le sanzioni francesi hanno causato oltretutto le proteste della popolazione del vicino Burkina Faso, che si è schierata a gran forza contro Parigi e in favore sia di Bamako che di Mosca.
Le proteste della popolazione, hanno dato la spinta ad esponenti militari per prendere in mano le redini del Paese e imporre un cambio netto nella strategia di lotta al terrorismo e per risolvere la pesante crisi economica in cui versa Ouagadougou.
Il deposto presidente Kamboré è ancora prigioniero dei golpisti.
La popolazione ha manifestato in favore delle forze militari che hanno preso il controllo del Paese e richiede l’allontanamento dei militari francesi, già attaccati più volte a sassate dalla popolazione di diversi villaggi e un cambio di alleanze forse sulla falsariga del vicino Mali, rivolgendosi alla Russia.
Nel frattempo stiamo attendendo una chiara posizione del governo ad interim guidato al momento dal colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba .
Pochi giorni fa c’è stato un tentato golpe anche nella vicina Guinea Bissau, golpe che si è concluso male dopo poche ore, ma specchietto rivelatore di una tensione tutt’altro che sopita contro la presenza francese in Africa.
La situazione della diplomazia russa.
La settimana si è svolta all’insegna di un minor attivismo di trasferimenti di mezzi da regioni remote verso la Bielorussia e la zona ad est dell’Ucraina.
Da ieri, sabato, però le cose sembrano cambiate.
Il Presidente Putin e prima di lui il ministro degli esteri Lavrov, si sono recati in Cina,
Lavrov il giorno 3 di febbraio ha incontrato il suo omologo cinese Wang Yi, lo scopo era di formalizzare gli ultimi particolare degli accordi che sarebbero stati sottoscritti il giorno successivo dai Presidenti Putin e Xi Jinping appena prima dell’inaugurazione dei giochi olimpici invernali di Pechino.
L’ufficio stampa del Cremlino ha reso noto che sono stati sottoscritti accordi riguardanti:
“Un pacchetto di 16 documenti intergovernativi, interdipartimentali e commerciali è stato approvato nell’ambito della visita del presidente russo Vladimir Putin in Cina. L’elenco dei documenti è stato pubblicato venerdì sul sito web del Cremlino.
La dichiarazione congiunta della Federazione russa e della Repubblica popolare cinese sulle relazioni internazionali che entrano in una nuova era e sullo sviluppo sostenibile globale è stata adottata durante i colloqui del vertice sino-russo.
In particolare, la società statale russa Roscosmos e la Chinese Satellite Navigation System Commission, hanno firmato un accordo di cooperazione nell’ambito della reciproca complementarità dei sistemi globali di navigazione satellitare GLONASS e Beidou.
Il ministero dello Sviluppo economico russo e il ministero del Commercio cinese hanno rilasciato una dichiarazione congiunta sul completamento dello sviluppo di una tabella di marcia per il commercio reciproco di beni e servizi e hanno firmato un memorandum d’intesa per approfondire la cooperazione in materia di investimenti nelle aree di sviluppo sostenibile (verde).
Le autorità doganali di Russia e Cina hanno firmato un protocollo sul riconoscimento reciproco dello status di operatore economico autorizzato. Le parti hanno approvato in totale 11 documenti intergovernativi e interdipartimentali.
Durante la visita sono stati firmati quattro contratti commerciali. Gazprom e CNPC hanno siglato un contratto a lungo termine per la consegna di 10 miliardi di metri cubi di gas naturale sulla rotta dell’Estremo Oriente. Rosneft e Huawei hanno siglato un accordo sulla cooperazione. Rosneft e CNPC hanno firmato un accordo sulle consegne di 100 milioni di tonnellate di petrolio attraverso il Kazakistan in un decennio e hanno approvato un memorandum d’intesa per cooperare nella sfera dello sviluppo a basse emissioni di carbonio.”
http://kremlin.ru/events/president/news/67712
L’interscambio Russo-Cinese, cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, pare destinato a crescere ulteriormente.
La connessione complementare delle economie dei due Paesi sta cementando la loro alleanza che presto potrebbe trasformarsi in una vera e propria alleanza militare.
Sempre in questa settimana Putin ha incontrato altri capi di Stato.
Il Presidente argentino Alberto Fernandez si è recato a Mosca per discutere delle relazioni tra i due Paesi, della difficile situazione economica del suo Paese e dell’amicizia che lega da decenni i due Stati.
Visita molto cordiale quella tra i due, segno che l’influenza russa si sta ulteriormente estendendo anche in Sud America.
Anche Bolsonaro si recherà a Mosca per discutere degli sviluppi delle politiche dei Paesi del BRICS, di cui fa parte anche il Brasile, era in realtà una iniziativa dei suoi predecessori, Lula e Roussef, che Bolsonaro aveva accantonato sostituendo a questi i privilegiati rapporti con gli USA. Al momento quindi, viste anche le sue enormi difficoltà interne, dovute alle sue scelte in politica economica, ecologica, sanitaria, che ne hanno minato in maniera pesantissima il supporto della popolazione, ora rispolvera il Brics forse sperando in qualche aiuto dalla Russia, ritengo che in omaggio ai rapporti di amicizia con il Brasile, la pragmatica Russia manterrà fede ad impegni presi ed aiuterà il Brasile, ma lo farà guardando al possibile e probabile successore di Bolsonaro, ovvero l’ex presidente Lula che ha già annunciato la sua ricandidatura per la Presidenza.
L’Ungheria in evidenza
Il Primo Ministro ungherese Orban si è recato in visita a Mosca dove ha incontrato il Presidente Putin.
Nella nota del Cremlino si legge:
“I nostri colloqui con il Primo Ministro si sono svolti in un’atmosfera costruttiva e professionale, tipica delle relazioni russo-ungheresi.
Abbiamo discusso in dettaglio l’intero pacchetto di questioni relative alla cooperazione bilaterale. Abbiamo esaminato i risultati dell’attuazione degli accordi raggiunti durante la nostra visita a Budapest nel 2019.
Abbiamo tracciato nuovi e grandi piani di cooperazione per il futuro.
Naturalmente, abbiamo anche esaminato una serie di attuali questioni internazionali e regionali.
L’Ungheria ha immancabilmente confermato la sua reputazione di partner affidabile nel transito dei carburanti russi.
Naturalmente, siamo disposti a costruire una cooperazione reciprocamente vantaggiosa in questo settore, tenendo anche conto del ruolo del gas naturale come combustibile più pulito ed ecologico durante la transizione verso un’economia verde.”
Insomma, l’Ungheria ha segnato un colpo formidabile nel garantirsi forniture a basso costo di gas che permetterà di mantenere bassi i costi di energia e riscaldamento favorendo le sue aziende e cittadini, rendendo così migliori la competitività delle sue aziende rispetto a quelle degli altri Paesi europei.
Singolare è ancora per me la situazione in Italia. Diversi indizi mostrano come le società operanti nell’approvvigionamento di gas in Italia, abbiano contratti di fornitura pluriennali e davvero non si riesce a trovare una giustificazione per gli spropositati aumenti dei prezzi di elettricità e gas per riscaldamento, è un mercato complesso, ma a quanto capisco, nessun organo di controllo che ne ha la possibilità, sta davvero verificando che non si tratti di una gigantesca speculazione sulle tasche dei poveri cittadini e piccoli imprenditori.
La Germania all’attacco
Il Cancelliere tedesco Scholz ha segnato un punto di importanza enorme nella partita con gli USA.
Iniziano ad intravvedersi gli scopi reali delle visite del Ministro degli esteri tedesco Annalena Baerbok a Mosca.
Avevamo scritto che le dichiarazioni di facciata non rappresentavano davvero i temi discussi.
Ora i giochi iniziano a svelarsi.
L’ex Cancelliere tedesco Gerard Schröder è stato nominato membro del Consiglio di Amministrazione del gigante dell’energia russo Gazprom, detta nomina sarà ratificata nell’assemblea dei soci il 30 giugno di quest’anno.
Alla sua nomina si giunge grazie al siluramento dell’attuale membro Timur Kulibayev, genero dell’ex Presidente Nazerbaev, ora estromesso con il suo clan dalle sfere del potere in Kazakistan.
Quello che è una grande vittoria tedesca, nell’assicurarsi una posizione di riguardo nel mercato delle sue forniture energetiche, sta sconvolgendo la stampa russofoba occidentale, che legge terrorizzata la notizia e intravvede addirittura rischi per le politiche tedesche, siamo alla follia.
Quello che li terrorizza è che la Germania consolidi la sua leadership in Europa e che si affranchi dalle folli politiche della NATO e degli USA.
Non è un caso se in questi giorni, in cui si parla di anticipare le nuove sanzioni contro la Russia, anche in assenza di una qualsivoglia azione di minaccia all’Ucraina, Berlino abbia messo le mani avanti escludendo che il mercato dell’energia possa essere interessato da sanzioni.
In questo la classe dirigente tedesca si rivela ancora una volta la migliore oggi presente nell’Unione ed in Occidente.
La politica italiana , ancora una volta, non è pervenuta.
Schröder ha altri incarichi di riguardo, membro del consiglio di sorveglianza di Rosneft, gruppo nel settore energetico russo, Presidente del Consiglio azionisti di North Stream, il primo gasdotto interamente russo-tedesco, e CEO di NorthStream2.
Le interconnessioni tra Mosca e Berlino aumentano in barba ai tentativi di Washington di tagliarli.
Ricordiamoci oltretutto che Schröder proviene dall’SPD, partito dell’attuale Cancelliere Scholz.
Scholz a sua volta volerà a Mosca il 15 di febbraio.
Insomma al momento la Russia appare tutto fuorché isolata come avrebbe dovuto essere nei piani di Biden.
RIPRODUZIONE RISERVATA ©