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20 Luglio 2025

La cavigliera della giustizia.

Che il Brasile continui a vigilare. Che la giustizia avanzi. E che i responsabili della tragedia che viviamo non possano mai più andar via sorridendo.

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Jair Bolsonaro (Foto: agenzia Brasile)

Di Marlene Madalena Pozzan Foschiera

Bolsonaro con il braccialetto elettronico, dollari nascosti, pen drive nel bagno e il peso dell’impunità

Un passo della giustizia, un salto della memoria

Venerdì 18 luglio 2025 è stata una giornata storica per il Brasile. Per decisione del Supremo Tribunale Federale, l’ex presidente Jair Bolsonaro è stato obbligato a indossare un braccialetto elettronico. Le misure cautelari includono anche il coprifuoco notturno, il divieto di utilizzare i social network, di comunicare con altri indagati, ambasciatori o diplomatici, oltre alla proibizione di lasciare il Distretto Federale.

Per il popolo brasiliano, questo gesto ha un enorme valore simbolico. Non si tratta solo di controllare i movimenti di un ex capo di Stato. Si tratta di riconoscere, anche se in ritardo, i passi che ha compiuto verso l’autoritarismo, la menzogna istituzionalizzata e la distruzione dei diritti.

Ma oggi, insieme al sentimento di giustizia, riaffiora il lutto. È impossibile non ricordare le centinaia di migliaia di vite perse durante la pandemia, molte delle quali potevano essere salvate se non fossimo stati governati da un presidente che ha sabotato la scienza, incentivato gli assembramenti, deriso l’uso delle mascherine e ritardato l’acquisto dei vaccini. Il processo per la gestione criminale del Covid non è ancora iniziato. Ma il Brasile conosce già il verdetto della storia.

Dollari in casa, pen drive nel bagno e rischio di fuga

Durante l’operazione della Polizia Federale sono stati trovati 14 mila dollari in contanti nella casa di Bolsonaro, oltre a una pen drive nascosta in uno dei bagni, il cui contenuto è ancora sotto analisi. Sono stati sequestrati anche il cellulare dell’ex presidente e documenti in sedi legate a lui e al Partito Liberale (PL). Il possesso di una somma in valuta straniera, unito agli indizi di un possibile piano di fuga, ha acceso tutti gli allarmi.

Questi sospetti non sono nuovi. Già dal 2024 il STF riceveva richieste di custodia cautelare, data le dichiarazioni pubbliche di Bolsonaro sul voler “lasciare il paese” o che “non sopporterebbe la prigione”. Il passaporto gli era già stato ritirato. Ora, il braccialetto segna un nuovo livello di restrizione, risposta all’uso abusivo della libertà da parte di chi si considera al di sopra della legge.

Il piano golpista non è morto

Bolsonaro non è indagato per le sue opinioni. È sospettato di crimini gravissimi contro la democrazia: tentato colpo di Stato, falsificazione di documenti, istigazione contro le istituzioni, coinvolgimento diretto negli atti terroristici dell’8 gennaio e, più recentemente, per il suo possibile ruolo nel piano “Pugnale Verde-Oro” – che prevedeva l’assassinio di Lula, Alckmin e del giudice Alexandre de Moraes.

La famigerata “minuta del golpe” è stata redatta da suoi alleati diretti. Anche la sede nazionale del PL, partito che lo ospita, è stata oggetto di perquisizione. La giustizia sta cominciando a raggiungere, passo dopo passo, i tentacoli civili, militari e politici di un progetto autoritario che ha cercato di sequestrare il paese.

Eduardo Bolsonaro: sabotaggio internazionale e richiesta di incriminazione

Mentre il padre è sotto controllo giudiziario, il deputato Eduardo Bolsonaro fa campagna contro il Brasile dall’estero, soprattutto dagli Stati Uniti, dove mantiene legami con l’entourage di Donald Trump. Eduardo ha rilasciato dichiarazioni pubbliche contro il sistema giudiziario brasiliano, diffondendo disinformazione e tentando di screditare il governo democraticamente eletto.

Per questi motivi, è già stata presentata una richiesta formale di incriminazione per istigazione al colpo di Stato e crimini contro lo Stato di diritto. Il suo allontanamento dal paese non è casuale: fa parte di un piano per mantenere viva l’offensiva bolsonarista dall’estero, attraverso la rete dell’estrema destra globale.

Il tentato colpo in Brasile è stato, in sostanza, una filiazione del trumpismo internazionalizzato — ed Eduardo ne agisce come ambasciatore informale.

Un segnale all’America Latina

La reazione internazionale è stata immediata. In America Latina, movimenti popolari, collettivi giuridici e mezzi di comunicazione progressisti hanno accolto la decisione del STF come un segnale forte di resistenza democratica. In un continente segnato da dittature e autoritarismi, vedere un ex capo di Stato con il braccialetto elettronico per tentato golpe è un monito potente: anche l’autoritarismo può essere fermato.

Bolsonaro non è ancora stato condannato, ma il messaggio politico è chiaro: la democrazia brasiliana resiste. E non tollererà più chi cerca di distruggerla.

La giustizia comincia dai piedi, ma deve salire fino alla testa

Il braccialetto elettronico non restituisce i morti della pandemia, né ripara i danni ambientali, sociali e istituzionali causati dal suo governo. Ma ha una forza simbolica: mostrare che nessun potere è intoccabile, che la verità resiste, e che il fascismo, per quanto potente, ha paura della luce.

Che il Brasile continui a vigilare. Che la giustizia avanzi. E che i responsabili della tragedia che viviamo non possano mai più andar via sorridendo.