16 Giugno 2025
Israele aggredisce l’Iran e scatena una nuova guerra
Israele causa un nuovo tremendo conflitto e ci porta più vicini ad un conflitto nucleare.

Aree di crisi nel mondo n. 247 del 15-06-25
di Stefano Orsi
Telaviv
L’attacco israeliano arriva al termine di una escalation di dichiarazioni ostili e minacciose che si sono susseguite in questi anni.
Sono anni che la strategia israeliana è quella di causare un conflitto con l’Iran.
L’ostilità verso l’accordo sul nucleare firmato dall’allora presidente Obama, denotava il completo rifiuto israeliano a concepire che un paese mediorientale potesse gestire la catena di arricchimento dell’Uranio, in quanto un domani avrebbe , ipoteticamente, potuto dotarsi di ordigni atomici.
Chiaramente la strada imboccata dall’Iran era rivolta al solo nucleare civile, ai fini di dotarsi di centrali energetiche sufficienti al proprio fabbisogno dopo aver estratto ed arricchito il proprio uranio.
Un percorso militare, avrebbe portato l’Iran ad creare reattori atomici rivolti alla produzione di plutonio, che non esiste in natura, e che essendo molto più reattivo dell’uranio, necessita di ridotte quantità per creare quella massa critica necessaria a scatenare la reazione a catena della scissione nucleare alla base di una esplosione atomica.
https://www.treccani.it/enciclopedia/plutonio
Ordigni più piccoli e pratici, maggior numero di ordigni a parità di materiale fissile.
Questa infatti è stata la scelta effettuata dalla Corea del Nord ad esempio.
Nonostante queste rassicurazioni, Israele comunque non tollera che l’Iran possieda missili in grado di colpirla e pertanto voleva creare le condizioni per il conflitto.
L’occasione è stata creata grazie alla nuova amministrazione Trump, che si è presentato agli elettori come un presidente che avrebbe portato la pace, e invece non lo sta facendo nemmeno all’interno del suo Paese.
Lo scoppio del conflitto
Giovedì si sono verificati una serie di elementi che hanno portato a ritenere imminente l’inizio delle operazioni militari israeliane contro l’Iran.
Un nuovo giro di consultazioni tra Iran ed USA è stato fissato per oggi, domenica 15 giugno, espediente per dissimulare l’aggressione ormai decisa.
L’AIEA, agenzia internazionale per l’energia atomica, se ne esce, improvvisamente con una denuncia di violazione degli accordi internazionali per la non proliferazione degli ordigni nucleari da parte dell’Iran, cosa mai rilevata in molti anni di continui e costanti controlli di tutti i siti nucleari e di arricchimento dell’uranio, denuncia finalizzata a creare un alibi rispetto all’accusa di aggressione, ma il rapporto non ha un minimo di credibilità proprio a causa dei molti anni di monitoraggio costanti senza mai alcuna denuncia di violazione.
Le proposte presentate all’Iran ed USA erano di fatto un ultimatum, con cui volevano imporre a Teheran la totale rinuncia ad ogni arricchimento di uranio per l’uso dell’energia atomica, cosa che evidentemente travalicava ogni limite di ragionevolezza e diplomazia, ma appariva come un mero espediente per ottenere da parte iraniana un netto rifiuto rispetto a simili minacce di stampo più mafioso che da bulli.
Gli inviti ripetuti più volte a cittadini europei e americani a lasciare l’Iran.
L’evacuazione urgente del personale non necessario dalle basi e dalle sedi diplomatiche americane di tutto il Medio Oriente, nonché di tutti i famigliari anche di quelli restanti in servizio.
Infine se tutti questi segnali non fossero stati sufficienti, il nostro ministro degli esteri Tajani, sentenziò proprio giovedì che non vi fosse alcun segnale di un’imminente attacco di Israele contro l’Iran.
L’attacco
La notte tra giovedì e venerdì mattina ha visto iniziare le operazioni.
Si è subito scoperto che da mesi o anni, l’Iran progettava questa operazione avendo inserito squadre di agenti che avevano assemblato droni e container per il loro contenimento e collocamento sui punti di attacco, nei pressi di aeroporti, stazioni radar, postazioni delle difese aeree.
Operazione che suona come già sentita? Ebbene si, appare come quella preparata dall’Ucraina contro la Russia, evidentemente la mano è la stessa e nasce non prima di due anni fa con l’avvento dei droni sui campi di battaglia.
Resta da capire bene quale sia stato il sistema di controllo se in loco via radio, o tramite segnale satellitare sfruttando la copertura di Starlink di Elon Musk ormai divenuto a tutti gli effetti un sistema strategico militare.
Sono stati inflitti danni pesanti alle batterie, ai radar e nel mentre i caccia in volo si portavano in zona di lancio per sganciare i loro missili che hanno poi colpito obiettivi preordinati ed assassinato i vertici militari ma anche i direttori di agenzie per l’energia nucleare e istituti scientifici, personale civile.
Questi assassini sono stati compiuti quando queste persone si trovavano a casa loro e non sul posto di lavoro, pertanto sono state eliminate con loro non solo le famiglie, ma anche, i vicini di casa in molti casi, cosa che si configura in pieno come crimine di guerra.
Sono poi stati colpiti siti missilistici, siti di arricchimento dell’Uranio come la base di Natanz, e basi militari oltre agli aeroporti.
Un attacco a sorpresa pienamente riuscito.
La risposta iraniana
Contrariamente a quanto hanno pensato gli occidentali, l’uccisione dei vertici militari e scientifici non dovrebbe rappresentare un grave problema, i sostituti erano già nominati e sono immediatamente entrati nel ruolo, mantenendo quindi attiva la catena di comando, gli scienziati a loro volta lavorano in numerose equipe e non sempre chi dirige è realmente a capo della ricerca quanto magari più un burocrate o un politico.
La notte l’Iran ha lanciato circa 150 droni che sono stati intercettati.
Il giorno seguente sono proseguiti gli attacchi israeliani, ma arrivata la notte i problemi per Israele si sono palesati.
Pioggia di missili balistici si è abbattuta su diverse città, le difese antiaeree sono andate in crisi e diversi missili sono passati.
I missili erano un mix di vecchi balistici e di missili molto più veloci che hanno bucato le difese colpendo anche, con buona approssimazione, anche alcune batterie di lancio.
Il secondo giorno, la situazione è mutata, verso il tardo pomeriggio sono drasticamente calati i raid aerei israeliani, dopo gli abbattimenti di tre F35 e due altri caccia, reclamati dagli iraniani, ma non ammessi dagli israeliani.
Nella serata le batterie antiaeree iraniane tornavano a vedersi su Teheran, dove abbattevano molti droni, ancora lanciati localmente, e dichiaravano l’abbattimento di alcuni missili.
Nelle notte la risposta iraniana ha mutato il precedente livello di efficacia, sono stati centrati ministeri, il comando centrale militare israeliano, il centro di ricerca militare Weizmann, il terminal petrolifero, una fabbrica di ammoniaca, i depositi petroliferi ad Haifa, inoltre qui abbiamo assistito all’arrivo di una salva di tre missili molto veloci su un obiettivo molto ben protetto da almeno due batterie antimissile, ma che non sono state in grado di fermare nessuno di questi missili.
L’obiettivo ad Haifa è apparso di elevato livello militare ma non è stato rivelato di cosa si trattasse.
Oggi vi sono state diverse potenti esplosioni in Teheran pare per via di autobomba, preparate dalla rete di infiltrati da israele, e anche l’attacco all’aeroporto dell’estremo oriente appare come portato con droni o come azione di commandos.
Segnalato uso di droni contro ulteriori obiettivi attorno a Teheran, segno di cellule ancora attive con ampia disponibilità di materiale bellico.
Nel pomeriggio l’Iran ha ribattuto colpo su colpo con una prima salva diurna di missili, almeno 50 contro altri obiettivi militari.
Importante segnale questo, i cieli iraniani erano quindi liberi da caccia nemici.
Haifa, Telaviv, ed Ashkelon sono stati i bersagli iraniani.
Israele ha colpito la rete idrica di Teheran, credo possa salutare i suoi dissalatori.
Problemi imprevisti per Telaviv
Da stamane è emerso l’appello israeliano agli USA, affinchè entrino nel conflitto.
SI palesa un aspetto forse non previsto, i caccia F35 potrebbero, sottoposti a pesante lavoro al limite, necessitare di manutenzione straordinaria con tempi di intervallo minimi e molto più frequenti di quanto immaginato, questi caccia sono chiamati a attacchi a oltre 1500 km dalle basi, con più rifornimenti, a proposito, è probabile che le cisterne in volo siano anche USA e europee…
I tempi ristetti tra le manutenzioni potrebbero essere un fattore decisivo nel conflitto, che limitando enormemente le capacità di Israele di attaccare l’Iran, pur subendo sempre attacchi al proprio territorio, che potrebbe decretarne anche la sconfitta, si spera, lasciatemelo dire.
Gli USA
In tutto questo bailamme, gli USA appaiono guidati dall’ennesimo presidente idiota e afflitto da demenza, prima era Biden ed ora si chiama Trump, ma il risultato, viste le dichiarazioni che sta rilasciando e la situazione interna agli USA, non pare essere diverso.
