Mettiti in comunicazione con noi

15 Giugno 2025

Cristina Kirchner condannata: una persecuzione politica contro la volontà popolare

E’ un segnale d’allarme per tutte le forze progressiste, per il movimento delle donne, per chi difende la giustizia sociale e i diritti umani.

Avatar photo

Pubblicato

su

Cristina Kirchner nega le accuse e afferma di essere vittima di lawfare Reprodução/X

Di Marlene Madalena Pozzan Foschiera

Le parole di Cristina: dignità e sfida al potere

Cristina Fernández de Kirchner non si nasconde. Dopo la conferma della sua condanna a sei anni di carcere e l’interdizione a vita dai pubblici uffici, la storica leader peronista ha risposto con coraggio e lucidità politica.

Durante un atto del Partito Giustizialista, ha dichiarato:

“Essere in prigione è un certificato di dignità”

E in un duro attacco alla Corte Suprema argentina:

“Sono tre marionette al servizio dei poteri economici che dominano il paese”

Cristina accusa apertamente la magistratura di essere parte di un complotto politico-giudiziario orchestrato dalle élite economiche e mediatiche che da anni cercano di eliminarla dalla scena politica.

In un recente post sul suo profilo X (ex Twitter), ha giustificato la sua richiesta di arresti domiciliari con queste parole:

“Non si tratta di un privilegio. Al contrario, obbedisce a rigorose ragioni di sicurezza personale”

Un riferimento diretto all’attentato subito nel 2022, quando un uomo le puntò una pistola alla testa e solo per un guasto meccanico il colpo non fu sparato.

E con tono diretto verso i suoi avversari politici:

“Non siamo la destra mafiosa che elude gli ordini giudiziari”

 Una condanna politica: il nuovo volto del Lawfare in Argentina

La conferma della condanna, avvenuta il 10 giugno 2025, ha impedito a Cristina di candidarsi alla Camera dei Deputati nella provincia di Buenos Aires, dove i sondaggi la davano tra le più votate.

Numerosi analisti, accademici e movimenti sociali hanno denunciato che si tratta di un caso evidente di lawfare: l’uso strumentale della giustizia per distruggere avversari politici progressisti.

Il parallelo con quanto accaduto in Brasile con Lula da Silva è inevitabile. Anche in Argentina si assiste a un processo di giudizializzazione della politica, dove la volontà popolare viene sistematicamente soffocata da sentenze costruite a tavolino.

 Mobilitazione popolare: la piazza risponde

La reazione non si è fatta attendere. Migliaia di manifestanti hanno riempito le strade di Buenos Aires e di altre città argentine.

Sindacati, collettivi femministi, organizzazioni sociali e settori popolari stanno costruendo una mobilitazione permanente in difesa di Cristina e contro l’autoritarismo giudiziario.

La lotta non è solo per Cristina, ma per la democrazia, il diritto al voto e la giustizia sociale.

 Una lettura femminista, popolare e antifascista

Cristina rappresenta molto più di un’ex presidente sotto accusa. È una donna, una leader popolare, una figura di riferimento per milioni di argentini ed argentine.

La sua persecuzione giudiziaria è anche un attacco contro la presenza delle donne nei luoghi di potere. Un tentativo, vecchio come il patriarcato, di zittire una voce dissonante e ribelle.

Prospettive: il futuro del peronismo e della sinistra argentina

  1. Arresti domiciliari o carcere: La decisione definitiva sarà presa nei prossimi giorni. Ma la battaglia politica continuerà.
  2. Riorganizzazione del peronismo: Anche da casa, Cristina può essere il perno di un nuovo processo di ricostruzione della sinistra argentina.
  3. Rischio istituzionale: Una sua incarcerazione senza garanzie democratiche potrebbe scatenare una crisi istituzionale e sociale di ampia portata.

Conclusione: una lotta che riguarda tutti noi

La condanna di Cristina Kirchner è l’ennesimo capitolo della guerra contro le leadership popolari in America Latina. Non è solo un attacco personale: è un segnale d’allarme per tutte le forze progressiste, per il movimento delle donne, per chi difende la giustizia sociale e i diritti umani.

Cristina non arretra. E in questo, resta un simbolo. La sua lotta è la nostra.

📚 Fonti: