09 Giugno 2025
Wall Street l’ha ribattezzato TACO
Con il Genius Act TACO scatenerà un’era selvaggia delle monete digitali in cui le cripto o dollari digitali sebbene ancorate al dollaro vero e garantite dalla FED sarebbero gestite da attori privati che inonderebbero l’economia globale non di dollari veri ma di pseudo dollari digitali

Di Fulvio Rapanà
Non lo chiamano più né il Presidente né Trump ma TACO, acronimo di “Trump always chickens out”, Trump si tira sempre indietro. E’ un’espressione ironica coniata, dal giornalista del Financial Times Robert Armstrong, per Trump e il continuo susseguirsi di minacciare dazi e poi tirarsi indietro all’ultimo momento. Per un politico che ha dedicato anni a coltivare la reputazione di essere un duro, la domanda fatta da un giornalista se il termine TACO potesse essere una descrizione valida del suo approccio ai dazi, Trump ha reagito con rabbia: “mi tiro indietro? Non l’ho mai sentito, è una domanda cattiva. Per me, è la domanda più cattiva “di solito ho il problema opposto: dicono che sono troppo duro!”.
Per il susseguirsi degli eventi e i risultati ottenuti il nomignolo è decisamente benevolo. Solo una settimana dopo il “Giorno della Liberazione”, in cui aveva annunciato dazi globali drastici dal 24% in su, TACO ha annunciato bruscamente che sarebbero stati tutti sospesi e ridotti ad un livello base del 10% in attesa di “trattative più favorevoli agli Stati Uniti”. L’ enorme dazio “di ritorsione” del 145% contro la Cina, parte di un’escalation di rappresaglie che si è placata dopo che i due Paesi hanno concordato l’apertura di una trattativa, è ora sceso al 10% oltre il 30 che esiste dal Trump 1 e confermato da Biden . Successivamente la scorsa settimana ha annunciato che stava valutando l’idea di aumentare del 50% i dazi per l’Unione Europea , salvo poi cambiare idea qualche giorno dopo, prorogandone l’applicazione a luglio. A queste continue avanzate francesi e ritirate spagnole i mercati azionari oscillano sempre sull’orlo del crollo, ma quelli dei titoli di stato del Tesoro Americano vanno sempre peggio. Mi sono convinto con la solita arguzia mediterranea per la famosa frase andreottiana “a pensare male non si va’ in paradiso ma spesso ci si azzecca” che Trump fa tutte queste manovre che sanno di fasullo, o come dicono i benevoli di “eccentrico”, con obiettivi che solo in parte sarebbero di politica estera degli Stati Uniti e comunque sempre mischiati al ritorno economico personale e del suo gruppo familiare.
Trump non è o meglio non era anche dopo il primo mandato nei primi 1000 ricchi americani era al 3765° posto. Qualche mese prima di diventare presidente ha subito una condanna a pagare 495 milioni di dollari e ha dovuto farseli prestare. Non li aveva. Vuole sfruttare questo secondo mandato per fare un salto di qualità nella propria posizione economica ed entrare in un contesto di “intoccabili sistemici” del mondo finanziario americano. L’ultima visita in medioriente è stata improntata a curare i propri affari e a promuovere i progetti in cantiere. Le lobby ebraiche non hanno più necessità di corromperlo oltre quanto già hanno fatto quindi è andato dai ricchissimi sceicchi per avere i finanziamenti che servono a portare avanti le nuove iniziative finanziarie in cambio non sappiamo di cosa ma probabilmente di nulla che possa minimamente essere vicino agli interessi degli Stati Uniti. La sua azienda di criptovalute World Liberty Financial ha ricevuto un finanziamento di 2 miliardi di dollari dagli Emirati Arabi Uniti. Anche Arabia Saudita e Qatar dopo la visita stanno investendo nelle attività di TACO depositando denaro nei conti bancari della famiglia . Questo è il poco che è trapelato. Sarà stato così largo di maniche nelle concessioni che gli sceicchi gli hanno regalato, a lui personalmente, un Jumbo da 400 milioni di dollari. Come scrive Nicholas Kristof sul NYT : “Trump è un presidente profondamente corrotto che sta usando la sua carica per arricchirsi come nessun altro presidente ha fatto nella storia”. Ritengo che sia questa la chiave, l’ottica, per valutare tutto l’operato di Trump e comprendere che non si tratta di bizzarrie ma di strategie ben precisa per piegare tutto il mondo circostante ai suoi interessi personali e del clan familiare. Fra le autorità borsistiche di Wall Street ancora in modo non esplicito si inizia a indagare se fra i crolli di borsa successivi ai suoi annunci e il recupero delle borse a seguito le marce indietro ci possa essere dell’insider trading. Non sarà così? saranno i soliti gnomi dell’ establishment che lo disprezzano? sta di fatto che solo lui sapeva che nel giro di poche ore le sue dichiarazioni avrebbero provocato o il crollo o la risalita degli indici azionari globali. E allora la domanda è: ha deciso con un preciso scopo speculativo? Oltre a lui chi altro sapeva e ne ha tratto vantaggi ? . Rivedere la distruzione di molte istituzioni federali americane nell’ottica di una riduzione dei costi federali con lo scopo di ridurre le tasse a lui e a tutti i ricchi d’America. Rivalutare i colloqui USA- Iran, sul nucleare iraniano, che possono essere voluti dai petrostati del Golfo che temono una guerra potenzialmente devastante a pochi chilometri dalle loro coste. E ancora chi ci dice che i dazi non siano uno strumento per fare andare in una calcolata recessione gli USA e acquistare con poco grandi affari soprattutto immobiliari. L’ ha pure detto esplicitamente che una “recessione potrebbe essere una ipotesi possibile ma momentanea”. Le mosse economiche di TACO sono ”bizzarre” se valutate con gli strumenti dell’economia politica e della scienza economica ma perfettamente coerenti se all’interesse pubblico sostituiamo quello privato. La cartina al tornasole per decidere fra il “bizzarro” della politica generale e il “coerente” all’interesse proprio sta nell’iter di approvazione della GENIUS Act, la legge sulle criptovalute da parte del Congresso partito subito dopo l’ordine esecutivo di TACO del 6 di marzo che istituisce una riserva strategica di criptovalute. Stiglitz e Stephen Roach , ambedue nobel per l’economia, che hanno antenne sensibilissime già a gennaio avvisarono del pericolo e di tenere d’occhio la questione. L’equazione che si potrebbe delineare è piuttosto semplice. Trump sta contando sul sistema delle criptovalute, agganciate al dollaro e garantite dalla Federal Reserve, dentro la quale opera la sua World Liberty Financial per riorganizzare il sistema monetario globale e far guadagnare al suo clan una fortuna immensa. Per rafforzare il progetto e proteggerlo dalla possibile concorrenza delle criptovalute emesse dalle banche centrali, TACO ha messo in campo un altro disegno di legge che impedirebbe alla Federal Reserve di emettere una valuta digitale central bank digital currency (CBDC). GENIUS Act non rappresenta la regolamentazione di un fenomeno finanziario che esiste, e si sta muovendo senza regole precise, ma la creazione ostile di una massa monetaria privata alternativa a quella ufficiale delle banche centrali. Attraverso la presunta regolamentazione delle valute digitali TACO vuole creare un mondo monetario digitale, parallelo e privato, dove lui e molti altri, anche con progetti seri, incassano dollari veri vendendo criptovalute e/o dollari digitali che non hanno alcuna stabilità né liquidità né rappresentano una opzione di pagamento alternative al dollaro. E’ uno strumento per gestire una massa monetarie valutata in trilioni di dollari del tutto fuori dalle regolamentazioni e dalle normative bancarie e garantite dal sostegno legale del Tesoro statunitense. Con il Genius Act TACO scatenerà un’era selvaggia delle monete digitali in cui le cripto o dollari digitali sebbene ancorate al dollaro vero e garantite dalla FED sarebbero gestite da attori privati che inonderebbero l’economia globale non di dollari veri ma di pseudo dollari digitali. Come ha scritto Willem H. Buiter , ex capo economista di Citibank, per la quale ho lavorato per 16 anni, su Project Syndicate :” Un ambiente finanziario e monetario senza regole ma con alle spalle le garanzie della Federal Reserve, potenzialmente 100 volte più pericoloso della Lehman Brothers. Auguri”.
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